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      URLARE LA PROTESTA, SI DEVE!

di Antonia Briuglia

 

Una mia riflessione su un articolo di Pellizzetti, opinionista di Micromega apparso sul Secolo XIX, m’induce a sostenere con determinata convinzione che, proprio nella Provincia savonese, ai cittadini “pensanti” non resti, a difesa della democrazia, che urlare la loro protesta.

Cittadini che, impegnati in comitati spontanei, hanno deciso, da qualche tempo, di occuparsi di difesa del territorio dall’aggressione del cemento, di difesa della salute contro fonti d’inquinamento di varo genere, di scelte non condivise nel progetto del futuro delle loro cittadine.   

 Essi hanno, oggi, tutto il diritto di non usare “mezzi toni” e di uscire da quell’atteggiamento di composto dissenso che alla classe politica è giovato molto, in questi ultimi anni.

In una campagna elettorale, quella savonese, dove i linguaggi non vogliono rinnovarsi, dove anche la sinistra si presenta incapace di liberarsi da “cartelli elettorali” e impostare un progetto sui nuovi contenuti; dove candidati “politicanti” del centro- destra, cadono miseramente sulla “buccia di banana” della legalità; dove i veri problemi del territorio non scalfiscono le presentazioni in pubblico delle liste, se non nei pronunciamenti di titoli: ci sarebbe il bisogno di “URLARE LA PROPRIA INSODDISFAZIONE, IL PROPRIO RIFIUTO!!!!!”

 

Il rifiuto di una politica logora come i suoi rappresentanti, che riciclati e invecchiati anche nel pensiero, continuano ad imperversare nelle diverse liste elettorali dove anche  chi ha visibilmente fallito, o che ha inutilmente ricoperto cariche istituzionali o promosso speculazioni, si presenta all’elettorato come fosse nuovo alla scena politica, nell’illusione tutta italiana che la gente abbia la memoria corta.

Il disinteresse dei cittadini è sempre stato un meccanismo che facilita e premia quest’atteggiamento politico che, ora, anche a Savona e provincia non sarà così facile perpetrare.

 

Comitati cittadini, sempre più numerosi, sempre più attenti e consapevoli, diventano la canalizzazione del dissenso democratico a scelte operate da decisori acriticamente scollati dal territorio ma intenti a perseguire interessi la cui natura non sfugge più come un tempo.

La critica quindi passa nelle mani dei destinatari, predestinati ad alimentare la qualità democratica della vita politica cittadina.

Essi hanno il diritto di urlare la loro protesta, proprio in questi giorni, dove chi si candida a gestire le Amministrazioni locali e provinciali o al Governo Europeo, sembra più preso da incontri autoreferenziali, da aperitivi sulla spiaggia, da cenette conviviali che da un dibattito vero sui temi della nostra provincia.

Un dibattito assente su temi scottanti dei nostri territori quali: piani urbanistici locali che quadruplicano magicamente gli indici di fabbricabilità previsti dai piani Regolatori, delocalizzazioni di fabbriche e trasformazioni territoriali, inquinamento atmosferico e danni alla salute, viabilità compromessa e soluzioni urgenti, potenziamento della centrale a carbone e costruzione d’inutili porticcioli con cementificazioni annesse, raccolta differenziata dei rifiuti e possibili inceneritori.

Temi che, anche da soli, potrebbero alimentare un dibattito interessante e chiarificatore per gli elettori e che, invece, vengono opportunamente aggirati o minimizzati, se non rimandati a quando i cittadini non potranno che subirne gli effetti.

E’, quindi, soprattutto questo il tempo in cui hanno il diritto di urlare la loro protesta  coloro che si battono contro il potenziamento della centrale a carbone a Vado che, dopo anni di lotte di comitati e di medici per l’ambiente, viene propinata nel parere favorevole di Impatto Ambientale della Commissione Tecnica Nazionale, come una credibile risposta “ecocompatibile” tanto attesa per un territorio fortemente degradato.

Un potenziamento di ulteriori 460 MW dove Tirreno Power , che sta gestendo un ‘impianto obsoleto e fortemente inquinante, autocertifica la qualità ambientale delle emissioni del nuovo gruppo, riscontrando il gradimento e l’approvazione di un organismo politico di controllo che rigetta ai mittenti, quali numerosi gruppi politici e comitati, tutte le opposizioni debitamente documentate.

 

Hanno il diritto di urlare la loro protesta coloro che si battono contro la cementificazione del mare a Margonara, dove si chiama Porto e grattacielo e a Vado, dove di chiama piattaforma ed esigere la prova dei veri benefici per le popolazioni locali a fronte degli inevitabili scempi ambientali.

 

Hanno il diritto di urlare la loro protesta coloro che si stanno opponendo alla presa di possesso di tutte quelle zone che stanno offrendo a gruppi immobiliari e non solo, occasione di grossi profitti in cambio di un’impattante e devastante cementificazione.

 

Hanno il diritto di urlare la loro protesta quei Comitati che, in mancanza di una libera informazione, contattano i nostri blog per avere una voce , per comunicare “conoscenza”, per dialogare sui motivi di un’opposizione sempre più organizzata e  convinta  ad uno sviluppo tossico del territorio, un processo di trasformazione a cui, i cittadini che lì vivono, hanno il diritto di partecipare.

Chi chiede la delega dei cittadini a operare scelte  deve obbligatoriamente relazionarsi con loro.

Chi chiede la delega ai cittadini deve ormai prendere coscienza che la frustrazione e la delusione prodotta dalla mancanza di politica condivisa, hanno lasciato finalmente il posto, a Savona, a Vado, a Quiliano, ad Albisola e in molte altre cittadine della provincia ad una azione  partecipata di protesta e di defezione sempre più palpabile.                                                       

                                                 

                                                       ANTONIA BRIUGLIA