Hanno saputo decidere una poco credibile riduzione
dei gas serra del 50% nel lontano 2050.
Hanno deciso loro per i nostri nipoti, sì perché tra
40 anni loro, che non ci saranno più, non potranno vedere con i loro
occhi ciò che i loro scellerati comportamenti hanno prodotto al pianeta.
Oscurate dalle vicende riguardanti la manifestazione
di Piazza Navona, dalle polemiche sul lodo Alfano e dalle solite (non
richieste) reazioni del mondo politico e religioso all’intervento poco
gradito del “comico” di turno, sono passate sotto tono le dichiarazioni
di Berlusconi che comunicava con soddisfazione la decisione presa a
Hokkaido sulla costruzione di 1000 centrali nucleari e che, con suo
grande compiacimento, l’Italia sarà in prima fila.
Dobbiamo soddisfare una domanda mondiale sempre più
crescente di energia, di cui gli USA consumano il 25%, mentre il costo
dell’uranio sta, comunque, aumentando del 1100% e le sue riserve stanno
diminuendo, senza parlare delle scorie, argomento che nessuno ritiene
più di dover affrontare in modo serio e approfondito.
IL NUCLEARE FRANCESE
Intanto, l’8 luglio,
30.000 litri
di liquido contenente uranio sono usciti dalla centrale nucleare di
Tricastin a Bollene(vicino Avignone), in Francia, riversandosi in due
fiumi della turistica Vaucluse. Per le autorità, che diramano un
bollettino solo 12 ore dopo, nessun problema, ma nei comuni di Bollene,
Lapalud e Lamotte-Du-Rhone sono vietati: la balneazione, la pesca,
l’irrigazione e l’uso dell’acqua potabile.
I responsabili della Socatri, l’azienda mondiale
numero uno per il nucleare, non si spiegano le cause dell’incidente che
deve essere successo durante le normali opere di pulizia vasche.
Comunque per “cedimenti tecnici” ( dizione ufficiale)
,i primi di questo tipo nel mondo, si sono riversati sul suolo 360 chili
di uranio. Cento volte quello si può disperdere in un anno.
Esperti tecnici, come spesso accade, in tv assicurano
che non c’è da preoccuparsi che il livello d’inquinamento scende di ora
in ora e in alcuni bacini il consumo di acqua è addirittura consentito.
Qui il tasso di uranio sembra di 2 microgrammi per
litro: tutto normale.
Claudio Scajola |
Questa non ci
voleva proprio!
Proprio qualche giorno prima, il ministro
Scajola sosteneva con fermezza che, la vicina Francia ha sul suo
territorio le centrali e quindi inutile quest’opposizione tutta
italiana a costruirle, vista ormai la sicurezza di quelle di
nuova generazione.
Inoltre la
pressante propaganda di Sarkozy, conscio dell’affare dei
prossimi anni, sul nucleare francese all’avanguardia,
finalizzata a fare incetta di contratti per centrali e forniture
di uranio non deve rischiare di essere intaccata da un incidente
di percorso, che è sempre raccomandabile minimizzare.
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VECCHIE E NUOVE
CENTRALI
Sembra comunque che la massiccia costruzione
di centrali di “NUCLEARE SICURO”, quello di terza e quarta
generazione, debba essere affiancata dal ritorno di costruzioni
di centrali termoelettriche a “CARBONE PULITO”.
Efficaci e curiosi i due inattendibili
aggettivi, collocati dopo il tipo di fonte energetica: SICURO e
PULITO.
Il carattere ambientale rende sempre più
digeribile e apparentemente rinnovata una scelta che sembrava
ormai obsoleta e pericolosa.
I due tipi di
centrale hanno comunque, contrariamente a quanto ci si vuole far
credere importanti aspetti in comune tra i quali, ad esempio,
lo stoccaggio,
le une delle scorie e le altre del CO2.
Per entrambi si propone, come scelta
rassicurante, quello sotterraneo, ma l’Agenzia Internazionale
per l’energia stima che abbattere il CO2 entro il 2050, con
questo sistema richiederebbe costi e spazi proibitivi, senza
garantire la sicurezza di tali processi.
Non ultimi i rischi sismici e la
contaminazione delle acque potabili.
Questa tecnologia, poi, come quella delle
centrali nucleari di terza generazione, sarà disponibile nel
2030, data in cui le emissioni di CO2 saranno, nel frattempo,
aumentate in modo irreversibile.
In
Calabria, intanto, a Saline
Joniche, l’ex - liquichimica è venduta a una società svizzera (
discendente dalla RATA ENERGIA A.G.) per poterci costruire una
centrale a carbone di poco più di 1300 MW.
Per chi vive vicino a quella di Vado Ligure
(di 1400 MW) e, conscio delle problematiche, si oppone
fermamente al suo potenziamento è facile comprendere le
preoccupazioni e le ansie degli amici calabresi, che i
giornalisti Monteleone e Foti denunciano con analisi dettagliate
e competenti.
In Calabria il baratto sta, come sempre, nei
posti di lavoro, a Vado lo”sviluppo” del comprensorio. Tutto ciò
al posto della salute delle popolazioni attuali e future.
Vado e gran parte dei territori del
comprensorio, però, il loro prezzo l’hanno già ampiamente
pagato, ecco perché si oppongono in maniera determinata al
potenziamento.
I cittadini che abitano intorno alla centrale,
hanno già ricevuto il loro bagaglio di ossidi di azoto e di
zolfo, di micro particelle, di diossine, benzene, benzopirene,
cadmio, cromo, piombo, mercurio, arsenico, vanadio, manganese,
nichel…..
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La centrale Tirreno Power |
CERTIFICAZIONI EMAS
Il paradosso, che la dice lunga sulle
certificazioni e chi le rilascia è, comunque, la certificazione
EMAS assegnata il 17/06/2004 alla Tirreno Power di Vado Ligure,
proprietaria della Centrale a Carbone.
Sembra che la Centrale possieda un elevato
livello di sensibilità ambientale e che sia il primo impianto in
Liguria ad avere la certificazione ISO 14001.
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Mentre per quest’ultima l’Ente Certificatore è
un’organizzazione privata, la certificazione EMAS è rilasciata a
livello europeo .
Verrebbe da
chiedersi: chi sia stato
il verificatore
e di chi sia la responsabilità
della sorveglianza, poiché tale
certificazione di standard ambientale elevato permette, insieme
ad altre agevolazioni, la riduzione del pagamento di polizze
assicurative proprio per eventuale danno ambientale?
Verrebbe da
chiedersi: chi sorveglia le
emissioni, visto la latitanza Regionale e Provinciale, chi gli
scarichi, i rifiuti, le contaminazioni del terreno e delle
acque, le polveri, tutti parametri previsti dalla EMAS ?
Verrebbe da
chiedersi: se non sia giunto il
momento, da parte delle Autorità Sanitarie Savonesi e della
Magistratura, promuovere una ricerca sulla popolazione residente
nel circondario, sulle morti e sulle malattie strettamente
correlate alle emissioni della Centrale?
I dati pubblicizzati più volte da esperti e
studiosi, come il Dott.Franceschi e la Dott.ssa Piccinini,
confermano anche per Vado i dati delle ricerche già
condotte negli USA , i cui risultati attestano come l’uso del
carbone come combustibile sia il più dannoso per la salute umana
e strettamente legato all’eccesso di mortalità.
Verrebbe da
chiedersi: se sia il caso di
vigilare sulla farsa delle certificazioni, delle bandiere e
delle iniziative che di ambientale non hanno proprio nulla se
non il nome.
Svolgere finalmente quel ruolo che gli Enti
Pubblici dovrebbero assolvere e cioè quello di amministrare
rappresentando e tutelando i cittadini?
ANTONIA BRIUGLIA
Apprendo dalla Stampa dell’11/07/08, ad
articolo già concluso, che l’Autorità per la Sicurezza Nazionale
francese ha ordinato la chiusura dell’impianto nucleare a
Triscastin e l’immediata messa in sicurezza che, dalle ispezioni
effettuate, è risultata insoddisfacente.
L’ASN denuncia che “il dispositivo che
dovrebbe evitare la fuoriuscita di liquido presenta irregolarità
rispetto alle disposizioni dei regolamenti”.
Dopo quattro giorni di rassicurazioni, per
alcune zone di utilizzo dell’acqua, di grave, minimizzato,
inquinamento del suolo, di taciuti danni alla salute pubblica
anche da parte della Prefettura francese:
è partito un
rapporto al Procuratore della Repubblica sulle eventuali
responsabilità.
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