Il liceo fabbrica di disoccupati?
La sorte dei diplomati al 1°anno di Università a Genova secondo Iris
Questa è la fabbrica dei disoccupati
Le scuole liceali savonesi non danno statistiche, ma quante sorprese!
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La sorte dei diplomati al 1°anno di Università a Genova secondo Iris
Questa è la fabbrica dei disoccupati
Le scuole liceali savonesi non danno statistiche, ma quante sorprese!
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Savona- Il liceo sociale serve a qualcosa o è una fabbrica di disoccupati? A lanciare il sasso nello stagno è stata… la lettera… di un ex studente del liceo sociopsicopedagogico pubblicata il 19 dicembre da La Stampa cui ha fatto seguito, qualche giorno dopo, un’interessante… replica …da parte di un docente universitario che conferma la tesi della sostanziale inutilità delle ex magistrali. |
ll problema è assai attuale, in un momento in cui i genitori devono decidere a quale scuola iscrivere i propri figli: chi manderebbe il suo erede in un liceo che garantisce la disoccupazione al termine degli studi? Le scuole savonesi non forniscono statistiche sul destino dei loro ex allievi. Allora, per avere un’idea su come stanno le cose dalle nostre parti siamo andati a vedere qual è stata la sorte dei diplomati dei licei savonesi che hanno frequentato il primo anno all’Università di Genova. Per chi avrà frequentato il liceo migliore sarà più semplice iniziare con successo l’università: non solo riuscirà a superare i test preselettivi nelle facoltà ad alto tasso d’occupazione con maggiore facilità, ma avrà mediamente risultati migliori qualunque corso frequenti. Ci serviamo, quindi di IRIS, l’Indicatore di Rendimento Interfacoltà Studenti dell’ateneo genovese per valutare il “grado di successo”, nelle rispettive facoltà, degli studenti al loro primo anno, in funzione della Scuola di provenienza. IRIS si ottiene come rapporto fra le prestazioni medie (in termini di voti e di crediti conseguiti) effettivamente fornite dalle matricole giunte da una stessa Scuola, e le prestazioni massime previste dai loro Corsi di Laurea. Misura, quindi, piuttosto efficacemente la maggiore o minore qualità formativa dei vari istituti secondari della nostra regione. Di licei sociali (che oggi, a seguito della riforma, hanno mutato nome in licei delle scienze umane) a Savona vi è solo il “Della Rovere” di Monturbano; anche il liceo Scientifico ‘Issel” di Finale Ligure, peraltro, ha allargato alcune sezioni al liceo delle scienze umane. Ci concentriamo sui licei del capoluogo a vocazione generalista, tralasciando l’artistico Martini (la cui specializzazione verso l’architettura è più che evidente) e quelli della provincia, dove la diversa distanza dall’università falserebbe inevitabilmente i dati. La prima considerazione è che, a giudicare dai dati delle iscrizioni all’ateneo genovese, il boom del liceo sociale tende a sgonfiarsi. Se il classico “Chiabrera” e lo Scientifico “Grassi” hanno mantenuto sostanzialmente invariato il numero degli iscritti all’università, il “Della Rovere”, dopo l’exploit degli anni 2007-2010 (pur fra molti alti e bassi), ha conosciuto un calo pesante nel 2011. Seconda considerazione: analizzando i dari dell’IRIS relativi al rendimento, il confronto è impietoso. La performance complessiva degli ex studenti dei licei tradizionali è stata sempre superiore a quelli del “Della Rovere”. Anche la “peggiore” (in termini di IRIS) delle scuole liceali tradizionali, quindi, ha sempre avuto un rendimento migliore dell’istituto di Monturbano, ed il divario non è sembrato diminuire sostanzialmente con il passare degli anni Terza considerazione: anche quando riescono a superare la prova di ammissione, gli ex studenti del liceo sociale hanno rendimenti decisamente inferiori nelle facoltà a numero chiuso, più quotate in termini di aspettativa professionale, con la sola eccezione del corso di Farmacia. Di più: limitandoci ad una media degli ultimi quattro report pubblicati, i diplomati del liceo “Della Rovere” trovano forti difficoltà rispetto a quelli di “Chiabrera” e “Grassi” in quasi tutte le discipline, con le sole eccezioni del corso di Scienze della formazione, una delle facoltà citate come “fabbrica di disoccupati” nella lettera citata. I dati, insomma, confermano che il successo formativo degli ex studenti dei licei tradizionali è assolutamente superiore a quello del liceo sociale e sembrano dar ragione all’autore della lettera. Ci saranno senz’altro delle ottime spiegazioni per giustificare questi dati; ma i numeri sono questi, e i numeri difficilmente mentono, soprattutto quando devono servire per scegliere.
Massimo Macciò
8 gennaio 2011
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