SPIGOLATURE di Renzo Balmelli

EUROPEO, PACATO E DETERMINATO.
TORMENTI
. Con l’identica, pacata determinazione con la quale prova a dissodare i partiti, richiamandoli alle loro responsabilità verso il Paese, Mario Draghi cerca di placare i tormenti europei sulla guerra in Ucraina. Sono entrambi, sia in Italia, sia a Bruxelles, passaggi difficili in quanto non tutti remano nella stessa direzione. Difficili, ma indispensabili affinché l’Ue impari finalmente a essere unita, soprattutto ora, nel momento in cui la sanguinosa invasione ordinata da Putin sta entrando in una fase decisiva. Forte della sua lunga esperienza, il premier italiano, senza assumere atteggiamenti plateali, sa benissimo di cosa parla quando esorta l’Europa a non offrire assist sul piatto d’argento al presidente russo.

ILLUSIONI. Quanto sia vero che Matteo Salvini, scavalcando il governo, ha pianificato con l’ambasciata russa il tanto discusso viaggio a Mosca, per ora annullato, resta da verificare. Eventuali azioni di esponenti della maggioranza come quella del capo leghista, tra l’altro giudicate inopportune anche dai suoi, vanno caso mai studiate d’intesa con la coalizione di cui fa parte pure la Lega. Su questo punto Palazzo Chigi resta inamovibile e se l’idea era di scalfirne la solidità, l’obbiettivo è andato fallito. Sullo sfondo del conflitto, la capitale russa è di questi tempi l’indirizzo meno adatto per raccogliere consensi. Sarebbe come volere scalare la parete nord del monte Eiger a mani nude. Dentro le mura del Cremlino si mescolano nostalgiche reminiscenze storiche ad altre più recenti e drammatiche. La pace d’altronde si decide a Kiev e agire in ordine sparso non fa che alimentare illusioni di cui non si sentiva minimamente il bisogno.

DUBBIO. “Ascesa e declino delle grandi potenze”, che nel titolo ricorda il celebre trattato di Montesquieu sul declino dell’impero romano, è l’opera principale di Paul Kennedy, storico e saggista inglese di fama mondiale. Da quando la Russia ha invaso l’Ucraina, in tanti stanno provando a fornire una chiave di lettura al folle disegno prevaricatore. In una intervista al quotidiano La Stampa, l’emerito studioso ha analizzato il conflitto dal punto di vista dei rapporti tra Stati Uniti e Unione Europa cogliendone un aspetto invero originale. È giunto infatti alla conclusione che il “comune nemico” ha avvicinato le sponde dell’Atlantico consentendo alle due potenze di comprendersi meglio. Tuttavia, poiché dubitare implica riflettere, Paul Kennedy si chiede, con considerazioni approfondite e non riducibili a poche righe, fino a quando durerà l’idillio e se, a guerra finita, le relazioni torneranno a essere complicate. Davvero un bel busillis.

ANDAZZO. Se per disavventura i repubblicani riuscissero nell’intento di conquistare Congresso e Senato alle elezioni novembrine di metà mandato, per l’America sarebbe l’inizio di un periodo difficile e carico di tensioni. Ancora più cupo sarebbe l’orizzonte se Trump rientrasse in corsa per tornare alla Casa Bianca. Sono ipotesi tutt’altro che trascurabili e che hanno nella potente lobby delle armi sostenitori irremovibili nel loro favore per la candidatura dell’ex presidente, rafforzata ora dalla proposta di armare gli insegnanti. La strage di Uvalde però ha lasciato nella società cicatrici indelebili. Contro questo andazzo cinico e barbaro, che ferisce al cuore una grande nazione e che con indecente opportunismo si fa spesso argomento di speculazioni elettorali, sta crescendo un deciso movimento di protesta. A dispetto dei cattivi profeti, ormai un deciso cambio di mentalità affinché simili tragedie possano essere evitate si fa sempre meno rinviabile.

PALESTRA. Nel mondo pieno di enigmi ce ne sono alcuni che hanno la capacità di divertire e di rendere orgogliosi gli appassionati che riescono a risolverli senza alzarsi dalla poltrona. Nella categoria rientra a pieno titolo la “Settimana enigmistica”, il passatempo più amato dagli italiani, che esiste da novant’anni, festeggiati da poco, e che continua a proporre cruciverba e tante altre “diaboliche” sfide, senza perdere un colpo. Ora il periodico che ha fatto la storia dell’editoria, ha il suo Cavaliere del Lavoro tra i 25 candidati nominati dal presidente Mattarella. L’onorificenza è stata attribuita a Francesco Baggi Sisini presidente dell’azienda ed erede di una dinastia che dal 1932 fa appassionare intere generazioni di solutori con i “tranelli” e le domande poste dai suoi illustri redattori e professori ai quali non sfugge il minimo errore grammaticale. Insomma una stimolante palestra per esercitare la mente e curare la lingua.

Renzo Balmelli da L’avvenire dei lavoratori
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