ADDIO A GAE AULENTI

ADDIO A GAE AULENTI

ADDIO A GAE AULENTI

In una breve e recente intervista videoregistrata a cura dell’Associazione culturale Terradarte, l’architetto, designer e scenografa, che acquistò fama internazionale  per aver saputo trasformare splendidamente in museo la Gare d’Orsay (1984-86) a Parigi, lasciandone intatte le strutture portanti e il caratteristico aspetto “fin de siècle”, che si è spenta nella sua casa a Milano, lo scorso primo  novembre, alla domanda “Oggi di che cosa si stupisce?”, così rispondeva: “Mah! Mi stupisco della tragedia che viviamo, le guerre sono tutte lì.

 Cade il muro di Berlino e ne costruiscono uno in Palestina. C’è un muro tra la California e il Messico…non è possibile!”. Fino all’ultimo combattiva e impegnata per la pace e per i diritti umani, Gae(tana) Aulenti avrebbe compiuto ottantacinque anni il prossimo 4 dicembre. Era nata a Palazzolo della Stella, in provincia di Udine, nel 1947. Laureatasi in architettura al Politecnico milanese nel 1953, perfezionò la sua formazione professionale collaborando alla rivista “Casabella-Continuità” – insieme a colleghi come Aldo Rossi e Vittorio Gregotti –  diretta dal suo maestro Ernesto Nathan Rogers, il quale sosteneva che, prima di essere architetti, bisognava essere intellettuali; e infatti leggeva John Dewey e seguiva le lezioni accademiche di Enzo Paci sulla fenomenologia husserliana…

Tra i redattori, ricorda Gae Aulenti “C’era un contatto quotidiano, partecipavamo a tutte le discussioni che non riguardavano solo la rivista, ma anche gli scrittori, i filosofi…Discussioni e dibattiti che riguardavano un po’ la situazione internazionale; eravamo nel dopoguerra, era un periodo molto intenso in cui tutti erano orientati alla ricostruzione del Paese, quindi il dibattito era quotidiano. La possibilità di parlare, di confrontarci, di discutere anche delle altre opere d’arte, quindi non solo di architettura ma di poesia, di musica, di teatro…tutti fatti nuovi. Questa era la preparazione intellettuale senza la quale era, ed è, difficile essere architetti…”. I suoi primi lavori vertevano in particolare sul design e sulla progettazione di interni e di abitazioni unifamiliari (Villa con scuderia a S. Siro, casa per week end in Brianza, centro di vacanza al Tonale, negozi Olivetti a Parigi e a Buenos Aires) in cui sono evidenti i riferimenti alla corrente neoliberty. L’intenzione, o, se si preferisce, la “ragione poetica”  del progettare di Gae Aulenti  era, come lei stessa ho dichiarato in varie occasioni,  la  realizzazione di una sintesi tra le istanze funzionali, la conservazione di elementi storici, l’attenzione  per l’ambiente naturale, paesaggistico, socioculturale e il contesto achitettonico preesistente, il rispetto per la tradizione e per la cultura contadina. Un esempio notevole di  questa sintesi è rappresentata dalla ristrutturazione del parco della settecentesca Villa Pucci a Castelfiorentino (1970).

Dal 1976 al 1978 collabora con Luca Ronconi al suo Laboratorio di Progettazione Teatrale, a Prato; nel 1984 firma la scenografia di un memorabile allestimento per il Rossini Opera Festival di Pesaro, del Viaggio a Reims , regia di Luca Ronconi, direzione di Claudio Abbado. Ma il settore in cui l’artista si è maggiormente impegnata, soprattutto negli ultimi anni, è senza dubbio quello museale: tra il 1980 e il 1987 riorganizza gli spazi interni  della vecchia Gare d’Orsay, per raccogliere ed esporre i capolavori dell’impressionismo e del post-impressionismo (ma anche di altri periodi, si pensi alla sala dedicata interamente al “realista” Gustave Courbet o ai luminosi, romantici  paesaggi di Jean-Baptiste Corot!)

 nel migliore dei modi, secondo percorsi progettati con criteri didattici, estetici  e cronologici: la pietra calcarea chiara delle pareti fa risaltare le opere esposte, illuminate dalla luce che piove dalla grande volta-lucernario e dalle lunette in vetro e metallo stile liberty; lo spazio espositivo si dispone su tre piani, la navata centrale funge da tronco principale da cui si diramano corridoi e sale. Dello stesso periodo è la sistemazione del Museo Nazionale d’Arte moderna presso il Centre Pompidou, il restauro di Palazzo Grassi a Venezia, il progetto per il Museo dell’Arte Catalana nel Palazzo Montjuich a Barcellona. Nel 1990 ridisegna l’ingresso della stazione di Santa Maria Novella dalla parte di piazzale Montelungo. Del 1994 è la nuova Galleria del Palazzo della Triennale a Milano, del 1996 il restauro del Palazzo pubblico di San Marino, e la risestimazione della piazza antistante la vecchia stazione Leopolda a Firenze. Il 1999 è un anno di intensissima  attività: a Milano ristruttura lo “Spazio Oberdan”, a Roma le “Scuderie” papali al Quirinale, a Genova allestisce il Museo d’arte orientale Edoardo Chiossone, a Venezia si occupa della ricostruzione del Teatro La Fenice, dal 1999 al 2002 ridisegna le stazioni “Museo” e “Dante” della metropolitana di Napoli. Del 2000 è la sistemazione dell’arredo urbano di Piazzale Cadorna a Milano (dove colloca la contestatissima e coloratissima opera pop in acciaio e vetroresina l’Ago, il Filo e il Nodo di Claes Oldenburg e della consorte Coosje Van Bruggen), il restyling dell’edificio della Ferrovia Nord e la realizzazione di un insediamento turistico-alberghiero in una masseria vicino a Taranto. Il 2003 è l’anno del Castello Estense di Ferrara e del progetto di ritrutturazione del Paòavela a Torino. Nel 2005 ristruttura piazza S. Giovanni a Gubbio. Del 2006 è il bel palazzo dell’Istituto italiano  di cultura a Tokyo. Del 2008 è l’impianto di termovalorizzazione dei rifiuti di Forlì. Nel 2011-12 progetta la ristrutturazione e l’ampliamento dell’aeroporto San Francesco d’Assisi a Perugia. Infine, del 2012 è il restauro e la trasformazione in polo culturale e polifunzionale di Palazzo Branciforte a Palermo e la risestimazione di Piazza Mario Pagano a Potenza. Come si vede, la “signora dell’architettura italiana” (e non solo italiana) come era chiamata,  non era solo un architetto e un’artista di successo (non voleva essere un’archistar!) era soprattutto un’intellettuale e un’ instancabile combattente sui diversi fronti dell’arte, della cultura, della società e, ultimamente, anche della sua malattia, che  ha continuato a lavorare e a progettare fino all’estremo delle forze…Addio, Gae Aulenti!

 

 

 FULVIO SGUERSO

La Galleria d’arte Immaginecolore e

La libreria Books in The Casba

 

Sono liete di presentare il libro

 

Una galleria di stampe

di Fulvio Sguerso

con riflessioni grafiche di Roberto Guerrini

 

(“….Un’opera per sua natura “liquida”, che sfugge per definizione a qualsiasi tentativo di     schematizzazione.”        Dalla postfazione di Marco Fabio Gasperini)

 

 

e la contestuale performance canora

 

Il potere canzonato

(canti fascisti stravolti dalla resistenza popolare)
di Daniela Kalepyros

 

conduce e modera

 

Marco Fabio Gasperini

 

 

Sabato 17 novembre a partire dalle ore 17,30

in vico del Fieno 21 e 40 r – Genova

 
UNA GALLERIA DI STAMPE
In vendita presso la libreria Ub!K di Corso Italia
la Locomotiva di via Torino
Libreria economica di Via Pia

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