TRUCIOLI SAVONESI spazio di riflessione per Savona e dintorni
URLARE LA PROTESTA, SI DEVE!
Una mia riflessione su un articolo di
Pellizzetti, opinionista di Micromega apparso sul Secolo XIX,
m’induce a sostenere con determinata convinzione che, proprio
nella Provincia savonese, ai cittadini “pensanti” non resti, a
difesa della democrazia, che urlare la loro protesta. Cittadini che, impegnati in
comitati spontanei,
hanno deciso, da qualche tempo, di occuparsi di difesa del
territorio dall’aggressione del cemento, di difesa della salute
contro fonti d’inquinamento di varo genere, di scelte non
condivise nel progetto del futuro delle loro cittadine. Essi
hanno, oggi, tutto il diritto di non usare “mezzi toni” e di
uscire da quell’atteggiamento di composto dissenso che alla
classe politica è giovato molto, in questi ultimi anni. In
una campagna elettorale, quella savonese, dove i linguaggi
non vogliono rinnovarsi, dove anche la sinistra si presenta
incapace di liberarsi da “cartelli elettorali” e impostare un
progetto sui nuovi contenuti; dove candidati “politicanti” del
centro- destra, cadono miseramente sulla “buccia di banana”
della legalità; dove i veri problemi del territorio non
scalfiscono le presentazioni in pubblico delle liste, se non nei
pronunciamenti di titoli:
ci sarebbe il bisogno di “URLARE LA PROPRIA INSODDISFAZIONE, IL
PROPRIO RIFIUTO!!!!!”
Il rifiuto di una politica logora come i
suoi rappresentanti, che riciclati e invecchiati anche nel
pensiero, continuano ad imperversare nelle diverse liste
elettorali dove anche
chi ha visibilmente fallito, o che ha inutilmente
ricoperto cariche istituzionali o promosso
speculazioni, si presenta all’elettorato come fosse nuovo
alla scena politica, nell’illusione tutta italiana che la gente
abbia la memoria corta. Il disinteresse dei cittadini è sempre stato
un meccanismo che facilita e premia quest’atteggiamento politico
che, ora, anche a Savona e provincia non sarà così facile
perpetrare.
Comitati cittadini,
sempre più numerosi, sempre più attenti e consapevoli, diventano
la canalizzazione del dissenso democratico a scelte operate da
decisori acriticamente scollati dal territorio ma intenti a
perseguire interessi la cui natura non sfugge più come un tempo. La critica quindi passa nelle mani dei
destinatari, predestinati ad alimentare la qualità democratica
della vita politica cittadina.
Essi hanno il diritto di urlare la loro protesta,
proprio in questi giorni, dove chi si candida a gestire le
Amministrazioni locali e provinciali o al Governo Europeo,
sembra più preso da incontri autoreferenziali, da aperitivi
sulla spiaggia, da cenette conviviali che da un dibattito vero
sui temi della nostra provincia. Un dibattito assente su temi scottanti dei
nostri territori quali: piani urbanistici locali che
quadruplicano magicamente gli indici di fabbricabilità previsti
dai piani Regolatori, delocalizzazioni di fabbriche e
trasformazioni territoriali, inquinamento atmosferico e danni
alla salute, viabilità compromessa e soluzioni urgenti,
potenziamento della centrale a carbone e costruzione d’inutili
porticcioli con cementificazioni annesse, raccolta differenziata
dei rifiuti e possibili inceneritori. Temi che, anche da soli, potrebbero
alimentare un dibattito interessante e chiarificatore per gli
elettori e che, invece, vengono opportunamente aggirati o
minimizzati, se non rimandati a quando i cittadini non potranno
che subirne gli effetti. E’, quindi, soprattutto questo il tempo in
cui hanno il diritto
di urlare la loro protesta
coloro che si battono
contro il potenziamento della
centrale a carbone a Vado
che, dopo anni di lotte di comitati e di medici per l’ambiente,
viene propinata nel parere favorevole di Impatto Ambientale
della Commissione Tecnica Nazionale, come una credibile risposta
“ecocompatibile” tanto attesa per un territorio fortemente
degradato. Un potenziamento di ulteriori 460 MW dove
Tirreno Power , che sta gestendo un ‘impianto obsoleto e
fortemente inquinante, autocertifica la qualità ambientale delle
emissioni del nuovo gruppo, riscontrando il gradimento e
l’approvazione di un organismo politico di controllo che rigetta
ai mittenti, quali numerosi gruppi politici e comitati, tutte le
opposizioni debitamente documentate.
Hanno il diritto di urlare la loro protesta
coloro che si battono contro la
cementificazione del mare a
Margonara, dove si chiama Porto e grattacielo e a Vado, dove
di chiama piattaforma
ed esigere la prova dei veri benefici per le popolazioni locali
a fronte degli inevitabili scempi ambientali.
Hanno il diritto di urlare la loro protesta
coloro che si stanno opponendo alla presa di possesso di tutte
quelle zone che stanno offrendo a gruppi immobiliari e non solo,
occasione di grossi profitti in cambio di un’impattante e
devastante cementificazione.
Hanno il diritto di urlare la loro protesta
quei Comitati che, in mancanza di una libera informazione,
contattano i nostri blog per avere una voce , per comunicare
“conoscenza”, per dialogare sui motivi di un’opposizione sempre
più organizzata e
convinta ad uno
sviluppo tossico del territorio, un processo di trasformazione a
cui, i cittadini che lì vivono, hanno il diritto di partecipare. Chi chiede la delega dei cittadini a operare
scelte deve
obbligatoriamente relazionarsi con loro. Chi chiede la delega ai cittadini deve ormai
prendere coscienza che la frustrazione e la delusione prodotta
dalla mancanza di politica condivisa, hanno lasciato finalmente
il posto, a Savona, a Vado, a Quiliano, ad Albisola e in molte
altre cittadine della provincia ad una azione
partecipata di protesta e di defezione sempre più
palpabile.
ANTONIA
BRIUGLIA
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