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LA FINANZA E IL POTERE

By J. Bochaca

Terza parte

(brani proposti da Marco G. Pellifroni)

 

[…] Questo sistema, che sarà oggetto di scherno per le future generazioni, conferisce al banchiere il controllo del livello dei prezzi, e, come logica conseguenza, dei salari. Praticamente il banchiere mantiene, sui propri concittadini, un potere assoluto, un potere quale mai il più dispotico tiranno abbia immaginato: il potere di assoggettare alle sue pretese chiunque osi opporglisi, mediante la minaccia latente della rovina. Il moderno banchiere o, più esattamente, il sistema finanziario, è in grado di rovinare i suoi debitori e di strappar loro "legalmente" la proprietà.

"Supponiamo che io sia un banchiere e che presti mille dollari a John Smith, con la garanzia della sua fabbrica. Subito dopo ritiro una parte dei miei altri prestiti, diminuendo così il potere di acquisto nella regione in cui John Smith svolge la sua attività. Come conseguenza di detta contrazione del potere di acquisto e della relativa 'domanda', i prezzi scenderanno e John Smith cesserà di guadagnare. Siccome deve pagarmi gli interessi sul prestito, egli comincia a diminuire il personale e a installare macchine che gli consentano di economizzare mano d'opera. Però io proseguo nella riduzione dei prestiti. E i prezzi continuano a scendere, tanto che, alla fine, John Smith si ritroverà senza mezzi. Egli mi informa che non può corrispondermi gli interessi. Pertanto gli sequestro la fabbrica e la pongo in vendita. La miglior offerta è di ottocento dollari e quindi me la tengo in pagamento del mio prestito. Poco più tardi riprendo a far prestiti e i prezzi tornano a salire. La fabbrica di John Smith acquista ora un notevole valore giacché, somministrando il potere d'acquisto, ho fatto aumentare la 'domanda' di quanto essa produceva. Così posso ora venderla per cinquemila dollari, lucrandone quattromila in piena legalità".

Crisi mondiale del 1929. L'esempio addotto potrà tacciarsi di esagerato. In verità ogni esempio, per servire da ammaestramento, deve essere in un certo senso caricaturale. Diceva Goethe che "pensare è esagerare"! Eppure il fatto illustrato si è verificato molte volte in pratica. Così, nel 1930, gli Stati Uniti d'America si trovavano con i magazzini zeppi, però mancava il danaro necessario a farne commercio, cioè a far giungere i prodotti ai consumatori. L'inflazione aveva spinto i piccoli risparmiatori a cercare fonti di investimento che garantissero un reddito superiore alla svalutazione del danaro. L'investimento maggiormente rimunerativo era rappresentato dall'acquisto di azioni. Il "gioco al rialzo" provocò un sempre maggiore afflusso di capitali nel mercato azionario, e quindi la sottrazione degli stessi al mercato del consumo di merci. Ciò provocò il fallimento di numerose aziende medio-piccole. Conseguenza di tali fallimenti fu la caduta verticale del valore dei titoli azionari di queste aziende. 1 piccoli azionisti temettero di perdere i propri risparmi e si affrettarono a vendere le azioni da loro possedute, provocando la caduta verticale di tutti i titoli quotati a Wall Street. Si verificò il famoso crack del black Friday (venerdì nero), le imprese fecero bancarotta a migliaia e il trenta per cento degli operai rimase senza lavoro.

Altro esempio. Il 16 maggio 1963 il Tribunale Correzionale di Nivelles in Belgio esaminava la questione del fallimento della ditta SOCOGA. Paul Marie de Launoy rese dinanzi al giudice la seguente deposizione: "La Banque Belge d'Afrique, della quale io ero amministratore delegato, concesse un credito di 61 milioni di franchi belgi alla SOCOGA". Il Presidente: "si tratta di molto danaro per una banca il cui capitale è di 100 milioni". Il teste: "Di 144 milioni... e la banca disponeva in quel momento di 1350 milioni di crediti impiegati in ogni loro forma". Più avanti il teste aggiunse: "Qualunque imprenditore può trovarsi sull'orlo del fallimento quando gli vengono revocati i crediti".

Ma torniamo alla situazione negli USA del 1929. Le mercanzie erano più che abbondanti, i silos granari pieni da straripare - si dovettero finanche distruggere i raccolti bruciandoli - la mano d'opera, sia specializzata che bracciantile, pronta al lavoro: mancava solo il "danaro"! Le banche vennero in possesso di decine di migliaia di industrie, aziende commerciali, imprese agricole, negozi. Mancava danaro... mancava qualcosa che, seppure ardua da guadagnare, risulta, in cambio, la cosa più facile da farsi: è sufficiente la tipografia dello Stato, che tutela e controlla la quantità emessa, acciocché sia proporzionata alla reale ricchezza prodotta. E tuttavia il governo statunitense non fece stampare il danaro occorrente. Per aumentare il volume di danaro circolante fu abbassato il tasso di sconto, a fine di scoraggiare l'immobilizzo di capitali presso le banche. Ciò aggravò la situazione di crisi dell'apparato produttivo, dato che all'aumento della liquidità non corrispose una ripresa della produzione, bloccata dalla mancanza di capitali bancari di investimento. Da tale situazione gli U.S.A. usciranno soltanto con la politica economica di inflazione programmata del presidente Roosevelt, di ispirazione keinesiana (New Deal).

Da questo momento in poi, negli U.S.A. inizierà a svilupparsi una politica di intervento crescente dello Stato nei campi economici interni ed internazionali. Il governo degli Stati Uniti, di concerto con il consiglio (Board) dei direttori della Federal Reserve Corporation*,   che è un consorzio fondato nel 1913 al fine di unificare gli enti di emissione della carta moneta, prima costituiti ora dall' una ora dall'altra banca privata, fissa il livello del tasso di sconto, regolando in tal modo il volume di danaro liquido presente sul mercato.

Nei confronti della Federal Reserve Corporation (ente funzionante in modo analogo alla Banca d'Italia [oggi alla BCE]) il governo contrae un debito nominale ogniqualvolta per effettuare lavori pubblici, o per intervenire in sostegno di particolari settori economici che si trovino in grave crisi, fa stampare nuovo danaro. La differenza tra le entrate, dovute a tasse, imposte e utili delle aziende gestite dallo Stato, e i prestiti contratti con la Federal Reserve dà la misura tangibile della salute economica del Paese (da un punto di vista capitalistico, naturalmente). Il debito dello Stato nei confronti della Federal Reserve, che prende il nome di "Debito Pubblico", permette di regolare la quantità di carta moneta in circolazione, e quindi di evitare che si riproducano situazioni di grave recessione come quella del 1929.

Le conseguenze di una completa libertà di azione da parte delle banche balzano alla vista. Essendo onnipotenti - quindi irresponsabili - le banche hanno potere di vita e di morte su qualsiasi impresa, per quanto robusta essa sia. La degenerazione finanziaria di tale fenomeno comporta il gravissimo estremo che per effetto del rifiuto di un prestito, un'impresa, per quanto prospera, può in un determinato momento vedersi costretta a vuotare i propri magazzini a qualunque prezzo, anche in pura perdita, per far fronte ad obbligazioni urgenti e scadenze. Dopo averla obbligata a vendere sottocosto, gli agenti della oligarchia bancaria comprano grosse quantità delle giacenze deprezzate; successivamente si approva il prestito, le mercanzie salgono di prezzo e vengono rivendute con fantastici guadagni. Detta pratica di furto legalizzato è giunta a un grado tale di raffinatezza, che è sufficiente annunciare attraverso la stampa un aumento o una riduzione del tasso di sconto per far salire o scendere a volontà il valore degli stock.

Grazie a tali sistemi i membri della Federal Reserve e i loro vassalli delle banche private hanno praticamente raggiunto il controllo di tutte le grandi industrie americane... e, movendo da ciò, hanno cominciato la coca-colonizzazione del pianeta.

Per riassumere diremo che il cosiddetto "Credito" consiste nel falso impegno assunto dai banchieri di pagare dieci [oggi sino a 50] volte di più del denaro che essi posseggono, proveniente dai loro depositanti-creditori. Il credito non consiste in danaro autentico, a corso legale, ma potendo far le veci del medesimo - per pagare beni o servizi, o per estinguere debiti - di fatto diventa impossibile distinguerlo dalla moneta legale. Questi "impegni o promesse di pagamento", rilasciati dal banchiere sotto forma di libretti di assegni bancari, nascono come prestiti che devono essere rimborsati con relativi interessi.   

I banchieri si riservano il "diritto" di cancellare le loro "promesse" - a credito! - potendo così a loro arbitrio revocare il novanta per cento del potere di acquisto - la "domanda" - di un Paese. In effetti essi si limitano a suscitare fluttuazioni molto più modeste, giacché anche piccole fluttuazioni sono sufficienti ad alterare il livello dei prezzi in un senso o nell'altro, alterazioni delle quali essi vivono.

 

* Tra i principali membri del primo consiglio di questa Corporation, troviamo il banchiere di Amburgo Paul M. Warburg. Un fratello di questi si trovò compromesso, e per questo ufficialmente accusato dai servizi segreti statunitensi, per aver contribuito a finanziare la rivoluzione bolscevica del 1917. Un altro Warburg fu privato della nazionalità tedesca, in applicazione delle leggi razziali del Reich nel 1933.

 

(continua e termina sul prossimo numero)                                              14 giugno 2009