Le culture agricole nelle aree metropolitane

IL VOLTO DELLA MEMORIA (Novantaquattresima parte)
IL PROBLEMA DELLE CULTURE AGRICOLE NELLE AREE METROPOLITANE

IL VOLTO DELLA MEMORIA 
(Novantaquattresima parte)

 Come preannunciato nell’Articolo della scorsa settimana, oggi procediamo alla pubblicazione del

DIALOGO COL MIO ALTER EGO

 datato 28 maggio 2010, avente per TITOLO:

IL PROBLEMA DELLE CULTURE AGRICOLE

NELLE AREE METROPOLITANE

ALTER: Ma, no, Aldo! Nulla di grave! Il fatto è che  tre giorni fa, ho partecipato ad un dibattito avente per tema: “LA BIODIVERSITA’ VEGETALE ED ANIMALE” ed, in quell’occasione, mi sono permesso di esprimere le tue opinioni (facendole mie), relative alla TECNICA DELLA CISGENESI ed ai MAS, e mi sono trovato di fronte ad una aspra e rigida contestazione: mi sono sentito dire che sono un incallito sostenitore delle tecniche transgeniche e che , di conseguenza, mi stavo avviando verso un percorso errato e quasi maledetto!

Ho dovuto zittirmi, perché sovrastato dalle urla!

Mi sono sentito dire che ero un acerrimo avversario della Biodiversità!

ALDO: Ti capisco, Alter, e sono sinceramente dispiaciuto per quanto ti è successo.

Ma, dimmi, un po’ più nel dettaglio  e con maggiore calma, le posizioni che sono emerse nel contesto di questo dibattito.

ALTER: E’ stato detto, in primo luogo, che il 2010 E’ L’ANNO DELLA BIODIVERSITA’!

E’ stato, altresì, unanimemente affermato che noi tutti dobbiamo partecipare, con entusiasmo e convinzione, a questo evento, perché  “l’Umanità possiede uno straordinario patrimonio naturale, tramandato, nei secoli, dalla sapienza e dalla fatica degli agricoltori di tutto il Mondo!”

Debbo, tuttavia, dirti che è stato sottolineato, da molti partecipanti al dibattito, che questo patrimonio è andato, in grandissima parte, perduto o si sta perdendo.

Ricordo, in particolare, che una gentilissima Signora (della quale, in questo momento, mi sfugge il nome) ha voluto precisare, come eloquente esempio, che, in Italia, alla fine del 1800, esistevano oltre 400 varietà di Frumento, ma che, nell’anno 1996, soltanto OTTO VARIETA’ costituivano l’80 per cento del seme di questo cereale, di importanza fondamentale.

 Ebbene, caro Aldo, di fronte a questa situazione che minaccia di intaccare, nel  profondo, questa Ancestrale Biodiversità, mi sono sentito obiettare (in maniera alquanto vivace, per la verità) che l’unico metodo per difendere  questo enorme patrimonio è il seguente:

“ TUTELARE, RECUPERARE E PROTEGGERE VARIETA’ VEGETALI E RAZZE ANIMALI DAI RISCHI DI INQUINAMENTO GENETICO E PROMUOVERE LA SVILUPPO DELLE COMUNITA’  LOCALI  ATTORNO A QUESTO PATRIMONIO.

IL TUTTO NELLA CONVINZIONE CHE, ATTORNO AL CIBO, SI POSSA FARE ECONOMIA, DIFFONDERE SAPERE, CREARE CONSAPEVOLEZZA E RESPONSABILITA’, CONOSCERE LA NOSTRA STORIA.”


ALDO: Ma, noi non siamo pregiudizialmente contrari a queste posizioni, che mi sembrano, tuttavia, fondate su basi puramente teoriche; ma tu, caro Alter, nella replica che ti sarà stata concessa nel corso del dibattito, potevi riaffermare le proposte che avevamo concordato la scorsa settimana, proposte che  (voglio ribadirlo) erano e sono armoniche con i principi della GREEN-ECONOMY!

ALTER: Ma a quale replica ti riferisci, Aldo? Voglio, ancora una volta, ripeterti che, di fatto, non mi è stato più concesso di parlare!

Tutti, ormai, hanno la verità in tasca e non ammettono alcun cenno contrario, perché ritenuto, addirittura, opposto alla loro visione etica!

ALDO: Cerca di stare calmo, Alter, e vediamo di ribadire, ancora una volta, in modo estremamente sintetico, le nostre convinzioni:

– Siamo favorevoli all’AGRICOLTURA TRADIZIONALE (BILOGICAMENTE INTESA) ed, attraverso essa, puntiamo alla VALORIZZAZIONE DEL SAPERE E DEL LAVORO DEI CONTADINI;

– chiediamo, quindi, di CONCEDERE ALLE POPOLAZIONI RURALI non soltanto l’ACCESSO ALLA TERRA, ma anche alle SEMENTI, alle TECNOLOGIE, alle NUOVE METODOLOGIE DI CULTURA, di cui l’AGRICOLTURA DELL’AVVENIRE avrà fondamentale bisogno.

– Auspichiamo, di conseguenza, un percorso parallelo ed armonico tra CULTURA CONTADINA TRADIZIONALE E L’INNOVAZIONE SCIENTIFICA E TECNOLOGICA;

– Il discorso sui MAS va inserito in questo contesto; il ricorso a PIANTE GENETICAMENTE MODIFICATE, RESISTENTI A PARASSITI, ALLE MALATTIE, ALLA SICCITA’ E RIVOLTE ALL’AUMENTO PRODUTTIVO, SENZA RICADUTE NEGATIVE PER L’ECOSISTEMA  sarà necessario per GARANTIRE E TUTELARE LA BIODIVERSITA’, per la semplice ragione che ogni tentativo di recupero delle produzioni agricole autoctone, soltanto con le metodologie tradizionali, sarà destinato al fallimento; di conseguenza, molte specie vegetali saranno destinate a sparire a causa delle modificazioni climatiche ed ambientali, intervenute , nel frattempo, sul Pianeta.

ALTER:  D’accordo, caro Aldo, ma tu prova andare a fare questi discorsi nei dibattiti gestiti dai tradizionalisti!

Al riguardo, mi sono istintivamente posto questo quesito: Dopo l’esperienza di tre giorni or sono, cosa sarebbe successo se avessi posto all’attenzione dei partecipanti il problema delle CULTURE AGRICOLE NELLE AREE METROPOLITANE.

Sarei stato, addirittura, condannato alla Pena Capitale se avessi posto all’attenzione dei partecipanti il TEMA DEL VERTICAL FARMING che tu hai proposto al giudizio di pochi curiosi in data 16 Maggio 2007!

ALDO: Ma cosa dici, Alter! I VERTICAL FARMING stanno venendo di moda, ne è stato progettato uno (definito: FATTORIA VERTICALE) a MILANO CITTA’.

Ti ho portato in visione il LOGO SKYLAND, affinchè tu possa comprendere interamente l’essenza del progetto. Eccolo:

ALTER: Questo non me lo aspettavo, Aldo!

Ed allora, ripetimi, per favore, le notizie, in tuo possesso, relative a queste strutture; le tue conoscenze (fatte mie) mi permetteranno di fare un figurone nel corso dei futuri dibattiti!

ALDO: Bene, Alter!

E’ stato Dickson Despommier ad ideare, per primo, il VERTICAL FARMING. Era (ed è tuttora) un progetto avveniristico, ricco di interessanti prospettive, perché si propone di realizzare il soddisfacimento dei bisogni alimentari delle popolazioni delle grandi metropoli, nel contesto del più rigoroso rispetto ambientale.

Il progetto può, anche, essere definito “rivoluzionario”, perché viene a sovvertire la linearità delle coltivazioni: queste, infatti,  non saranno più orizzontali, ma saranno sviluppate verticalmente, attraverso la realizzazioni di gigantesche bio-towers (o bio-torri),  totalmente autosufficienti e sostitutive del lavoro nei campi.

Per quanto si riferisce al progetto, previsto in Milano – Città, dalle sommarie notizie che sono riuscito ad apprendere posso dirti quanto segue:

. Si tratta di una Torre, a forma rigorosamente cilindrica, articolata in 30 piani sovrapposti, per una superficie Totale di 42.000 metri quadrati, corrispondenti a 4,2 Ettari Produttivi;

. Ogni Piano della Torre sarà destinato alla coltivazione di prodotti vegetali (da tubero, da foglia, da frutto);

. Lateralmente a questa Torre Centrale sarà edificata una Seconda Torre nella quale verranno collocati i vettori di collegamento (ascensori e montacarichi) ed, inoltre, i locali destinati alle Attività di Servizio e Ricerca ed, al piano terra, i locali  riservati alla vendita dei Prodotti.

Lungo l’altezza di questa seconda Torre sono previsti Corpi Terrazzati, per le funzioni di Ristorazione, Attività Ricreative e Culturali.

. Ritornando all’esame della Strutturazione della Prima Torre (destinata alla produzione agricola) posso precisarti che:

 a) Il TERRENO per la coltivazione  sarà Autoctono (corrispondente, cioè, alla tipologia naturale dei suoli, ove la Torre sarà edificata);

 b) Il SISTEMA ENERGETICO sarà garantito unicamente da Fonti Rinnovabili (Fotovoltaico, Geotermico e Biogas) e convertendo colture o residui della filiera agro-alimentare per la produzione di combustibile, elettricità  e calore;

 c) l’approccio idrico sarà garantito dall’ Acqua Piovana, che verrà convogliata in serbatoi e, successivamente, utilizzata; inoltre, l’ Acqua di Scarico, proveniente dalle coltivazioni, verrà riciclata; sarà raggiunto, quindi, il risultato di eliminare lo scolo agricolo;

 d) tutti i prodotti verranno coltivati biologicamente; quindi: NESSUN FERTILIZZANTE, DISERBANTE ED ANTIPARASSITARIO;

 e) verrà azzerato l’utilizzo dei COMBUSTIBILI FOSSILI (PETROLIO,in particolare), in quanto non viene previsto l’impiego di Aratri e Trattori;

 f) infine, sarà  presente, in ogni piano una RETE DI MONITOR E DI SENSORI, che avranno il compito di controllare il grado di crescita delle Piante e della maturazione dei Prodotti, al fine di pervenire ad una Tempestiva Raccolta; inoltre, un Braccio Robotico  gestirà l’entità dell’ Acqua da erogare e disciplinerà l’intensità della Luce, specifica per ogni tipo di coltivazione.

In estrema sintesi, caro Alter, SKYLAND punta a rispondere al CRITERIO DEI CINQUE ZERI:

– ZERO DISTANCE

– ZERO WASTE

– ZERO EMISSION

– ZERO PESTICIDE

-ZERO POWER

 ALTER: Tutto questo e’ magnifico, Aldo!

Ed, a questo punto, diamo l’addio ai campi, ai prati ed ai boschi ed andiamo a vivere in un appartamento (anche se piccolo e modesto) vicino alle FATTORIE VERTICALI!

 ALDO: Non essere, come al solito, drastico ed uni-direzionale, Alter!

La creazione di nuove VERTICAL FARMING e’, indubbiamente, auspicabile, specie nelle grandi metropoli, perchè esse verranno incontro ai crescenti bisogni di molte persone. Ma noi, Alter, non potremo mai dimenticare il profumo delle nostre campagne e la tipicità dei prodotti agricoli, legati al territorio; con la nascita e la proliferazione delle Fattorie Verticali, questi meravigliosi doni del nostro mondo agreste verranno fatalmente a scemare.

 28 Maggio 2010                                   ALTER E ALDO PASTORE

  


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