Albisola L’orto sinergico con i rifugiati
Al Santuario della Pace trasformato un terreno di 300 mq
viene seguito dagli ospiti del progetto di accoglienza Sprar L’orto sinergico con i rifugiati
A Superiore si sperimenta una tecnica di coltivazione tecnologica e naturale senza l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi |
Al Santuario della Pace trasformato un terreno di 300 mq: viene seguito dagli ospiti del progetto di accoglienza Sprar L’orto sinergico con i rifugiati A Superiore si sperimenta una tecnica di coltivazione tecnologica e naturale senza l’utilizzo di fertilizzanti o pesticidi
Albisola Superiore sperimenta l’agricoltura sinergica. È una tecnica di coltivazione naturale, che non prevede lavorazioni di terreno né l’impiego di pesticidi o fertilizzanti, quella praticata dai beneficiari del progetto Sprar al Santuario della Pace. Infatti, dallo scorso dicembre, un terreno di 300 mq all’interno del parco che ospita la struttura d’accoglienza è stato trasformato in un orto sinergico. Un’idea innovativa che permette di ottenere raccolti abbondanti di verdura biologica, grazie alle consociazioni di piante, risparmiando tempo, energie e acqua, alla base di un progetto start up per lo sviluppo di un’attività che in futuro potrà diventare una risorsa per il territorio albisolese.
Ho replicato la coltura sinergica dapprima in casa e poi l’ho proposta alla scuola primaria di Superiore – spiega il promotore dell’iniziativa Diego Vassallo, 47 anni, ingegnere e consulente di digital marketing che ha ereditato dal padre la passione per la terra – tramite la Giunta, ho elaborato un progetto di orto sinergico inclusivo per gli ospiti dello Sprar che, di recente, ha interessato anche i cittadini”. I terreni sono stati seminati e disposti in cinque cumuli di terra, detti “bancali”, lunghi 33 metri e larghi 1,20 metri, su cui è stato istallato un impianto d’irrigazione permanente ed eseguita una “pacciamatura” di paglia. “Gli spazi, recintati per tenere lontani gli animali del bosco, non verranno più toccati, ma solo accuditi dai 2-3 ospiti del progetto Sprar, che attualmente controllano che le piante crescano – continua – abbiamo piantato fave, aglio, cipollotti e piselli nani, ma in sinergia potranno crescere anche piante da fiore ed erbe aromatiche”. Tra gli obiettivi futuri, la costituzione di una cooperativa che promuova l’agricoltura sinergica con il recupero di aree semi-incolte, non solo di proprietà comunale, presenti in zona: “Abbiamo già individuato alcuni terreni in via Buraxe e nelle frazioni di Luceto e Carpineto – aggiunge Vassallo – il fine è offrire un metodo di autoproduzione per i beneficiari dello Sprar, ma, in caso di eccedenza di raccolti, sarebbe bello rivolgersi prima alle persone indigenti e poi ad eventuali acquirenti”. Adesso, il traguardo più vicino nel tempo è il momento della raccolta: “Le piante saranno tagliate ma non estirpate, in modo che il bancale possa continuare a produrre – conclude – in primavera, ci piacerebbe organizzare una merenda al Santuario della Pace con la cittadinanza e le parti coinvolte nel progetto”. MARCO OLIVERI da il letimbro
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