ORTI FOLCONI: RADICI NEL CEMENTO

ORTI FOLCONI:

RADICI NEL CEMENTO

ORTI FOLCONI: RADICI NEL CEMENTO

In prossimità di Corso Ricci, tra via Lichene e via Frugoni, c’è un pezzettino di Savona che versa in condizioni di profondo degrado e abbandono; una piccola steppa metropolitana, il cui perimetro è stato recintato nel tentativo di celare ai Savonesi la sua più intima bruttezza.

Sto parlando degli Orti Folconi, zona un tempo agricola divenuta poi sede di svariate attività (officine, imprese edili, vivai etc), ma da una decina d’anni in stato di pressoché completo abbandono.

Molti progetti si sono fatti su tale area, secondo l’amministrazione su questo terreno nascerà un insediamento, composto da palazzine (molte) e aree verdi (pochine), che dovrebbe collegare Corso Ricci con il Piazzale della Stazione; un progetto molto dibattuto, osteggiato dai cittadini della zona e dalle molte associazioni ambientaliste, che per il momento pare essere stato accantonato anche per mancanza di investitori disposti a spendere le somme necessarie a realizzarlo, o forse per altre oscure (almeno per chi scrive) ragioni di carattere speculativo.

Rispetto all’effettiva esigenza nella nostra città di nuovi stabili e abitazioni basta citare il fatto che il mercato immobiliare versa in una condizione di profonda crisi, molti sono gli stabili sfitti (ne parlavano anche i giornali la scorsa settimana) e poche le persone che oggi potrebbero permettersi di investire denaro in beni immobili; probabilmente questo è uno dei motivi per cui nessun imprenditore si è ancora arrischiato a costruire su quel terreno.

Comunque sia, Savona si trova con uno spazio che può tranquillamente essere catalogato come “non luogo” a pochi passi dal suo cuore, un “non luogo” che ha inoltre il grande difetto di essere talmente vicino alla stazione ferroviaria da risultare il primo scorcio di cui un visitatore, giunto in treno, gode della nostra città; una steppa desolata, punteggiata di ruderi e sovrastata da quell’abbominio del nostro Palazzo di Giustizia.

Un ben misero biglietto da visita per una città che coltiva velleità turistiche.

L’abbandono e l’obblio sono quindi il substrato su cui sta fiorendo un’iniziativa davvero singolare per il nostro territorio: alcuni cittadini aderenti al gruppo denominato OSTinati hanno pensato di coinvolgere la cittadinanza per mettere un freno a tale declino e riqualificare almeno una porzione degl’Orti Folconi, nella speranza che questo primo sforzo collettivo possa dare il via a un processo di recupero generale della zona; l’intenzione è quella di recuperare in termini filologici la zona, riportandola alla sua primordiale funzione di giardino e di punto di aggregazione.

Il progetto prevede infatti la realizzazione di un roseto costruito secondo le regole rinascimentali in onore dei Della Rovere, che fecero la grandezza di Savona a cavallo tra 400 e 500 e di cui la pianta riprenderà lo stemma; un oasi di bellezza entro la steppa dell’abbandono.

Oltre al roseto il progetto prevede anche la realizzazione di alcuni orti coltivati con la tecnica dell’agricoltura sinergica (a questo link qualche informazione in proposito).

L’area su cui si sta realizzando tale progetto è quella dell’ex Vivaio Scotto messa a disposizione gentilmente dalla famiglia che la possiede, tale area si trova nella porzione di via Lichene adiacente a Corso Ricci (di fianco all’ex centrale operativa dei Carabinieri).

Già pronto un progetto di ampliamento con una sezione di roseto Napoleonico, da realizzare su terreni adiacenti di proprietà pubblica qualora venissero concessi, con cui si traguarderebbe l’apertura di un nuovo, sontuoso, corridoio di collegamento tra Corso Ricci e il piazzale della stazione.

L’aspetto davvero interessante dell’iniziativa è il suo carattere collettivo, i promotori hanno contattato il proprietario, il quale ha accettato di partecipare al progetto concedendo il terreno, che versava in stato di profondo abbandono, e impegnandosi attivamente alla sua pulizia e riqualificazione.

A questo primo gruppo di “ottimisti”, da molti sbertuciati in verità, si sono pian piano aggiunti nuovi membri, alcuni provenienti da realtà associative, come la GASSA (Gruppo di Acquisto Solidale Savonese), sensibili al tema della cementificazione eccessiva del territorio quindi ben disposte a partecipare a iniziative che offrano una concreta alternativa alla costruzione di nuovi palazzi; altri, “semplici” cittadini della zona motivati dalla necessità di riqualificare e rendere migliore il paesaggio ammirabile dalle loro finestre.

Anche Palazzo Sisto, bisogna dirlo, si è reso conto della bontà del progetto e ha contribuito, tramite l’Assessorato all’Ambiente, inviando ATA con i suoi mezzi a prelevare l’immondizia prodotta dalla pulizia dell’area; grazie anche agl’interventi del Consigliere Aschiero che come membro degli OSTinati ha parlato in più occasioni dell’iniziativa al Consiglio e alla Giunta.

L’azione di giardinaggio collettivo, a priori se giungerà o meno al compimento del suo scopo quindi alla realizzazione del roseto, rappresenta per la comunità savonese una palestra di responsabilità; un luogo dove i cittadini possono esercitare attivamente la gestione condivisa del territorio su cui vivono.

La gestione del nostro territorio, specie in periodi di crisi, può e deve essere configurata in termini di responsabilità condivisa; il roseto degl’Orti Folconi è un esempio lampante di risposta dal basso a un esigenza della comunità, a cui il Comune non riusciva, a vario titolo, a dare una risposta.

Si parla di esigenza della comunità per due ragioni: la prima, da quando si è cominciato a lavorare al roseto si è assistito a un aumento abbastanza incoraggiante dei “lavoratori”; la seconda, da quando si è cominciato a parlare dell’iniziativa, sulla stampa e sul web, si sono raccolti quasi esclusivamente pareri favorevole.

Anche se il progetto, per qualsiasi ragione, non arrivasse a concludersi, l’obiettivo di diffondere nella comunità una visone di cittadinanza attiva e responsabile nella gestione del proprio territorio sarà comunque stato raggiunto, almeno tra coloro che il progetto avrà direttamente coinvolto.

Quindi invito tutti a partecipare, l’appuntamento è per tutti i sabato mattina (pioggia permettendo), dalle ore 9 in poi, presso l’ex vivaio scotto in via Lichene; muniti di abiti da lavoro e guanti.

Se aveste attrezzi da giardinaggio nelle vostre disponibilità (cesoie, roncole, falcetti, seghe a motore etc) portateli pure, diversamente vi saranno forniti in loco.

Buon lavoro!

dottor.andrea.guido@gmail.com

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