Dibattito sul carbone

QUALE NUOVO DIBATTITO TRA I DEMOCRATICI
“AMBIENTALISTI” E l’IDV LIGURE SUL CARBONE?

QUALE NUOVO DIBATTITO TRA I DEMOCRATICI
“AMBIENTALISTI” E l’IDV LIGURE SUL CARBONE?
 

Nella piena convinzione che a Savona qualcosa di nuovo stia accadendo sembra sempre più improbabile che ciò avvenga nelle stanze di partito, né di maggioranza come il Pd e l’IDV che di opposizione come PDL e Lega.

Questi ultimi completamenti assenti nel dibattito.

Una convinzione che scaturisce nonostante le timide opposizioni, o meglio definibili riflessioni a voce alta, di alcuni esponenti del PD savonese, come Durante e Aschiero (vedi uomini liberi), che sembrano dare voce a posizioni contrarie a quelle ufficiali della Segreteria, ma di fatto ribadiscono quelle storiche delle colleghe Giuliano e Giusto uscite inizialmente dalla Segreteria.

Lo sforzo può apparire apprezzabile in un partito come il PD, ma rischia di rivelarsi la solita, ennesima, manovra preelettorale.

Tali tentativi non sono certo configurabili come indirizzi di un vero cambiamento nel dibattito interno al Partito, sulle reali prospettive del famigerato”sviluppo” del savonese ma, ritengo si possa azzardare, che contribuiscano a creare una maggiore confusione su un aspetto di fondamentale importanza per il futuro del nostro territorio.

 

Sicuramente colpiti e spinti dall’improponibile, quanto improbabile idea di sciopero contro i cittadini e le amministrazioni che si oppongono all’uso del carbone in Tirreno Power, avanzata, in modo scomposto, da CGIL e supportata dal segretario Di Tullio.

Sicuramente coscienti che in aria di elezioni amministrative, questo potrebbe rivelarsi un boomerang politico, certi ormai che non ci siano più steccati politici tra gli oppositori a quello che ormai si può definire un altro delitto contro il territorio e la salute.

Memori della sconfitta politica alle amministrative di Vado, quando il PD si vide sottrarre un Comune che gestiva da decenni, suggellando lo scollamento evidente con la gente; cercano affannosamente di porre rimedio alle dichiarazioni arroganti e insensati dei loro dirigenti di partito.

Lo fanno con una certa diligenza, in comunicati, dove, però continua a emergere, una spudorata scarsa conoscenza dell’argomento, ormai sviscerato, in modo dettagliato, in più di un’occasione. Ciò avviene in più punti: quando si parla di attuali quattro(!?) gruppi della centrale, quando si sostiene di rivendicare la tesi di voler rendere meno inquinanti i due vecchi gruppi a carbone, ignorando tutti i dati raccolti, le risultanze sull’impossibilità tecnologica di tale affermazione.

Non basta schierarsi contro l’ampliamento, assurdo, criminale e inutile di una centrale a carbone come quella di Vado, per diventare nuova e credibile proposta, ma bisogna essere convinti che il carbone è una fonte da abbandonare per sempre, soprattutto a Vado.

Non esiste carbone “meno inquinante, più efficiente e più potente” con buona pace dell’architetto Aschiero che, mentre entra correttamente nel merito della spesa sanitaria, e aggiungerei sociale, di una produzione così inquinante di energia, perpetrata per quarant’anni e avvallata proprio dalla sua componente politica, rivela chiaramente i termini della raccolta firme del PD fece nella scorsa tornata elettorale.

L’ampliamento No, ma “ambientalizzazione e adeguamento alla normativa attuale dei gruppi esistenti”.

Questa la posizione che espresse, in consiglio comunale, il PD e che ora tenta di riesumare come fosse innovativa, chi non vuole seguire il Segretario di partito Di Tullio e il Segretario CGIL Rossello in un atteggiamento palesemente suicida.

 

Ma i tempi sono diversi.

Troppi aspetti hanno cambiato l’iter della vicenda e la credibile realizzazione del progetto e non ci si può permettere, in un dibattito nuovo, di rimanere ancora arretrati al 2007.

Quando si promuove un dibattito nuovo, bisogna essere a conoscenza degli sviluppi, dei termini precisi su cui si muove l’opposizione della gente sul territorio, altrimenti si potrebbe pensare che questi sforzi debbano essere strategicamente inutili e fuorvianti.

I cittadini sanno che non c’è normativa cui i gruppi esistenti potranno adeguarsi, e che alla loro ambientalizzazione non ci crede neanche la TP, che conosce bene la situazione illegale in cui versano da ormai troppo tempo e ne chiede quindi la sostituzione con altri più potenti.

Quindi incomprensibile questo tentativo di voler mistificare una posizione politica, mascherandola da dibattito interno.

Giovanni Paladini

Peccato, proprio ora che Legambiente Liguria sembra si sia ormai dichiarata apertamente contro l’uso del carbone e contro i progetti di riconversione delle centrali responsabili in Liguria tra l’altro di emissioni considerevoli di CO2, che andrebbero via, via aggravandosi. 

Legambiente che, ora, finalmente dichiara: “Chiudere Genova e metanizzare Vado.”…VEDI

Per l’IdV invece la schizofrenia si configura invece nelle scelte dell’onorevole Giovanni Paladini che presenta un’interrogazione alla Camera dei Deputati sull’immediata cessazione dell’attività della centrale Enel di Genova, mentre si dimentica di quella Tirreno Power di Vado Ligure oggetto di un progetto di ampliamento, di ricorsi, di denuncie, di proteste pubbliche e dati allarmanti circa i danni alla salute provocati da decenni.

(comunicato stampa su Genova 24 del 25 novembre 2010) …VEDI

Sarebbe “una vecchia centrale”, quella genovese, “che emette inquinanti oltre i limiti”, quella genovese. Lo sostiene con determinazione, forse troppo interessato a fare proseliti elettorali nel quartiere San Benigno, dove i movimenti sono appettibile risorsa di voti.

L’onorevole Paladini, dimentica, però, di dire alla Camera dei Deputati che la produzione sovrabbondante di energia da carbone in Liguria non è solo targata ENEL ma anche Tirreno Power che dirotta energia in Pianura Padana, in Piemonte e nella vicina Francia, quella delle centrali nucleari.

 

Non è chiaro con quali criteri l’onorevole sceglie di chiedere delucidazioni al Governo sulla tempistica di procedimenti che portino alla chiusura della centrale genovese, mentre per quella di Vado l’IdV chiede alle parti di compiere qualche passo avanti ( da IVG 11 dicembre 2010)?

Cosa spinge l’IdV ligure a convincersi e convincere sulla reale pessima qualità dell’aria dei cittadini genovesi, con i quali non si può che solidarizzare, e a Savona chiedere invece che i “fantomatici monitoraggi “ diano garanzie alla popolazione residente che ha pagato e sta pagando un duro prezzo in termini di morbilità e di mortalità?

Mentre a Genova si parla di scempio, a Savona si parla grande rilevanza economica del progetto di ampliamento di una centrale a carbone che garantirebbe lo sviluppo economico.

 

Lo scollamento con i cittadini che abitano il territorio è evidente ed evidenti sono i tentativi scomposti di accaparrarsene quote più o meno disattente con vecchi e inefficaci metodi che altro non fanno che mettere in luce l’attuale paranoia in cui versa la politica dei partiti.

 

    ANTONIA BRIUGLIA   12 dicembre 2010

 

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