L’ingresso del pos nelle chiese…

L’ingresso del pos nelle chiese
per le donazioni elettroniche

L’ingresso del pos nelle chiese
per le donazioni elettroniche

Dai primi di agosto nel Duomo di Torino, edificio millenario che contiene come uno scrigno prezioso la Sindone, le spoglie del beato Pier Giorgio Frassati e, come tutte le cattedrali, numerose opere d’arte antica, sono stati installati…. due modernissimi bancomat.

Gli aggeggi, posti a fianco della cappella che custodisce la Sindone e a quella dedicata a Maria, sono sorretti da leggii in marmo: un agevole schermo touch screen consente di destinare l’obolo elettronico fra tre possibilità:

 per l’accensione di una candela (minimo 1 euro), la celebrazione di una Messa (minimo 10 euro) oppure genericamente per la Chiesa (e qui non esistono limiti alla Provvidenza).

Nel menù occorre selezionare la funzione prescelta e specificare a chi donare, se alla parrocchia o ad un altro istituto religioso. Una volta compiuta la transazione, come fosse una normale operazione di shopping, viene emessa una ricevuta che può essere scaricata dalla dichiarazione dei redditi. A quel punto l’offerta finisce nel conto corrente dell’ente prescelto, e viene segnalata sul telefono o sul computer dell’economo.

L’idea di installare i pos nella Cattedrale è venuta al parroco don Carlo Franco, che si è prontamente attivato dopo aver sentito parlare dell’esperimento nato nel maggio scorso nella diocesi di Chioggia.

Li il vescovo Adriano Tessarollo ha autorizzato il parroco don Vincenzo Tonello a modernizzare gli oboli nella cattedrale di Santa Maria Assunta, nella chiesa di San Giacomo Apostolo e nella chiesa di San Martino. Il vescovo, per anni delegato Migrantes della Cei, salito alle cronache tempo addietro quando durante un’intervista raccontò di come stese con un destro un bandito entrato in canonica quando era parroco a Vicenza, durante l’estate era tornato sotto i riflettori per questa sperimentazione, unica in Italia. Ma non in Europa.

Negli Stati Uniti L’ingresso del pos nelle chiese risale ad almeno 15 anni fa; in Gran Bretagna nei 16mila luoghi di culto abilitati, il 35% delle donazioni è elettronica; in Spagna, dove è possibile dotarne i luoghi di culto dal 1999, non ha mai attecchito mentre in Francia alcune diocesi come Reims e Bordeaux hanno addirittura restituito l’oggetto al suo proprietario.

 Dall’offerta viene detratta una commissione di trenta centesimi per le piccole donazioni e dell’8 per cento per quelle più grosse. Ma a chi vanno? Il bancomat non è infatti di una banca, nonostante molti istituti di credito sarebbero sicuramente felici di farsi pubblicità tramite l’utilizzo dei loro dispositivi. Non è neanche della banca del Vaticano, cioè dello IOR, che dal 1° ottobre avrebbe potuto farsi carico di questo servizio avendo ottenuto per la prima volta nella sua storia dalle autorità bancarie europee l’IBAN necessario a tracciare le transazioni (per i più curiosi, VA810010000000 + il numero di conto di 8 cifre). 

Il dispositivo è proprietà di Donate Lumen (www.donatelumen.org), una società formata da “un insieme di esperti di esperti della Comunicazione, dei Sistemi di Pagamento e di Servizi Informatici e di Aziende, assistiti da Organizzazioni Religiose e con l’Alta supervisione del Prof. Don Manlio Sodi, Presidente della Pontificia Accademia di Teologia” (dal sito della società). Il Salesiano Don Sodi, ex collaboratore del cardinale Tarcisio Bertone, ha passato alcuni brutti momenti insieme al porporato a causa della annosa querelle sull’eredità del senatore Gerini, un’eredità monstre di circa 650 milioni di euro prima finita nelle casse dei fedeli di Don Bosco, poi in parte attribuita dalla giustizia ordinaria ad un consulente finanziario di origini siriane. I quotidiani riportarono nel 2013 una dichiarazione di Don Sodi che confessava di aver ricevuto denaro dal consulente Carlo Maria Silvera, per un totale di 775mila euro, per agevolare la soluzione della contesa giudiziaria iniziata addirittura nel 1990. Circostanza poi smentita dallo stesso prelato, che ora si dedica a diffondere i bancomat lungo la Penisola.

 Nei primi due mesi di attività l’incasso delle offerte elettroniche nel Duomo torinese è stato di circa 300 euro. Un po’ poco per parlare di inversione di tendenza, ma siamo sicuri che i risultati non potranno che migliorare nel tempo. I parroci liguri ci hanno già pensato?

 PAOLO MACINA    26 Novembre 2019

 Torinese, matematico, funzionario presso una compagnia assicurativa, obiettore di coscienza. Esperto di temi relativi all’economia nonviolenta e alla finanza etica, per sei anni rappresentante dei soci torinesi di Banca Popolare Etica e per tre consigliere della Fondazione Culturale Etica. Ha collaborato con diverse riviste d’area pacifista e nonviolenta.

 
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