versione stampabile

           LA LUNGA MANO

 DELLA CHIESA SAVONESE

Antonia Briuglia

Lo scorso anno è stato pubblicato il libro ormai conosciuto ai più, di Preve e Sansa: “Il partito del cemento”, dove la trasversalità degli affari legati alla cementificazione risulta palesemente “incolore”,”inodore” e indifferenziata dal punto di vista politico e partitico.

A quel libro, però, si potrebbe aggiungere un capitolo, ugualmente interessante: quello legato agli affari della ”Chiesa” savonese.

Infatti, anche a Savona, il “potere temporale” di questa ragguardevole realtà, continua da decenni, anche tramite l’attività apostolica, a influenzare con raffinata discrezione, le scelte politiche d’indifferenziato colore, non sempre identificabili con “scudi crociati”.

 Questi ultimi, nelle scelte di schieramento politico savonese, si possono trovare, ad esempio, collocati al centro-destra, come  nell’ultimo ballottaggio per le Provinciali.

Li vediamo qui sostenere il Partito di Berlusconi e quello della Lega, in cui riconoscono, non si capisce come, i valori cristiani della Chiesa.

Al mondo clericale savonese, (come agli alti prelati di Roma,  fortemente schierati sul caso Englaro e sulle coppie di fatto), non passa minimamente per la testa di delegittimare e dissuadere l’identificazione in partiti di Governo di dubbi modelli morali o di criticabili scelte anti-solidali.

Eppure anche a Savona, lo scudo crociato è lì.

Uomini affidabili, per la Curia savonese, non mancano, però, neanche nel centro-sinistra e non solo nel nuovo partito democratico, tra ex-margheritini o transfughi meno identificabili, ma egualmente dediti a servire, anche gli interessi della Chiesa che, guarda caso, non si è vista mai schierare in modo chiaro, sulle scelte scellerate dei rispettivi territori.

Nessuno sa come la Curia e le rispettive Diocesi si collochino su:

 - l’ampliamento della centrale a carbone e la forte presa di

   posizione dell’ordine dei Medici savonesi;

- la cementificazione del mare di Vado pari a 35 campi di calcio per la piattaforma Maersk;

- la costruzione dell’ennesimo inutile porticciolo ad Albissola con annessa torre e cementificazione;

- ecomostri come il Crescent, simbolo dello stravolgimento territoriale savonese per profitti immobiliari.

Benvenuto su Diocesi Savona Noli - Sito ufficiale

  Mai una presa di posizione, se non casi sporadici e, quindi, sorprendentemente clamorosi.

Eppure quasi tutti sono veri e propri attentati al territorio e alla salute dei cittadini: un danno ambientale  che è entrato da poco nei peccati mortali, passibili di Confessione.

 PROFITTI E DANNI AMBIENTALI.

 Peccati mortali di cui, da anni, si può macchiare anche la Chiesa, nella veste di Istituto Diocesano o di altro.

 Un parco di alberi secolari, proprietà della Chiesa, come quello di Via Beato Ottaviano alla Villetta, raso al suolo per poterne ricavare ben più lucrosi box interrati.

L’Istituto Sostentamento del Clero” ci tiene a sottolineare che, dal 27 marzo scorso, le proprie quote sono passate all’INCISA srl, fatto ininfluente perché l’approvazione dei 100 box ormai era stata ampiamente trattata e approvata proprio quando tutto il parco era ancora nelle mani della Chiesa.

 

Un asilo, quello Balbi, proprietà della Chiesa, stesso Istituto, ad Albisola Capo, in demolizione per ricavarne appartamenti con un considerevole aumento di volumi edificabili e naturalmente altri box interrati.

La concessione contiene anche una” destinazione d’uso educativa e caritativa” come una ludoteca che, si chiede, non implichi particolari condizioni favorevoli dal punto di vista finanziario.

  

Una casa di riposo, il Palazzolo Faraggiana, di Albissola Marina, un lascito alla Chiesa vincolato dalla Soprintendenza con cappella di alto valore artistico annessa, smantellata e venduta a privati per farne oggetto dell’ennesimo progetto speculatorio...GUARDA

Quali condizioni sono state incluse nelle proposte di vendita dell’immobile e che fine ha fatto il diritto di prelazione destinato agli enti pubblici, obblighi per i beni ecclesiastici in vendita??

 

Sono solo alcuni esempi ma rilevanti.

Eppure la gente dei quartieri, quella con cui, la Chiesa, attraverso le Diocesi e le Parrocchie, dovrebbe dialogare, si è costituita in Comitati e si è fatta sentire.

La gente non ha mancato di opporsi, di contestare con impegno e determinazione queste scelte, ma la Chiesa savonese si continua a comportare come se non fosse l’interlocutore diretto.

Ci pensino gli Amministratori che hanno permesso tutto questo, a difendere il loro operato davanti alla cittadinanza.

Amministratori tra i quali ci saranno sicuramente i “referenti fidati”, come ci sono loro avvocati, loro ingegneri, loro architetti, loro funzionari comunali.

Ne ricordo uno, un tempo, che dopo una settimana di “lavoro”, la domenica puntualmente si confessava, per poi ritornare a “lavorare”.

Oggi non si confessa più nessuno e, sulla Stampa del 19 giugno scorso, è proprio la Chiesa a lamentarsene, quella stessa Chiesa che dopo le scuole, le Messe e le benedizioni, gli ospedali o le cliniche, i convitti, i funerali, i matrimoni, i battesimi e le elemosine si occupa di commerci vari, di terreni, di case in affitto o in nuda proprietà, d’immobili da costruire o da vendere, forse troppo indaffarata perché trovi il tempo di confessare.

                                                                ANTONIA BRIUGLIA