TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni LA LUNGA MANO DELLA CHIESA SAVONESE. Lo scorso anno è stato pubblicato il libro
ormai conosciuto ai più, di Preve e Sansa: “Il partito del cemento”,
dove la trasversalità degli affari legati alla cementificazione risulta
palesemente “incolore”,”inodore” e indifferenziata dal punto di vista
politico e partitico. A quel libro, però, si potrebbe aggiungere un
capitolo, ugualmente interessante: quello legato agli affari della
”Chiesa” savonese. Infatti, anche a Savona, il “potere temporale”
di questa ragguardevole realtà, continua da decenni, anche tramite
l’attività apostolica, a influenzare con raffinata discrezione, le
scelte politiche d’indifferenziato colore, non sempre identificabili con
“scudi crociati”. Questi ultimi, nelle scelte di schieramento
politico savonese, si possono trovare, ad esempio, collocati al
centro-destra, come nell’ultimo ballottaggio per le
Provinciali. Li vediamo qui sostenere il Partito di
Berlusconi e quello della Lega, in cui riconoscono, non si capisce
come, i valori cristiani della Chiesa. Al mondo clericale savonese, ( come agli alti
prelati di Roma, fortemente schierati sul caso Englaro e sulle
coppie di fatto), non passa minimamente per la testa di delegittimare e
dissuadere l’identificazione in partiti di Governo di dubbi modelli
morali o di criticabili scelte anti-solidali. Eppure anche a Savona, lo scudo crociato è lì. Uomini affidabili, per la Curia savonese, non
mancano, però, neanche nel centro-sinistra e non solo nel nuovo
partito democratico, tra ex-margheritini o transfughi meno
identificabili, ma egualmente dediti a servire, anche gli interessi
della Chiesa che, guarda caso, non si è vista mai schierare in modo
chiaro, sulle scelte scellerate dei rispettivi territori. Nessuno sa come la Curia e le rispettive
Diocesi si collochino su: - l’ampliamento della centrale a carbone e la
forte presa di posizione dell’ordine dei Medici
savonesi; - la cementificazione del mare di Vado pari a
35 campi di calcio per la piattaforma Maerks; - la costruzione dell’ennesimo inutile
porticciolo ad Albissola con annessa torre e cementificazione; - ecomostri come il Crescent, simbolo dello
stravolgimento territoriale savonese per profitti
immobiliari. Mai una presa di posizione, se non casi
sporadici e, quindi, sorprendentemente clamorosi. Eppure quasi tutti sono veri e propri attentati
al territorio e alla salute dei cittadini: un danno ambientale
che è entrato da poco nei peccati mortali, passibili di Confessione.
PROFITTI E DANNI AMBIENTALI. Peccati mortali di cui, da anni, si può
macchiare anche la Chiesa, nella veste di Istituto Diocesano o di altro. Un parco di alberi secolari, proprietà
della Chiesa, come quello di Via Beato Ottaviano alla Villetta, raso al
suolo per poterne ricavare ben più lucrosi box interrati. L’Istituto Sostentamento del Clero” ci
tiene a sottolineare che, dal 27 marzo scorso, le proprie quote sono
passate all’INCISA srl, fatto ininfluente perché l’approvazione dei 100
box ormai era stata ampiamente trattata e approvata proprio quando tutto
il parco era ancora nelle mani della Chiesa. Un asilo, quello Balbi, proprietà della
Chiesa, stesso Istituto, ad Albisola Capo, in demolizione per ricavarne
appartamenti con un considerevole aumento di volumi edificabili e
naturalmente altri box interrati. La concessione contiene anche una”
destinazione d’uso educativa e caritativa” come una ludoteca che, si
chiede, non implichi particolari condizioni favorevoli dal punto di
vista finanziario. Una casa di riposo, il Palazzolo
Faraggiana, di Albissola Marina, un lascito alla Chiesa vincolato dalla
Soprintendenza con cappella di alto valore artistico annessa,
smantellata e venduta a privati per farne oggetto dell’ennesimo progetto
speculatorio. http://www.youtube.com/watch?v=l7-5nqIFXbY Quali condizioni sono state incluse nelle
proposte di vendita dell’immobile e che fine ha fatto il diritto di
prelazione destinato agli enti pubblici, obblighi per i beni
ecclesiastici in vendita? Sono solo alcuni esempi ma rilevanti. Eppure la gente dei quartieri, quella
con cui, la Chiesa, attraverso le Diocesi e le Parrocchie, dovrebbe
dialogare, si è costituita in Comitati e si è fatta
sentire. La gente non ha mancato di opporsi, di
contestare con impegno e determinazione queste scelte, ma la Chiesa
savonese si continua a comportare come se non fosse l’interlocutore
diretto. Ci pensino gli Amministratori che hanno
permesso tutto questo, a difendere il loro operato davanti alla
cittadinanza. Amministratori tra i quali ci saranno
sicuramente i “referenti fidati”, come ci sono loro avvocati, loro
ingegneri, loro architetti, loro funzionari comunali. Ne ricordo uno, un tempo, che dopo una
settimana di “lavoro”, la domenica puntualmente si confessava, per poi
ritornare a “lavorare”. Oggi non si confessa più nessuno e, sulla
Stampa del 19 giugno scorso, è proprio la Chiesa a
lamentarsene, quella stessa Chiesa che dopo le scuole, le Messe e le
benedizioni, gli ospedali o le cliniche, i convitti, i funerali, i
matrimoni, i battesimi e le elemosine si occupa di commerci vari, di
terreni, di case in affitto o in nuda proprietà, d’immobili da costruire
o da vendere, forse troppo indaffarata perché trovi il tempo di
confessare.
ANTONIA BRIUGLIA |