![]() versione stampabile VENTIDUESIMA PUNTATA DEL “CICLONE TEARDO”I
PERSONAGGI MESSI IN VETRINA DALLA PENNA DI DEL GAUDIO
Tre libri scritti
dall’ex giudice di “mani pulite” di Savona. Racchiudono testimonianze ormai
dimenticate. C’è chi è morto e chi è sempre in auge. Storie di coerenza ed
incoerenza, di tradimenti, di solidarietà. Molti brani di quei libri raccontano
verità ed episodi da far riflettere.
Le minacce, gli avvertimenti, le lodi. Del Gaudio parla dei suoi rapporti
con Natta (Pci), di Varaldo (Dc), di Granero, Petrella e… Ricorda gli avvocati e
soprattutto l’eccezionale squadra di ottimi collaboratori senza i quali ….
di Luciano Corrado |
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Savona –
Ventiduesima puntata interamente dedicata alla
testimonianza di Michele Del Gaudio
(classe 1952, nato a Torre Annunziata) ricavata da tre libri di
cui è stato l’autore. Il primo, La toga strappata (con prefazione
di Raffaele Bertoni) finito di stampare nel giugno 1992. In copertina la scritta “L’emarginazione di un giovane magistrato dopo la scoperta del primo grande intreccio di politici corrotti e tangenti”. Il secondo (gennaio 1994) dal titolo “Il giudice di Berlino”, con prefazione di Antonino Caponnetto. Il terzo (dicembre 1996), dal titolo “Due anni nel Palazzo” e prefazione di Franco Astengo. Molti giovani non hanno avuto la possibilità di leggerli, di documentarsi su un periodo che ha “fatto storia”. Inoltre, c’è una tendenza sempre più diffusa di non far tesoro di esperienze passate. |
L’Italia ha avuto la
“Liberazione”, ma c’è chi vorrebbe dimenticare. La Liguria, Savona hanno
avuto gli “anni di Teardo”, rinvangare non serve, sapere cosa accadde è
utile per non fare di ogni erba un fascio. Ad ognuno il suo. Meriti e
demeriti. Nella cattiva e nella buona sorte.
Ecco perchè
“Trucioli Savonesi” vuole offrire ai lettori, l’album della memoria,
senza filtri o interpretazioni, ma attraverso il racconto, oggi storico,
di un protagonista diretto, quel giudice che firmò ordini di cattura,
sentenze, perquisizioni…. Una ricostruzione con i personaggi più
conosciuti e più “coinvolti”, con ruoli e compiti diversi, nel “ciclone
Teardo”. La penna, all’epoca, è quella di Del Gaudio testimone e
scrittore. Riportiamo, dopo il nome ed il trattino, i passi più salienti
scritti da Del Gaudio nei suoi tre libri.
Camillo Arcuri
(giornalista già inviato speciale a Il Giorno e poi capo
redattore al Secolo XIX di Genova) – Ho parlato con
Camillo Arcuri, verrà alla presentazione
del libro (Il Giudice di Berlino) che organizzerà il Circolo
Calamandrei. |
![]() Nella foto d'archivio Gallo: Il procuratore Camillo Boccia con Carlo Zanelli (a braccetto), sullo sfondo l'ex pm. Giuseppe Stipo a destra nella foto, a sinistra con gli occhiali il questore Pietro Cortese, sullo sfondo anche Morini, segretario in Procura. |
E’ il 4
novembre 1981. Il giudice Del
Gaudio sbalordito e chiama a testimoniare Renzo Bailini. “Lei
ha promesso di fornire le prove di quanto scrive, mi racconti.” Avevo un
po’ di paura, racconta Bailini, perché mi ero accorto che se
avessi detto qualcosa di non vero sarei finito in galera….Del Gaudio
mi ammonì più volte “stia attento, sta facendo grossi nomi, è sicuro? Ha
le prove? Mario Berrino (già contitolare con i fratelli del celebre Caffè Roma di Alassio e noto pittore) – Ho affrontato il mio primo processo importante. Il sequestro del pittore Mario Berrino. Due armadi di documenti. Penso di essermela cavata abbastanza bene, anche se la decisione è stata sofferta e coraggiosa. |
Ho assolto gli imputati ed ho ritenuto che il
sequestro non c’è mai stato. La Corte d’appello ha confermato
l’assoluzione degli imputati, anche se non è stata d’accordo sulla
simulazione del reato. La mia sentenza ha fatto scalpore. I giornali ne
hanno parlato per giorni…Ho ricevuto anche questa lettera “Non è ancora
ora di smetterla con questo martirio del buon Berrino? Vi faremo
un culo come le ceste, merdoni, a voi e ai vostri familiari. Stronzi
venduti dai comunisti. Il tubo di Ferro (Vincenzo Ferro,
all’epoca giudice del tribunale di Savona), lo stronzo di Del Gaudio
e gli altri corrotti. Vi faremo mangiare la Isidoro allo spiedo.
Passerete in otto minuti il male che avete fatto a Berrino in
otto anni. Bologna sarà niente in confronto. Bastardi, vigliacchi,
venduti, porci, pederasti!>
Camillo Boccia
(magistrato e già procuratore capo a Savona)-
Un signore distinto che ama frequentare i club ed i politici,
censurato dal Consiglio superiore della Magistratura e trasferito d’ufficio…Il
14 novembre 1994 sono convocato a Milano per l’udienza preliminare per
una querela di cui non sapevo nulla, sporta contro di me da Boccia….che
chiese di archiviare il processo Teardo, di cui era amico e nella
stessa loggia secondo il colonnello dei carabinieri
Nicolò Bozzo… |
![]() Maurizio Picozzi, magistrato (foto d'archivio Gallo) |
Aldo Capasso
(poeta) – L’altra sera siamo stati ad Altare, ove hanno assegnato la
cittadinanza onoraria al professor Aldo Capasso, poeta e
letterato di livello internazionale che abbiamo avuto l’onore di
conoscere insieme con la moglie Fiorette, poetessa della
Guadalupa. Il professore ha più di settant’anni, Fiorette
dieci-quindici di meno, ma sono innamorati. Lui la chiama “fata”. Lei lo
cura come un bambino e spesso vede per lui, ormai quasi cieco..
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Il prof. Giuliano Vassalli, avvocato insigne, il 23 dicembre 1985, ha scritto a Del Gaudio: ”….Non posso nasconderLe che il caso Caviglia, arrestato, dopo qualche tempo dalla sua famigerata frase, per una imputazione generica poi caduta dopo molta lunga detenzione, mi continua a fare impressione….> Francantonio Granero
(giudice) – Erano passate solo
poche ore quando alcuni magistrati amici telefonarono a Granero…per
avvisare che da Roma erano partite le prime bordate…Bettino Craxi
in persona aveva tuonato contro i
mandati di cattura, emessi a soli 12 giorni dalle elezioni politiche.
“Sarà difficile ai magistrati spiegare le ragioni dell’urgenza….”
E ancora: “Con i giudici poi faremo i conti”. Ed il
sottosegretario socialista alla Giustizia aggiungeva “I clamorosi fatti
di Savona appaiono come
un’azione connotata di politicismo di bottega, una strenna elettorale in
cui sono invischiati certamente personaggi locali e forze nazionali.
L’arresto di Teardo ed i suoi è
una smaccata turbativa elettorale..”
Granero
anche lui giovane, 43 anni non ancora compiuti, da 15 in magistratura,
aspetto deciso e fiuto da buon inquisitore. Granero intuì che
l’inchiesta era molto delicata…ritenne perciò opportuno non lasciare da
solo il suo collega… voleva di mostrare
che
l’indagine non
veniva condotta dal magistrato Tizio o Caio, ma dall’Ufficio istruzione
di Savona.
Antonio
Petrella
è stato sostituito da Francantonio Granero, anche lui onesto, un
uomo tutto d’un pezzo, dedito ai fatti più che alle parole, anche se un
po’ spigoloso di carattere…lui un uomo di azione, io di riflessione.
Tra le
intimidazioni politiche a seguito dell’inchiesta Teardo c’è
quella che Granero è di
Comunione e Liberazione e gli arresti sarebbero avvenuti il giorno dopo
un comizio di De Mita a Savona.
…Granero
concede a pochi di abbreviargli confidenzialmente il nome al più
consueto Franco. Viene considerato un duro, un uomo che gioca a
carte coperte: lo sanno bene gli imputati e gli avvocati che si sono
trovati di fronte alle sue
contestazioni puntuali, a volte sibilline, ma sempre mirate. E lo sanno
anche i cronisti che su quell’inchiesta cercano notizie….
Del resto
Granero la società savonese, la frequenta soltanto per lavoro. Vive
a Borgio Verezzi con la moglie e due figli, un maschio e una femmina. E’
quest’ultima, la figlia maggiore, la sola traccia “politica” di una
famiglia che conduce una vita molto ritirata: la ragazza si era
candidata in quel centro rivierasco nelle file della Democrazia
Cristiana…Granero viene considerato comunemente un giudice non
ideologizzato: quando da ambienti socialisti si cercò di etichettarlo
come appartenente a Comunione e Liberazione, smentì categoricamente.
Nessun avallo alla teoria del complotto antisocialista sostenuto da
Craxi dopo i primi arresti sta in piedi…
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![]() Nella foto: il presidente del tribunale Guido Gatti, alla sua sinistra Gennaro Avolio e Fausto Meloni, alla destra nella foto (archivio Gallo) |
Filippo Maffeo
(giudice) – Non so se ti ho parlato di Filippo Maffeo, un ragazzo
preparato ed onesto, con cui spesso mi sono consigliato. Senza di lui il
processo Teardo non si sarebbe mai fatto. Con grande umiltà si è
sobbarcato tutto il carico di lavoro dell’ufficio ed in particolare la
gestione dei detenuti, pur di consentirci di lavorare a tempo pieno
sullo scandalo delle tangenti. Grazie Filippo.
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Sono venuti a trovarmi a Torre ed abbiamo girato i posti più
belli del mondo; da Sorrento a Capri, Positano, Amalfi, Ravello, gli
scavi di Pompei, la villa Oplonti. E quanto ci siamo divertiti. Sono
riuscito a far prendere a Bruno il pullman senza biglietto, a
farlo infilare nell’aliscafo senza posti prenotati. Mi è ritornata la
goliardia…Bruno si è divertito molto a vedere tante macchine con
targhe settentrionali, guidate da napoletani veraci….Bruno mi è
stato sempre vicino in questi ultimi anni, con i suoi consigli, la sua
solidarietà, il suo affetto. E’ il suo animo che mi piace tanto. Ogni
volta che lo vedo o lo sento è un’iniezione di entusiasmo. Mi ha scritto
…nonostante le avversità, le difficoltà e le amarezze che hai incontrato
come uomo e come magistrato. Hai reso evidente a tutti, con una denuncia
lucida e coraggiosa, quell’intreccio di interessi illeciti tra mondo
politico, mondo degli affari e massoneria, che ha portato alle gravi
vicende che hanno scosso la Liguria agli inizi degli anni Ottanta.
Alessandro
Natta
(già segretario
generale del Pci) – Questa estate ho conosciuto Alessandro Natta,
l’ultimo segretario del Partito comunista italiano. E’ un uomo di
purezza disarmante. Ha un senso dello Stato e delle Istituzioni che
secondo me gli uomini di governo non hanno. Ha una preparazione storica
e letteraria imponente. Abbandonata la politica,
sta studiando dal punto di vista storico la figura di Menotti
Serrati e da quello letterario Sibilla Aleramo. Ed è una
miniera di fatti e circostanze della vita politica italiana. Ci ha
raccontato di quando Berlinguer, durante il terrorismo, propose a
Moro di far difendere l’Emilia Romagna dai militanti comunisti,
più che dalle Forze dell’Ordine. “Li ci pensiamo noi, contro i criminali
delle Brigate Rosse” disse al leader democristiano…Sempre Berlinguer
un giorno gli passò un bigliettino, in cui proponeva Cossutta
come ministro dell’Interno e lui ministro della Cultura.
Ci ha anche detto dello stupore suo e di Berlinguer
quando, nel giugno 1983, lessero sul giornale che avevamo arrestato con
Teardo anche
Franco Gregorio, segretario-maggiordomo di Pertini,
allontanato nel 1981 dal Quirinale perché il suo nome comparve negli
elenchi della P2. In realtà il presidente Pertini aveva
affidato, prima dello scandalo massonico, proprio a Gregorio il
compito di organizzare alcuni incontri riservati fra lui, Berlinguer
e Natta. Un’altra lettera di Natta del 7 giugno 1992. Caro Del Gaudio… poi sono venute le amarezze di Milano. Ancora una volta non una sorpresa, perché era ben chiaro che i Teardo non erano solo a Savona, e che in un mare tanto inquinato si guastano i pesci sani, tanto più se l’essere “diversi” e cioè corretti e seri, viene considerato un errore e una colpa. Ho letto ieri la sua intervista sulla Stampa, Sono d’accordo. Non bisogna mollare, non transigere, essere coerenti con le proprie idee…. Luigi Pennone (poeta) – Abbiamo conosciuto un poeta futurista, Luigi Pennone, che è un grande declamatore di poesie; ha una memoria di ferro. Spesso organizziamo delle serate poetiche nella nostra casetta di Albisola. Pennone recita versi e noi e altri amici ascoltiamo attenti. E’ un vero arricchimento. Ogni serata è dedicata a un poeta. |
![]() Nella foto: in piedi il giudice Antonio Petrella, dietro alle spalle il col. Cagnasso dei carabinieri |
Antonio
Petrella
(giudice) –
Del Gaudio affiancò per un brevissimo periodo il suo
superiore di allora, Antonio Petrella, finito sotto procedimento
disciplinare, voluto dal ministero della Giustizia e assolto dal
Consiglio superiore della Magistratura. Petrella era stato in
precedenza un po’ cattivo con il procuratore Boccia. Nella sua
ordinanza di rinvio a giudizio sulle Bombe di Savona (ne scoppiarono 11
tra il 1974 e ’75), Petrella accusò di inerzia la Procura della
Repubblica, i servizi segreti, la polizia. Sandro Pertini lo
venne a sapere e chiese di incontrarlo. Pertini, di quel che
accade a Savona e dintorni, ha sempre voluto sapere tutto.
Per fortuna il dirigente è Tonino Petrella,
un collega onesto, preparato, democratico nella gestione dell’ufficio,
simpaticissimo; un vero maestro e fratello maggiore. |
E’ sempre pronto a
consigliarmi e
a sostenermi nei momenti di sconforto. Mi responsabilizza poco alla
volta.
Quando arrivò
l’esposto di Bailini, ragionando con Petrella mi mise in
guardia dai rischi…quella poteva essere una calunnia se non provata,
anche se aggiunse che Teardo era un uomo politico molto
chiacchierato, un rampante, potente e senza scrupoli. Ti potresti
scottare, mi dice, ma io non ti lascio solo, ti affianco nelle indagini,
anche se le decisioni le dovrai prendere tu, magari con il mio
consiglio, se vuoi>. Che capo ufficio! Mi sembra più un amico che un
capo. E’ una persona veramente perbene…In quei giorni di avvio
dell’indagine succedono cose strane…ci sono difficile indigini
bancarie…l’unico punto di riferimento sicuro è Tonino Petrella.
…più vado avanti e più mi rendo conto che Bailini qualcosa di
vero lo aveva detto…alcuni testi, in particolare De Dominicis e
Locci sono minacciosi, vorrebbero quasi imporre le regole del
gioco….sono costretto ad arrestarli per qualche ora, poi li libero…Sono
tutti del Psi danno milioni in contanti e li rianno in contanti.
Tonino Petrella
era già al tribunale civile e mi telefona “Michele, guarda che ho
ricevuto una telefonata minatoria. Una voce maschile mi ha detto che, se
Teardo viene arrestato prima delle elezioni, tu e i miei figli
farete una brutta fine. Sono preoccupato. Ma agisci con giustizia>. |
![]() Nella foto: Alberto Landolfi, magistrato (foto d'archivio Gallo) |
E poi Alberto Landolfi, sostituto, mi aveva detto proprio in quel periodo
che Picozzi aveva scritto una lettera al Procuratore della
Repubblica Russo per invitarlo a trasmettere all’Ufficio
istruzione il minor numero di fascicoli possibili, perché lui e Gatti
erano sommersi dal lavoro. La cosa non mi quadra. Penso che dovranno
rispondere alle autorità competenti di questa loro presa di posizione.
Appena starò meglio metterò nero su bianco. Il Secolo XIX è stato l’unico giornale che ha attaccato duramente Guido Gatti, con articoli di Luciano Corrado, per le sue implicazioni nel processo Teardo... Se Guido Gatti agisce per ripicca, non lo so, come non so se sia ricattato da Capello, come sostiene il giornalista Luciano Corrado del Secolo XIX, che me lo dava per certo già nella primavera del 1985…o se invece sia inserito in un certo tipo di logica massonica, come afferma Grandis… |
Carlo
Trivelloni
(avvocato e consigliere
comunale)- Trivelloni, una delle poche figure di galantuomo, che
sta venendo fuori dall’inchiesta. Ha avuto il coraggio di accusare
pubblicamente e giudiziariamente Teardo, ha citato nomi e
fatti. Ha stigmatizzato i rapporti amichevoli tra il procuratore della
Repubblica Boccia e il Presidente della Regione Teardo,
ora in manette. Ho saputo che qualcuno lo
chiama “il terzo giudice istruttore”. Ciò non è vero….è
un’inchiesta con continue minacce ed intimidazioni come quella che avrei
comprato un attico…con soldi….grazie al Pci….secondo la denuncia di un
massone….
Forse
l’attentato a Varaldo, in quel 1974, aveva il significato di
avvertire, colpire, intimidire chi ieri come oggi tenta la strada del
cambiamento e della pulizia morale. Terrorismo. Mafia, poteri occulti:
ieri come oggi la santa alleanza funzionava e funziona. ..Varaldo
era un cattolico pulito, serio….A Savona, non a caso, ci fu un convegno
contro la politica di solidarietà nazionale. Varaldo, rispetto
all’entourage Dc dominante era un isolato.
Savona non a caso rivelò le commistioni malaffare, politica, P2,
logge coperte col caso Teardo. Anche li lasciato
addormentare e finire dopo la partenza dei giudici Granero e
Del Gaudio.
Carlo Zanelli
(sindaco) - Non a caso
O.P. di Pecorelli attaccò Pertini e Savona, l’allora
sindaco socialista Carlo Zanelli “reo” di avere preso posizioni
sulla vicenda degli attentati sulla scia di Pertini. Zanelli fu
uno dei socialisti ad esporsi maggiormente. Lo stroncarono dicendo che
voleva strumentalizzare i fatti in chiave di candidatura politica al
Senato e alla Camera, posti in seguito occupati da elementi legati al
gruppo dominante del Psi savonese di Alberto Teardo.
Del Gaudio,
invece, ha “dimenticato” anche gli attacchi di O.P. di Pecorelli
al Secolo XIX per le cronache giudiziarie di quel periodo, ovvero legate
al lavoro svolto dal dottor Antonio Petrella, ad una sua
intervista, alle sue conclusioni. |
![]() L'avvocato Pier Mario Calabria, a sinistra, in una foto d'archivio di Gallo, con un ufficiale giudiziario storico del tribunale di Savona. ![]() Nella foto: l'avvocato Signorile (a sinistra nella foto) con il collega Donato Cangiano, foto d'archivio Gallo |
Marcello Zinola
(giornalista) – Ti allego, cara Lu,
l’intervista che ho concesso a Marcello Zinola
del Secolo XIX. In confidenza ti dico, che il vero principale motivo,
che ha portato me a Genova e Francantonio
a Roma, è l’impossibilità di far fronte
ad un carico di lavoro enorme, che ci impediva di curare l’istruttoria
della Teardo Bis. Con Guido Gatti
che ci richiamava continuamente a sbrigare i procedimenti contro ignoti.
“se ne sono accumulati troppi e la gente attende>. Si preoccupava degli
ignoti più che degli stralci delle tangenti.
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….Del Gaudio spiega che l’Ufficio Istruzione del
tribunale ha assunto un
carico di lavoro ordinario
davvero esorbitante, sproporzionato rispetto alle forze dei magistrati e
collaboratori….A ciò si aggiunga che un solo fascicolo della Teardo
bis ha superato 200 mila pagine. In tale situazione i giudici
istruttori si sono ridotti da tre a due…. Zinola chiede a Del Gaudio e osserva che una sola forza politica, la Sinistra indipendente, ha preso posizione sull’autotrasferimento suo e del dottor Granero. Solo i giornali hanno dato voce alla vostra decisione. Anche l’Associazione magistrati non è intervenuta…. Del Gaudio risponde, tra l’altro…..Penso che Savona abbia perso con il collega Granero, per giudizio diffuso anche extra savonese, uno dei migliori giudici a livello nazionale, perché ha saputo coniugare con grande professionalità l’attività istruttoria con l’informatica… Ancora Zinola…. Da qualche anno a questa parte (scandalo Friuli con il giudice Acquarone, le bombe di Savona con i giudici Frisani prima e Petrella poi) tutte le inchieste scomode su Savona si scontrano con la convergenza di interessi contraria alla loro realizzazione. Ma che succede a Savona? Del Gaudio risponde: E’ un quesito dirompente…. Zinola: il palazzo di giustizia che lascia e il suo contenuto, cioè la giustizia, in che condizioni si trova? Del Gaudio: <La situazione degli uffici giudiziari è precaria per carenza di mezzi, strutture, magistrati e personale ausiliario. Ci sono ritardi nell’adozione di provvedimenti, con conseguenti disagi per i cittadini. Zinola chiede: tornerebbe a Savona?…. Del Gaudio: Intanto comincio a sentire una certa emarginazione tra i colleghi. Vincenzo Ferro mi attacca pubblicamente in assemblea, accusandomi di protagonismo per l’intervista concessa a Zinola…..Altro che protagonismo. Solo Giovanni Zerilli mi è vicino con le sue parole di conforto e di incoraggiamento. E una cartolina di Franco Becchino con la scritta: <Questa veduta autunnale è venata di malinconia, come la tua partenza dal nostro tribunale di Savona>. |
![]() Nella foto, l'avvocato Silvio Romanelli con Mirella Schmid, moglie di Alberto Teardo (foto d'archivio Gallo) |
Mario Sossi - Ieri mattina verso le 10 mi arriva una telefonata del presidente del tribunale Guido Gatti per preannunciare una telefonata del procuratore generale di Genova….Non ho nemmeno il tempo di riflettere che squilla il telefono: “Sono Mario Sossi, ti telefono a nome del procuratore generale Boselli, come va il processo Teardo? Sai è candidato al parlamento e le elezioni sono a giugno, sarebbe opportuno concludere l’inchiesta in modo da consentire a Teardo di parteciparvi….”. Rimango sbigottito…Granero decide di affiancarmi, il presidente Gatti torna alla carica: “Ma quel Capello che impressione ti ha fatto? A me tutti dicono che è una brava persona”. |
Alberto Teardo – Teardo l’ho conosciuto l’altro giorno. Non l’ho convocato a palazzo di giustizia attraverso la polizia giudiziaria come gli altri imputati. Gli ho telefonato ed abbiamo concordato un appuntamento. Poi dicono che li voglio perseguitare! Nell’interrogatorio di Teardo mi hanno colpito due cose: tremava come una foglia, ma rispondeva alle domande con intelligenza e sicurezza. Era emozionato. Ma in pochi secondi inventava balle, che altri avrebbero partorito in due o tre ore di riflessione: ed ad un primo superficiale esame apparivano anche credibili…Anche lui è stato cortese. L’unico agitato era il suo difensore, l’avvocato Romanelli. I COLLABORATORI – L’inchiesta, l’indagine… se non ci fosse stata a Savona la combinata presenza di tante persone perbene…. Il colonnello dei carabinieri Bozzo, il generale della Guardia di Finanza, Biscaglia, il questore Sgarra. E poi la base: Travisi, Troisi, Pasquinelli, Previ, Mandati, Chiazzo, Piedalumpo, Moretti, Rimicci, Lombardelli, Corrado, Reina…Ma anche Alfonsina, Filomena, Clara, Armanda. I DIFENSORI -..-. Quello che più mi ha impressionato è Vittorio Chiusano, abbiamo passato insieme oltre 40 ore di interrogatorio a Teardo. L’ultimo è durato due giorni consecutivi, con l’intervallo per la notte. Il maresciallo Travisi, per l’emozione, non è riuscito a prendere sonno la notte prima. ..Chiusano un avvocato corretto e preparato. ..seguiva soprattutto l’accusa di associazione mafiosa…sui singoli reati, con tante prove raccolte, non interveniva… Poi Marcello Gallo, Failla, Guastavino, Signorile, Di Maggio. Quello che mi ha profondamente deluso è l’avvocato Calabria. Ad ogni arresto si presentava lui come difensore, già prima che l’imputato lo nominasse. ...arrivò al punto di passare a Capello un foglietto con annotazioni ed il nome di un legale….un’altra volta mentre Capello sta confessando la contabilità segreta del clan, scoperta in un fienile a Spotorno, l’avvocato Calabria esclama “signor giudice ma non vede che Capello si sente male, sta male….da quel giorno Capello non ha più voluto rispondere alle domande dei giudici.Luciano Corrado
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