ALLA LARGA DA CHI HA I PIEDI PER TERRA!!!!
ALLA LARGA DA CHI HA
I PIEDI PER TERRA!!!!
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ALLA LARGA DA CHI HA I PIEDI PER TERRA!!!! Avevo meno di vent’anni quando mi affacciavo al mondo della politica e di fronte al mio passionale interesse e alla mia incondizionata voglia di partecipata coerenza delle idee , qualche politico navigato, già avvezzo ai comportamenti delle prime repubbliche, mi diceva “ Vedrai quando sarai più matura e con più esperienza, allora, capirai che la politica è solo compromesso”. Molto più tardi, quando matura lo ero già e mi impegnavo, come amministratore comunale, cercando di applicare le mie idee e i miei incondizionati valori etici, mi si ricordava con un certo rimprovero che la politica deve essere mediazione e quindi avrei dovuto rinunciare a personali convinzioni per arrivare ad un risultato che, quasi sempre, mi appariva più sbilanciato che equilibrato.
Lì per lì avrebbe potuto avere un significato credibile, quando l’obiettivo era portare parti contrarie a trovare una soluzione che realizzasse gli interessi e i bisogni di ciascuno, ma davanti, ad esempio, alla tutela e alla difesa del territorio, accettarne, per compromesso, la parziale cementificazione, voleva comunque dire ottenerne il consumo e l’irrimediabile manomissione, soprattutto quando gli strumenti pianificatori mi avrebbero sostenuto per l’esatto contrario. Infatti, che i compromessi portino sempre alla migliore soluzione per tutti, io non ne sono mai stata convinta anche perché nel dibattito politico, la mediazione aveva, nella mia esperienza, la stessa accezione di compromesso trasformando quest’ultimo in un esercizio virtuoso, etico e responsabile, mentre così, in realtà, non è mai stato. Eppure chi era ed è protagonista del compromesso, lo fa definendosi colui che ha i piedi per terra fino a convincersi e a convincere che, dietro alla nobile mediazione e all’inevitabile compromesso , in nome della tanto vituperata democrazia , si può accettare anche l’”inciucio”. Il politico con i piedi per terra, per decenni e decenni di politica a diversi livelli, da quella comunale a quella nazionale, ha perseguito i suoi obiettivi applicando un metodo, esso sì, definito spregiativo come l’«inciucio», accettando anche compromessi sulle regole, sull’etica, sulle idee e sui valori morali. I risultati di quello che è stato un paradosso politico si sono visti e non si può certo dire che siano stati positivi. Il compromesso tra destra e sinistra, iniziato col sostegno al Governo Monti e continuato con quello delle “grandi intese”, non è stato dialogo o intesa, né semplice negoziato ma sede di accordi nascosti, d’intese inconfessabili, di manovre occulte. In quest’ottica, “compromesso” non è proprio la parola migliore per designare una buona pratica di mediazione politica. Lo dimostra il fatto che per rendere credibile il suo agire, il politico coi piedi per terra, che inciucia a destra e a sinistra, comincia e fare distinzioni utili tra idee e ideologie, definendo le idee e ancor più le ideologie cose per chi i piedi per terra non li ha. Un Sindaco, ad esempio, ha altro cui pensare che non le idee e tantomeno le ideologie. I bilanci in rosso, i piani regolatori finalizzati al consumo di suolo, la raccolta dei rifiuti e le multe sulla mancata differenziazione, la viabilità e l’inquinamento atmosferico e tante altre cose che non si risolvono certo con il virtuosismo delle idee. Un Sindaco o un Presidente di Provincia con i piedi per terra, hanno cose concrete da fare e per farle si avvalgono di collaboratori o dirigenti pronti a sostenere, ad esempio, che la pianificazione territoriale non serve a nulla, che il territorio vincolato è una bufala, e che non va conservato ma affrontato con costruzioni, che tutelare vuol dire non fare nulla e questo è il male. La “politica del fare” ha i piedi per terra, mentre le idee sono roba per chi non li ha. Già l’idea non è pragmatismo e l’ideologia è cosa da scuola di partito, da religiosi, che manipolano le masse, mentre le masse, di fatto, vengono manipolate in altro modo. “Democraticamente”, con le armi sofisticate della persuasione e dell’ignoranza vanno convinte, ad esempio, che la sete di fonti energetiche giustifichi l’annientamento della vita sul Pianeta, che in nome di uno sviluppo e di una crescita il prezzo da pagare sia la dilapidazione irreversibile dell’ambiente e delle risorse non sostituibili, nonché la distruzione antropologica degli esseri umani, trasformati in bestie produttrici e consumatori patologici. Ma le idee, al contrario, sono maledettamente reali. Sono il prodotto della “ragione umana”, inducono a pensare e a sentire attivamente. La forza delle idee diventa sempre più grande proprio in questo particolare momento politico, in cui imperversano da più parti coloro che, senza idee, vogliono difendere questa situazione politica d’immobilismo originato proprio dalle convenienze dei compromessi o peggio degli inciuci. Le idee devono guidare scelte concrete e politiche che non abbiano obiettivi redditizi concreti ma finalizzati alla difesa della natura, delle generazioni future, della salute, delle condizioni di lavoro. Deve essere una rivoluzione, un sovvertimento totale per compiere quel salto di qualità politica che solo i grandi uomini hanno saputo fare. Aveva forse i piedi per terra il presidente Pertini che il compromesso proprio lo combatteva ben sapendo a cosa avrebbe portato? Avevano forse i piedi per terra Gesù Cristo, Gandhi, Kennedy, Martin Luther King? Forse sono i rischi che si corrono a difendere le proprie idee che non vogliamo correre ? Meglio rimanere rintanati sui nostri scranni, a difendere i nostri piccoli privilegi, a non rischiare di fare piccole o grandi rivoluzioni, contrastando oggi le lobby del carbone, domani il potente di turno che ci chiede conto delle promesse fatte. Ma le rivoluzioni, piccole o grandi che siano, le fanno coloro che i piedi per terra non li vogliono tenere, che sanno quali impronte hanno lasciato chi li tiene e li ha tenuti. In questi giorni è morto un UOMO che aveva basato il suo pensiero politico proprio sulla forza delle idee, le sue azioni sulla lotta ai compromessi, la sua rivoluzione sui valori della giustizia: Nelson Mandela. Per lui, idealista pragmatico, capace di compromessi senza farsi compromettere, “ Il vincitore è un sognatore che non si è mai arreso!”
ANTONIA BRIUGLIA |