Tabagismo

LA DIPENDENZA PIU’ SOTTOVALUTATA:
IL FUMO

LA DIPENDENZA PIU’ SOTTOVALUTATA: IL FUMO
 

Questo è un articolo che risulterà controverso nei contenuti e nella sostanza. Un articolo scomodo, come del resto, tante volte, risultano essere le verità. Tante volte cerchiamo, sia per difesa che per inerzia, di non guardare in faccia la vita, oppure ci sforziamo di osservarla dall’angolazione meno problematica. Tutto ciò, è bene precisarlo, tendenzialmente accade a ciascuno di noi quando ci troviamo di fronte ad istanze dolorose e/o difficili da affrontare. Inutile dire che chiudere gli occhi o far finta di niente non serve a nessuno: è un pensiero banale e scontato.

Altrettanto inutile è affrontare gli argomenti difficili attraverso prese di posizione troppo rigide, spesso l’unico risultato che si ottiene è quello di esacerbare le difese di chi è coinvolto. Se tutte queste considerazioni sono valide in generale, in questo scritto mi propongo di applicarle al contesto del tabagismo. Contesto complicatissimo da affrontare, in quanto pur classificabile a tutti gli effetti tra le tossicodipendenze, il tabagismo è legale nel nostro Paese. Una contraddizione in essere che ogni anno è causa diretta di morte di migliaia di persone. Ormai la Scienza ha acclarato lo strettissimo legame che intercorre tra tabagismo,  patologie cardiocircolatorie e patologie neoplastiche, questo solo per citare le correlazioni più macroscopiche. Nella nostra cultura il tabagismo è ampiamente radicato e diffuso, a poco o nulla servono le campagne informative che periodicamente vengono attuate. Ci sono stati tentativi di promuovere campagne shock, mirate ad imprimere suggestioni fortemente negative, non sono mai partite, col dubbio di ledere la sensibilità dei più giovani. Se da un lato potrebbe avere un notevole impatto emotivo la visione di un’immagine che raffiguri un malato terminale di cancro, è purtroppo vero che tali iniziative, soprattutto tra i più giovani, risulterebbero comunque astratte. E’ proprio la carenza di percezione del rischio insito nel tabagismo a rendere apparentemente le sigarette non particolarmente nocive nell’immaginario collettivo. I danni macroscopici si evidenziano nel tempo, ma quando si palesano difficilmente perdonano. Ci sono danni connessi al tabagismo meno evidenti, ma concreti, che si determinano in pochi mesi: sono quelli relativi alla fertilità, per citare un esempio, e l’ultimo recentissimo evidenziato da uno studio scientifico statunitense in cui si dimostra come in un tabagista si verifichi un assottigliamento della corteccia cerebrale. Potrei scrivere pagine e pagine circa i mille e più motivi che dovrebbero indurre le persone a smettere di fumare, ancor più a non cadere nella trappola di questa dipendenza, e non servirebbe assolutamente a niente.

Importante ai fini della prevenzione e della guarigione dal tabagismo è agire sulle cause che portano allo sviluppo di questa dipendenza. I giovanissimi tendono a vivere il presente come se fosse eterno, come se loro fossero eterni, per cui un rischio si percepisce molto malvolentieri, gli adulti faticano moltissimo anche solo a riflettere sull’ipotesi di smettere di fumare, sono ormai dipendenti e la sigaretta per molti è diventata l’amante fatale, sai che ti avvelena ma non puoi resistere.

Dai dati più recenti, quelli dell’indagine Doxa per l’Istituto superiore di sanità, emerge che le ragioni che spingono i minori ad avvicinarsi al fumo sono essenzialmente correlate ad un processo di imitazione: 7 intervistati su 10 (73%) fra i 15 e i 24 anni dichiarano che la principale motivazione è stata l’influenza esercitata dagli amici o il fatto che i propri amici già fumavano. Anche gli atteggiamenti degli adulti incidono: nel 47% dei casi, nelle abitazioni italiane i ragazzi possono fumare dove vogliono senza alcuna restrizione, mentre solo nel 16% dei casi non hanno il permesso di fumare in casa. Inoltre, 8 adulti su 10 (83%) hanno dichiarato di non aver mai visto un tabaccaio rifiutarsi di vendere le sigarette a un minore di 16 anni o chiedere un documento per verificare l’età. Le conclusioni sono piuttosto amare. Le soluzioni complesse, ma nessun percorso di prevenzione e di disintossicazione può esimersi da un lavoro serio ed approfondito sulla propria Persona, sui bisogni e sulle paure che, in ultima analisi, ci accomunano. Sembra piuttosto improbabile che la situazione possa mutare sino a che lo Stato lascerà legale il consumo di tabacco in tutte le sue forme. Il guadagno è troppo alto, di gran lunga superiore al risparmio che si avrebbe in ambito sanitario se non ci fossero le patologie da tabagismo. La cultura la costruiamo tutti, forse farà male a qualcuno scoprire che anche i fumatori sono tossicodipendenti, ma saper guardare la realtà per ciò che è e non per ciò che vorremmo fosse è l’unico modo di volersi bene realmente.

Giovanna Rezzoagli Ganci

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