SISTEMA BANCARIO E SVILUPPO ECONOMICO

L'avvocato Cerulli ha sicuramente ragione..leggi... le questioni giudiziarie legate alla vicenda del passaggio della CARISA alla CARIGE debbono essere sollevate dall'oblio che pare averle ormai ricoperte da tempo: i cittadini savonesi hanno bisogno di sapere la verità su di un tema così importante.

Tuttavia il problema non si potrà considerare risolto, per via giudiziaria: esiste, infatti, una problematica di grande rilievo legata al ruolo complessivo che l'insieme del sistema bancario presente nella nostra Città, ricopre rispetto ai temi decisivi dello sviluppo economico.

Al riguardo della CARISA, ovviamente, va ricordata (ma questo ricordo lo svolge già, oggettivamente, l'avvocato Cerulli nella sua ricostruzione delle vicende giudiziarie, fin qui rimaste ancora irrisolte) la spaccatura emersa, nell'ambiente del potere economico ed istituzionale della nostra Città, all'epoca della diatriba tra Banca Toscana e – appunto  - CARIGE, per il controllo della CARISA: tutti ricorderanno gli schieramenti e le presi di posizione (compresa quella della Curia Vescovile, attraverso i suoi rappresentanti all'interno della Fondazione De Mari).

Debbono, però, essere rammentati fatti precedenti, legati al più evidente intreccio politica/malaffare emerso dalle nostre parti negli ultimi trent'anni, il cosiddetto”Caso Teardo”, pensando al ruolo tenuto da un presidente della CARISA (oggi scomparso) risultato componente effettivo del “clan”, alle appartenenze di altri presidenti e direttori generali, al come si verificò l'allontanamento dell'avvocato Trivelloni dall'incarico di Vicepresidente (eravamo ancora negli anni'70).

Tutto questo soltanto per affermare che l'assenza di trasparenza nelle vicende del principale soggetto bancario operante nella nostra Città risale a tempi ormai lontani, e che questo tipo di assenza di trasparenza si traduce anche nella sostanziale incapacità, da parte dei vertici della Cassa (ma anche degli altri istituti bancari) di produrre una politica del credito in grado di promuovere diversi livelli di sviluppo: ci limita, invece, a sostenere acriticamente quello che è proposto da uno specifico asse tra politica ed economica, legato essenzialmente ad alcune operazioni edilizie.

Questo asse è vistosamente simboleggiato dalla stessa persona fisica che siede, contemporaneamente, alla Direzione dell'Unione Industriale ed al vertice della Fondazione De Mari.

Un evidente caso di conflitto d'interessi, per un Dirigente dell'Unione Industriali che mi pare abbia, nel corso del suo mandato, il record di dismissioni industriali realizzate sul territorio di sua competenza (dall'Italsider all'ACNA, per arrivare alla Ferrania, soltanto per citare i casi più clamorosi).

Al Vento

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