ALBISSOLA INVIVIBILE !

ALBISSOLA INVIVIBILE !
Nelle Albissole l’auto è sacra. Così si abbattono alberi, si ricavano parcheggi sui marciapiedi, si progettano rotonde nel centro abitato, cinque, tre, quelle che sono.

ALBISSOLA INVIVIBILE !
 Nelle Albissole l’auto è sacra. Così si abbattono alberi, si ricavano parcheggi sui marciapiedi, si progettano rotonde nel centro abitato, cinque, tre, quelle che sono.

 

 

 

 

Il trasporto pubblico nel territorio savonese

 torna a fare i conti col suo inguaribile deficit per cui a nulla sono valse: fusioni di aziende, tagli di corse, aumenti del costo del biglietto e altro e si escogitano nuovi sistemi di pagamento dei sempre “troppo pochi” abbonati che torneranno a pagare il titolo di viaggio dal primo del mese, così qualcuno perderà il “vizio di fare il furbo e fare la cresta timbrando qualche giorno dopo”.

 Brutta razza i possessori di un abbonamento che, a Savona, non prevede alcuna facilitazione per studenti, né per anziani,( i maggiori utenti), e che non può più essere neanche scaricato nella denuncia dei redditi, penalizzando le famiglie con più figli e chi si ostina comunque a usare il mezzo pubblico.

La scelta, poi, per chi abita nelle Albissole, non è poi così conveniente neanche come efficienza del servizio per i lunghi tempi di percorrenza, a causa della quantità di veicoli che rendono il traffico sull’Aurelia ingestibile d’inverno e d’estate per motivi diversi.

Così il tartassato abbonato, colui che paga con discreto  anticipo il servizio, si trova spesso, tra uno sciopero e l’altro, ad attendere bus stracolmi, spesso in ritardo e che, talvolta, brillano anche per  scarsa manutenzione.

 Il trasporto pubblico, a Savona, resta ancora fanalino di coda, ma ancor più da e per le Albissole e, quindi, la stragrande maggioranza di persone predilige, anche per un viaggio di pochi chilometri, l’auto propria.

Così, sulla Via Aurelia, il groviglio disumano di automobili, autoarticolati, bisarche, tir e mega-pullman, degrada giornalmente lo spazio urbano che s’insinua tra le case nel bel mezzo dell’abitato, inesorabilmente a spese dei suoi abitanti, dei pedoni, dei ciclisti e di quei pochi che si ostinano ad ancora a usare il mezzo pubblico.

 

   Nelle Albissole l’auto è sacra. 

Lungo la strada, gli spazi pubblici, un tempo occupati da alberi, sono diventati puntualmente parcheggi che sembrano non bastare mai come se, di anno in anno, le auto degli albissolesi aumentassero in modo considerevole.

Tutte puntualmente da parcheggiare vicino a casa, da usare per andare al lavoro, magari nel centro di Savona dove sarà improbabile trovare parcheggio, per fare la spesa, per prendere i figli a scuola.

Parcheggi e strade, ricavate nella convinzione di dover rinunciare agli spazi verdi, a quelli pubblici, ai controviali per aumentare i metri di asfalto, ma nel contempo anche  l’inquinamento acustico, quello atmosferico e quello sociale.

Sì quello sociale, che anche qui da noi sembra ormai avanzato quando sono i negozianti a decidere i flussi di circolazione e le amministrazioni sono incapaci di fare scelte, a dir poco auspicate, di compatibilità ambientale. Così a Savona i commercianti si oppongono alla pedonalizzazione di Via Paleocapa, come si sono opposti alla proposta di sensi unici di marcia, poco appetibili per i loro personali guadagni.

Anche se l’inquinamento atmosferico è noto, si continua, così, ad accettarlo, come effetto collaterale indispensabile, senza porvi alcun rimedio efficace, ignari che le scelte a livello europeo stiano andando in tutt’altra direzione. 

Ma a Savona e nelle Albissole l’automobile è sacra e prima di tutto deve esserne garantita la circolazione anche a scapito dell’invivibilità, come se le Albissole fossero colpite da un male ben conosciuto, ma preferissero continuare come se niente fosse, poiché la cura sarebbe troppo dolorosa e magari anche rimetterebbe in discussione un modo di amministrare il territorio e uno stile di vita di chi lo abita.

Così si abbattono alberi, si ricavano parcheggi sui marciapiedi, si progettano rotonde nel centro abitato, cinque, tre, quelle che sono.

 Quando invece bisognerebbe smetterla di pensare alla crescita dei flussi di trasporto con ulteriori soluzioni impattanti.

 In un territorio con caratteristiche come il nostro, con spazi limitati e prospicienti l’abitato e gli spazi pubblici di transito pedonale, è necessario emanciparsi dalle vecchie soluzioni di viabilità.

I progetti di mobilità sostenibile proposti in molte città europee si occupano proprio del fenomeno del pendolarismo che deve trovare risposte soprattutto nel trasporto pubblico locale, dissuadendo l’uso intensivo del mezzo individuale, causa di fenomeni di pericolosa e inaccettabile congestione urbana.

Bisogna tornare a pensare alle città per le persone e non per le macchine.

 

         Niente rotonde! 

Niente rotonde quindi, vorrei ribadire all’amico… Forzano… nessuna “riduzione di verde” già così esiguo ad Albissola, anche fosse un solo albero.

Se è vero che chi va a Savona, va preferibilmente al centro e in ospedale, zone perfettamente raggiungibili con i mezzi pubblici, non si capisce per quale motivo si debbano premiare comportamenti così poco virtuosi con la costruzione di altro asfalto e relativo inquinamento. 

La polemica sul numero mi sembra, poi, pretestuosa quando si parla di rotatorie che si collegano ad altre “sormontabili” o altre “esistenti”.

Una a San Benedetto perché una esiste già, una davanti ai Prana connessa colla piccola sormontabile, e una all’imbocco di viale Faraggiana”, che non si capisce quale spazio, per le case a monte, debba recuperare e il conto torna. 

Ma sono veramente convinti il Sindaco, gli Assessori Paola e Patrucco e tutti gli amministratori albissolesi che sia la scelta giusta per Albissola Marina? 

 E’ proprio il concetto di base a essere inaccettabile per chi è attento al territorio e all’ambiente, quello che definisce “il pedone” e quindi il cittadino,” una complicazione”,

dimenticando, strumentalmente forse, che ad Albissola Marina piccola cittadina di 5.600  abitanti, l’Aurelia separa, in maniera violenta, l’abitato dalla passeggiata pedonale e dalla spiaggia ed è proprio la strada con il suo spropositato flusso di veicoli la “complicazione” d’impatto ambientale, non chi la attraversa.

 

Non sono ingegnere nucleare ma solo un architetto cui sta, da sempre, a cuore il territorio, la qualità della vita e dell’ambiente e che ritiene che Savona debba risolvere i suoi problemi di viabilità rispettando la dignità dei paesi limitrofi come le Albissole che non devono diventare, come già sono a tutti gli effetti, una periferia del centro cittadino, a servizio del porto e dei suoi centri commerciali.

  Bisogna andare oltre, oltre “le bozze di progetto” di altro inutile asfalto di cui non abbiamo certo bisogno, ma  verso una vera mobilità urbana sostenibile.

 Considerare, ad esempio, in maniera integrata la complessità delle questioni urbane come: i trasporti, l’urbanistica, il commercio, l’approvvigionamento energetico e i servizi.

Progettare soluzioni per la mobilità che vadano a promuovere stili di vita più rispettosi dell’ambiente e non favorirne i contrari, investendo anche su veicoli ecologici e limitando il transito a quelli inquinanti.

 Mettiamo in discussione il volume esagerato del transito di veicoli da e per le Albissole, limitando anche il passaggio ai mezzi pesanti ed evitiamo di stravolgere in maniera irreversibile quel poco di paesaggio che ancora ci rimane.

Qualcuno ci sarà, sicuramente, più riconoscente.

 

              ANTONIA BRIUGLIA

 

 

 

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