- Dall' analisi dei dati pubblicati da
questo Istituto, emerge quanto segue:
* sono circa 2.500.000 i nuclei familiari a
RISCHIO POVERTA'; in altri termini,
l' 11 PER CENTO delle famiglie
italiane, equivalenti a circa 8 Milioni di persone;
* ampliando l'indagine oltre i limiti
dell' indigenza, viene, tuttavia, fatto rilevare che META' DELLE
FAMIGLIE ITALIANE (e, più precisamente, il
51 PER CENTO) vive con l'incubo della Terza Settimana del
Mese, perchè non è più in condizione di far quadrare il proprio
bilancio a fine mese;
* soltanto un modesto 15 PER CENTO
di famiglie dichiara di chiudere in pareggio il bilancio, senza,
tuttavia, avere possibilità di risparmiare;
* esiste, infine, un significativo 23 PER
CENTO, il quale non presenta alcun problema nella
gestione delle finanze familiari e che, anzi, riesce a mettere
da parte risparmi di diversa entità.
Commentando questi dati statistici, l' EURISPES conclude che lo
SPETTRO DELLA POVERTA' E' IN AUMENTO
e, per di più, si allarga a ceti sociali sino ad ora considerati
indenni da questo fenomeno.
- In particolare, sino all'epoca attuale, allorquando si
trattava il tema della povertà, fatalmente la nostra attenzione
si rivolgeva alle PERSONE ANZIANE e
non vi è dubbio, al riguardo, che il problema esiste tuttora;
pensiamo, ad esempio, che sono circa 7
MILIONI GLI ANZIANI, che sopravvivono (si fa per dire)
con un REDDITO PARI A 500 EURO MENSILI.
Ma, attualmente, sta sorgendo una NUOVA
POVERTA', che investe, sempre di più il
MONDO GIOVANILE; pensiamo, in
proposito, che secondo I DATI DEL RAPPORTO ISTAT 2007, i
GIOVANI SENZA LAVORO hanno
raggiunto la cifra di 1.5 MILIONI e
che i cosiddetti PRECARI sono
diventati circa 3 MILIONI;
possiamo, quindi, ragionevolmente affermare che la nostra
gioventù vede, davanti ai propri occhi, un orizzonte non già
ricco di benessere materiale e spirituale, bensì ricco di
ombre, se non addirittura oscuro.
Ma, quello che più ci rattrista e che maggiormente ci deve
preoccupare sono le indagini riferite alla
CONDIZIONE DELL'INFANZIA NELLA NOSTRA SOCIETA'.
Il quadro, riportato dal "QUARTO RAPPORTO SU I DIRITTI
DELL' INFANZIA E DELL' ADOLESCENZA IN ITALIA" (reso pubblico nel
maggio di quest'anno) è, al riguardo, addirittura allarmante;
secondo il Dossier, nel nostro Paese, E'
ESPOSTO A RISCHIO POVERTA' IL
24 PER CENTO DEI MINORI; tale percentuale sale al 35 PER CENTO
se si considerano i bambini che vivono in famiglie numerose e
raggiunge il 40 PER CENTO nel caso di minori che vivono in
famiglie monoparentali.
Il sintesi, questi dati confermano una situazione di estrema
fragilità sociale, con conseguente grave rischio di ulteriore
impoverimento. |
.
La BANCA D'ITALIA ha calcolato che il 45 PER CENTO DELLA
RICCHEZZA NAZIONALE (immobili e risorse finanziarie) E'
POSSEDUTO DAL 10 PER CENTO DELLE FAMIGLIE (dieci anni fa era il
41 PER CENTO).
. EUROSTAT ha misurato il grado
(più o meno equo) della Distribuzione dei Redditi e della
Ricchezza tra i cittadini con un INDICATORE DI EGUGLIANZA
SOCIALE; attraverso l'utilizzazione di questa metodologia, ha
piazzato i Paesi Scandinavi in cima alla classifica e l' Italia
al fondo. Eppure, l'Italia, con 1.500 Miliardi di ricchezza
posseduta dai cittadini in immobili e finanze (stima della
BANCA D' ITALIA) risulta essere il PAESE PIU' RICCO D'EUROPA,
essendo la ricchezza privata pari a nove volte il Prodotto
Interno Lordo, contro valori medi di
quattro volte il PIL nel
resto d' Europa.
Possiamo quindi affermare, con assoluta sicurezza, che ci
troviamo di fronte ad ALCUNI ITALIANI
RICCHI ED UN PAESE RICCO DI POVERI; in alcuni termini, la
ricchezza è concentrata nelle mani di pochi; tutto questo è il
risultato di un'errata politica, che ha condotto ad una iniqua
redistribuzione dei redditi e della ricchezza.
- La nostra Liguria e la nostra Savona non si sottraggono,
ovviamente, a questa tendenza; ricordo che, già in data 4 Aprile
2007, i quotidiani locali avevano evidenziato che "crescono
i poveri aumentano i nuclei familiari in difficoltà ad arrivare
a fine mese; è sempre più vasto il numero di anziani in
crisi nera per comprare le medicine, pagare le badanti,
automantenersi."
La conferma di queste dichiarazioni giungeva, a sua
volta, dai numeri della Caritas di Savona (datati: 7-10-2007):
in un anno si sono rivolte a questa benemerita
Istituzione, per manifesta povertà, ben 787 persone ed alla
mensa di fraternità di via De Amicis sono stati
distribuiti 13.324 pasti, per un valore di 55.000 Euro.
In contrapposizione a questi agghiaccianti dati, consiglio
semplicemente ai nostri affezionati lettori di cercare di
rintracciare il quotidiano "Il Secolo XIX" del 20 Novembre 2007;
e, a pagina 14, potranno riscontrare le seguenti notizie:
- IN LIGURIA AUMENTA IL NUMERO DEI PAPERONI
- SONO OLTRE 21.000 LE FAMIGLIE CHE HANNO ALMENO 500.000
EURO IN CONTANTI DA INVESTIRE NEL "PRIVATE BANKING"
- 21.600 FAMIGLIE PRIVATE IN LIGURIA DETENGONO CIRCA 23
MILIARDI DI EURO
- DISTRIBUZIONE DELLA RICCHEZZA PRIVATA IN LIGURIA (ANNO
2007):
° 56 PER CENTO: GENOVA
° 17 PER CENTO: SAVONA
° 14 PER CENTO: IMPERIA
° 13 PER CENTO: LA SPEZIA
- Può la Società attuale e, soprattutto, quella del futuro
accettare questa situazione?
O dobbiamo andare oltre?
La risposta a questi due quesiti è insita nelle parole di
Muhammad Yurus (Premio Nobel per la Pace- 2006), che, ancora una
volta, sottopongo alla cortese attenzione dei nostri lettori: |
|

Mohammad Yumus |
"LA POVERTA' E' UNA CREAZIONE
ARTIFICIALE. NON FA PARTE DELLA SOCIETA' UMANA
E POSSIAMO ELIMINARLA.
POSSIAMO, CIOE', FARE USCIRE LE PERSONE DALLO STATO DI
POVERTA' ED INSERIRLE NEL CIRCUITO DELL' ECONOMIA.
LA SOLA COSA CHE DOBBIAMO FARE E' MODIFICARE LE NOSTRE
ISTITUZIONI E LE NOSTRE POLITICHE: DOPO NON CI SARA'
PIU' LA POVERTA'". |
Ecco, quindi, il nodo da sciogliere:
MODIFICARE LE NOSTRE POLITICHE.
Ritengo personalmente che i presupposti ideali ed etici
per raggiungere questo obiettivo siano già esemplarmente
scritti nell'ARTICOLO 3 DELLA
NOSTRA COSTITUZIONE che, integralmente riporto:
"TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITA' SOCIALE
E SONO EGUALI DAVANTI ALLA LEGGE, SENZA
DISTINZIONE DI SESSO, DI RAZZA, DI LINGUA, DI RELIGIONE,
DI OPINIONI POLITICHE, DI CONDIZIONI PERSONALI E
SOCIALI.
E' COMPITO DELLA REPUBBLICA RIMUOVERE GLI OSTACOLI DI
ORDINE ECONOMICO E SOCIALE CHE, LIMITANDO DI FATTO LA
LIBERTA' E L'EGUAGLIANZA DEI CITTADINI, IMPEDISCONO IL
PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA E L'EFFETTIVA
PARTECIPAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI ALL'ORGANIZZAZIONE
POLITICA, ECONOMICA E SOCIALE DEL PAESE."
Per attuare concretamente e sino in fondo questi nobili
presupposti ideali, non occorrono certamente
provvedimenti fondati unicamente sulla Carità, quali la
SOCIAL CARD, proposta del Ministro Tremonti (Carta
prepagata da 400 EURO ALL' ANNO,
promessa a 1,2 Milioni di persone
economicamente svantaggiate, per ottenere sconti su beni
alimentari e sulle bollette della luce); occorre ben
altro: per raggiungere l'OBIETTIVO
DI UNA PIU' EQUA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO è necessario
MODIFICARE IL NOSTRO MODO DI PRODURRE E DI CONSUMARE
e, soprattutto, RIVALUTARE IL
CONCETTO DI AUSTERITA' (introdotto negli anni '70
del Secolo scorso da Enrico Berlinguer); è, per me,
commovente ricordare, oggi, le Sue parole:
"UNA POLITICA DI AUSTERITA' NON E' UNA POLITICA DI
TENDENZIALE LIVELLAMENTO VERSO L'INDIGENZA, NE' DEVE
ESSERE PERSEGUITA CON LO SCOPO DI GARANTIRE LA SEMPLICE
SOPRAVVIVENZA DI UN SISTEMA ECONOMICO E SOCIALE ENTRATO
IN CRISI.
UNA POLITICA DI AUSTERITA', INVECE, DEVE AVERE COME
SCOPO QUELLO DI INSTAURARE GIUSTIZIA, EFFICIENZA, ORDINE
E, AGGIUNGO, UNA MORALITA' NUOVA.
CONCEPITA IN QESTO MODO, UNA POLITICA DI AUSTERITA',
ANCHE SE COMPORTA (E, DI NECESSITA', PER LA SUA STESSA
NATURA) CERTE RINUNCE E CERTI SACRIFICI, ACQUISTA, AL
TEMPO STESSO, SIGNIFICATO RINNOVATORE E DIVIENE, IN
EFFETTI, UN ATTO LIBERATORIO PER GRANDI MASSE, SOGGETTE
A VECCHIE SUDDITANZE E AD INTOLLERABILI EMARGINAZIONI,
CREA NUOVE SOLIDARIETA' E, POTENDO COSI' RICEVERE
CONSENSI CRESCENTI, DIVENTA UN AMPIO MOTO DEMOCRATICO,
AL SERVIZIO DI UN'OPERA DI TRASFORMAZIONE SOCIALE."
Con grande piacere, ho notato che un grande
esponente dell'attuale politica italiana, Giorgio
Ruffolo, è giunto ad analoghe conclusioni:
-QUELLA SINTESI DI TECNICA E DI MERCATO CHE HA COSTITUITO
IL SEGRETO DEL TRIONFO CAPITALISTICO NE RAPPRESENTA,
OGGI, LA PRIGIONE.
NON E' VERO CHE LA TECNICA PRESCRIVE DI FARE TUTTO CIO'
CHE E' FATTIBILE. ESSA PRESCRIVE DI FARE TUTTO CIO' CHE
E' PROFITTEVOLE.
IL PROBLEMA, ALLORA, NON E' QUELLO DI SOTTRARSI ALLA
TECNICA, MA DI SOTRARRE LA TECNICA ALLE LEGGI DI
MERCATO, PONENDOLA AL SERVIZIO DELLA CONOSCENZA.
IN QUESTO SENSO, L'EQUILIBRIO
ECOLOGICO, L'ARRESTO DELLA CRESCITA ECONOMICA
DELL'AVERE, STERILE E AUTODISTRUTTIVA E' LA PREMESSA
NECESSARIA DI UN UMANESIMO TRASCENDENTE, INTESO ALLO
SVILUPPO ESISTENZIALE DELLA SPECIE UMANA.
26 Giugno 2008 Aldo Pastore |
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