TRUCIOLI SAVONESI
spazio di riflessione per Savona e dintorni

I PROBLEMI SOCIALI DEL FUTURO


TRENTATREESIMA PUNTATA

LA POVERTA' IN ITALIA

Aldo Pastore

- In questi ultimi mesi, alcuni Istituti Statistici hanno pubblicato molteplici e variegati dati sul TEMA DELLA POVERTA' nel nostro Paese.
Di particolare rilievo, mi sono sembrate le cifre, riportate, nel Giugno di quest'anno, dall' EURISPES, perchè riferite non già ai singoli individui o alle categorie anagrafiche delle persone, bensì ai NUCLEI FAMILIARI.

- Dall' analisi dei dati pubblicati da questo Istituto, emerge quanto segue:
* sono circa 2.500.000 i nuclei familiari a
RISCHIO POVERTA'; in altri termini, l' 11 PER CENTO delle famiglie italiane, equivalenti a circa 8 Milioni di persone;

* ampliando l'indagine oltre i limiti dell' indigenza, viene, tuttavia, fatto rilevare che META' DELLE FAMIGLIE ITALIANE (e, più precisamente, il
51 PER CENTO) vive con l'incubo della Terza Settimana del Mese, perchè non è più in condizione di far quadrare il proprio bilancio a fine mese;

* soltanto un modesto
15 PER CENTO di famiglie dichiara di chiudere in pareggio il bilancio, senza, tuttavia, avere possibilità di risparmiare;

* esiste, infine, un significativo
23 PER CENTO, il quale non presenta alcun problema nella gestione delle finanze familiari e che, anzi, riesce a mettere da parte risparmi di diversa entità.

Commentando questi dati statistici, l' EURISPES conclude che lo
SPETTRO DELLA POVERTA' E' IN AUMENTO e, per di più, si allarga a ceti sociali sino ad ora considerati indenni da questo fenomeno.

- In particolare, sino all'epoca attuale, allorquando si trattava il tema della povertà, fatalmente la nostra attenzione si rivolgeva alle
PERSONE ANZIANE e non vi è dubbio, al riguardo, che il problema esiste tuttora; pensiamo, ad esempio, che sono circa 7 MILIONI GLI ANZIANI, che sopravvivono (si fa per dire) con un REDDITO PARI A 500 EURO MENSILI.
Ma, attualmente, sta sorgendo una
NUOVA POVERTA', che investe, sempre di più il MONDO GIOVANILE; pensiamo, in proposito, che secondo I DATI DEL RAPPORTO ISTAT 2007, i GIOVANI SENZA LAVORO hanno raggiunto la cifra di 1.5 MILIONI e che i cosiddetti PRECARI sono diventati circa 3 MILIONI; possiamo, quindi, ragionevolmente affermare che la nostra gioventù vede, davanti ai propri occhi, un orizzonte non già ricco  di benessere materiale e spirituale, bensì ricco di ombre, se non addirittura oscuro.
Ma, quello che più ci rattrista e che maggiormente ci deve preoccupare sono le indagini riferite alla
CONDIZIONE DELL'INFANZIA NELLA NOSTRA SOCIETA'.
Il quadro, riportato dal "QUARTO RAPPORTO SU I DIRITTI DELL' INFANZIA E DELL' ADOLESCENZA IN ITALIA" (reso pubblico nel maggio di quest'anno) è, al riguardo, addirittura allarmante; secondo il Dossier, nel nostro Paese, E' ESPOSTO A RISCHIO POVERTA' IL 24 PER CENTO DEI MINORI; tale percentuale sale al 35 PER CENTO  se si considerano i bambini che vivono in famiglie numerose e raggiunge il 40 PER CENTO nel caso di minori che vivono in famiglie monoparentali.
Il sintesi, questi dati confermano una situazione di estrema fragilità sociale, con conseguente grave rischio di ulteriore impoverimento.

- Tuttavia, nella nostra Italia, le notizie e le riflessioni sulle  condizioni di benessere o di malessere della popolazione non possono limitarsi soltanto all'esame del  Dramma Povertà; cerchiamo, dunque, di esaminare, in maniera più dettagliata, il problema nella sua interezza; andiamo, cioè, a vedere i dati nazionali ed internazionali sulla DISTRIBUZIONE DEI REDDITI E DELLA RICCHEZZA NEL  NOSTRO PAESE

. La BANCA D'ITALIA ha calcolato che il 45 PER CENTO DELLA RICCHEZZA NAZIONALE (immobili e risorse finanziarie) E' POSSEDUTO DAL 10 PER CENTO DELLE FAMIGLIE (dieci anni fa era il 41 PER CENTO).
. EUROSTAT ha misurato il grado (più o meno equo) della Distribuzione dei Redditi e della Ricchezza tra i cittadini con un INDICATORE DI EGUGLIANZA SOCIALE; attraverso l'utilizzazione di questa metodologia, ha piazzato i Paesi Scandinavi in cima alla classifica e l' Italia al fondo. Eppure, l'Italia, con 1.500 Miliardi di ricchezza posseduta dai cittadini in immobili e finanze (stima della BANCA D' ITALIA) risulta essere il PAESE PIU' RICCO D'EUROPA,  essendo la ricchezza privata pari a nove volte il Prodotto Interno Lordo, contro valori medi di quattro volte il PIL nel resto d' Europa.
Possiamo quindi affermare, con assoluta sicurezza, che ci troviamo di fronte ad ALCUNI ITALIANI RICCHI ED UN PAESE RICCO DI POVERI; in alcuni termini, la ricchezza è concentrata nelle mani di pochi; tutto questo è il risultato di un'errata politica, che ha condotto ad una iniqua redistribuzione dei redditi e della ricchezza.
- La nostra Liguria e la nostra Savona non si sottraggono, ovviamente, a questa tendenza; ricordo che, già in data 4 Aprile 2007, i quotidiani locali avevano evidenziato che "crescono i poveri aumentano i nuclei familiari in difficoltà ad arrivare a fine mese; è sempre più vasto il numero di anziani in  crisi nera per comprare le medicine, pagare le badanti, automantenersi."
La conferma di queste dichiarazioni  giungeva, a sua volta, dai numeri della Caritas di Savona (datati: 7-10-2007): in un anno si sono rivolte a questa  benemerita  Istituzione, per manifesta povertà, ben 787 persone ed alla mensa di fraternità di via De Amicis  sono stati distribuiti 13.324 pasti, per un valore di 55.000 Euro.
In contrapposizione a questi agghiaccianti dati, consiglio semplicemente ai nostri  affezionati lettori di cercare di rintracciare il quotidiano "Il Secolo XIX" del 20 Novembre 2007; e, a pagina 14, potranno riscontrare le seguenti notizie:
- IN LIGURIA  AUMENTA IL NUMERO DEI PAPERONI
- SONO OLTRE 21.000 LE FAMIGLIE  CHE HANNO ALMENO 500.000 EURO IN CONTANTI DA INVESTIRE NEL "PRIVATE BANKING"
- 21.600 FAMIGLIE  PRIVATE IN LIGURIA DETENGONO CIRCA 23 MILIARDI DI EURO

- DISTRIBUZIONE  DELLA RICCHEZZA PRIVATA IN LIGURIA (ANNO 2007):
° 56  PER CENTO: GENOVA
° 17  PER CENTO: SAVONA
° 14 PER CENTO: IMPERIA
° 13 PER CENTO: LA SPEZIA

- Può la Società attuale e, soprattutto, quella del futuro accettare  questa situazione?
 O dobbiamo andare oltre?
La risposta a questi  due quesiti è insita nelle parole di Muhammad Yurus (Premio Nobel per la Pace- 2006), che, ancora una volta, sottopongo alla cortese attenzione dei nostri lettori:  

"LA POVERTA' E' UNA CREAZIONE ARTIFICIALE. NON FA PARTE DELLA SOCIETA'  UMANA  E POSSIAMO ELIMINARLA.
POSSIAMO, CIOE', FARE USCIRE LE PERSONE DALLO STATO DI POVERTA' ED INSERIRLE NEL CIRCUITO DELL' ECONOMIA.
LA SOLA COSA CHE DOBBIAMO FARE E' MODIFICARE LE NOSTRE ISTITUZIONI E LE NOSTRE POLITICHE: DOPO NON CI SARA' PIU' LA POVERTA'".

Ecco, quindi, il nodo da sciogliere: MODIFICARE LE NOSTRE POLITICHE.
Ritengo personalmente che i presupposti ideali ed etici per raggiungere questo obiettivo siano già esemplarmente scritti nell'ARTICOLO 3 DELLA NOSTRA COSTITUZIONE che, integralmente riporto:
"TUTTI I CITTADINI HANNO PARI DIGNITA' SOCIALE
E SONO EGUALI DAVANTI  ALLA LEGGE, SENZA DISTINZIONE DI SESSO, DI RAZZA, DI LINGUA, DI RELIGIONE, DI OPINIONI POLITICHE, DI CONDIZIONI PERSONALI E SOCIALI.
E' COMPITO DELLA REPUBBLICA RIMUOVERE GLI OSTACOLI DI ORDINE ECONOMICO E SOCIALE CHE, LIMITANDO DI FATTO LA LIBERTA' E L'EGUAGLIANZA DEI CITTADINI, IMPEDISCONO IL PIENO SVILUPPO DELLA PERSONA UMANA E L'EFFETTIVA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI ALL'ORGANIZZAZIONE POLITICA, ECONOMICA E SOCIALE DEL PAESE."
Per attuare concretamente e sino in fondo questi nobili presupposti ideali, non occorrono certamente provvedimenti fondati unicamente sulla Carità, quali la SOCIAL CARD, proposta del Ministro Tremonti (Carta prepagata da 400 EURO ALL' ANNO,  promessa a 1,2 Milioni di persone economicamente svantaggiate, per ottenere sconti su beni alimentari e sulle bollette della luce); occorre ben altro: per raggiungere l'OBIETTIVO DI UNA PIU' EQUA DISTRIBUZIONE DEL REDDITO è necessario MODIFICARE IL NOSTRO MODO DI PRODURRE E DI CONSUMARE e, soprattutto, RIVALUTARE IL CONCETTO DI AUSTERITA' (introdotto negli anni '70 del Secolo scorso da Enrico Berlinguer); è, per me, commovente ricordare, oggi, le Sue parole:
"UNA POLITICA DI AUSTERITA' NON E' UNA POLITICA DI TENDENZIALE LIVELLAMENTO VERSO L'INDIGENZA, NE' DEVE ESSERE PERSEGUITA CON LO SCOPO DI GARANTIRE LA SEMPLICE SOPRAVVIVENZA DI UN SISTEMA ECONOMICO E SOCIALE ENTRATO IN CRISI.
UNA POLITICA DI AUSTERITA', INVECE, DEVE AVERE COME SCOPO QUELLO DI INSTAURARE GIUSTIZIA, EFFICIENZA, ORDINE E, AGGIUNGO, UNA MORALITA' NUOVA.

CONCEPITA IN QESTO MODO, UNA POLITICA DI AUSTERITA', ANCHE SE COMPORTA (E, DI NECESSITA', PER LA SUA STESSA NATURA) CERTE RINUNCE E CERTI SACRIFICI, ACQUISTA, AL TEMPO STESSO, SIGNIFICATO RINNOVATORE E DIVIENE, IN EFFETTI, UN ATTO LIBERATORIO PER GRANDI MASSE, SOGGETTE A VECCHIE SUDDITANZE E AD INTOLLERABILI EMARGINAZIONI, CREA NUOVE SOLIDARIETA' E, POTENDO COSI' RICEVERE CONSENSI CRESCENTI, DIVENTA UN AMPIO MOTO DEMOCRATICO, AL SERVIZIO DI UN'OPERA DI TRASFORMAZIONE SOCIALE."
Con grande piacere, ho notato che un  grande esponente dell'attuale politica italiana, Giorgio Ruffolo, è giunto ad analoghe conclusioni:
-QUELLA SINTESI DI TECNICA E DI MERCATO CHE HA COSTITUITO IL SEGRETO DEL TRIONFO CAPITALISTICO NE RAPPRESENTA, OGGI, LA PRIGIONE.
NON E' VERO CHE LA TECNICA PRESCRIVE DI FARE TUTTO CIO' CHE E' FATTIBILE. ESSA PRESCRIVE DI FARE TUTTO CIO' CHE E' PROFITTEVOLE.
IL PROBLEMA, ALLORA, NON E' QUELLO DI SOTTRARSI ALLA TECNICA, MA DI SOTRARRE LA TECNICA ALLE LEGGI DI MERCATO, PONENDOLA AL SERVIZIO DELLA CONOSCENZA.
IN QUESTO SENSO, L'EQUILIBRIO ECOLOGICO, L'ARRESTO DELLA CRESCITA ECONOMICA DELL'AVERE, STERILE E AUTODISTRUTTIVA E' LA PREMESSA NECESSARIA DI UN UMANESIMO TRASCENDENTE, INTESO ALLO SVILUPPO ESISTENZIALE DELLA SPECIE UMANA.
26 Giugno 2008                                      Aldo Pastore