mail della settimana/
Da Alassio ci scrive l'ingegner Augusto Galelli
<Trucioli Savonesi, che pena che mi fate....
.....Speriamo non ci scappi pure il morto>
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Risponde la redazione: il lettore si riferisce a quanto scritto da Belfagor sul numero di domenica 19 aprile 2009 (vedi....). E' un'opinione rispettabilissima, non sta a noi giudicare. Possiamo anche sbagliare e sforzarci di essere più obiettivi. Le critiche sono sempre utili in democrazia. Una cosa soltanto ci preme chiarire. Non seguiremo quel giornalista pubblicista del ponente savonese che, a seguito di un articolo firmato e poco gradito, venne percosso da un noto personaggio alassino che un giorno si e l'altro pure è ospite di giornali, televisioni, con interviste e fotografie. Il processo che lo vedeva imputato di lesioni personali, in tribunale, ad Albenga, non arrivò mai al dibattimento in aula. La parte lesa-parte civile (il giornalista) fu risarcito con un bel gruzzolo di milioni (lire), ma sottoscrisse l'impegno davanti ai legali che la notizia non fosse divulgata da organi di informazione. Cosa che puntualmente avvenne. Il nostro ironico censore, tra l'altro, fa benissimo a difendere anche l'operato della moglie, assessore comunale, che non cita e che noi non abbiamo citato. Per la storia cittadina, non da oggi ad Alassio accadono fatti singolari. Da cronaca nazionale. Ma fa più paura, a quanto pare, un giornalismo libero che un pubblico processo penale, in tribunale.
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