Zero Beach, la spiaggia per vip
Giugno 2009: eccovi la spiaggia per Vip di Alassio
Gennaio 2012: tormentone senza fine con sequestri
Interrogatori, indagini, blitz e una vendita milionaria…
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Giugno 2009: eccovi la spiaggia per Vip di Alassio
Gennaio 2012: tormentone senza fine con sequestri
Interrogatori, indagini, blitz e una vendita milionaria…
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Alassio – Un tormentone senza fine, piccola copia delle vicissitudini che hanno accompagnato la sorte del ‘nuovo’ Grand Hotel di Alassio. E’ il caso, a tinte di giallo, che investe ormai da tre anni il nuovo stabilimento balneare che titolava e riportava Il Secolo XIX del 16 giugno 2009 (vedi…..) “Aprirà il 27 giugno |
Punta Murena: arriva Zero Beach, la spiaggia per vip. Già dal prossimo anno dovrebbero cambiare nome per assumere quello prestigioso di Zelos, proprio come il vecchio Zebra Square di Montecarlo…su un tratto di litorale di 250 metri…Uno stabilimento che unisce le concessioni demaniali di Punta Murena e dei Bagni La Vedetta. Ricordava Chiara Ravera – la titolare residente a Ceriale, con un cognome assai conosciuto per via dell’attività pluridecennale nel settore dei laterizi (ora chiuso) avviato dal nonno Mario e portato avanti da papà Angelo, entrambi non più in vita – che i servizi offerti costano un 50 per cento in più rispetto ai bagni tradizionali grazie alla privacy assoluta, ai separè, ai buttafuori (all’ingresso), ambientazione incantevole tra pini, vista sul porto e sull’isola Gallinara. Spesa di 85 euro minimo al giorno che può salire a 250 se si chiedono raffinatezze come la vasca idromassaggio. E’ compreso nel prezzo il posto auto, un giornale per ogni ombrellone e teli da spiaggia. Altra idea – aggiungeva la neo imprenditrice balneare – è realizzare bar, boutique, centro talassoterapico ed altri servizi di alto livello. Insomma propositi e progetti grandiosi, ammirevoli, per clienti senza problemi di bilancio famigliare. Del resto – ed è un aspetto rimasto in sordina – non è mai trapelato dai media locali, nelle decine di articoli pubblicati, quanto sia stata pagata la ‘spiaggia-concessione’, ceduta da un abile uomo d’affari torinese, tramite un ‘misterioso'(?) mediatore savonese, si dice con entrature dirette e frequentazioni assidue nei ‘piani alti’ della passata giunta Melgrati. Non è noto se su questo fronte le indagini della magistratura abbiano messo in campo anche la Finanza. Sta di fatto che a fronte di un’imprenditrice generosa (si parla di qualche milione di euro investiti), la legge ha finito per mettere una serie di paletti, anche perchè si tratta di un tratto di litorale sottoposto a diversi vincoli rigorosi. Con obbligo al rispetto di procedure autorizzative complesse e peraltro note a chi opera nella zona. Nei giorni scorsi la cronaca dei giornali è tornata ad occuparsi dello “Zero Beach” con un blitz della Procura (vedi….) ed il sequestro di gazebo, con nuovi e più approfonditi accertamenti. In che direzione? Si parla di inosservanza degli obblighi di sgombero dell’area demaniale da attrezzatura mobile. Vien da concludere: o si tratta di un’imprenditrice sfortunata, oppure alle prese con consiglieri-consulenti poco preparati e forse distratti. Perché alla fine dei conti l’unica a continuare a rimetterci è proprio la ditta privata. La gloriosa ditta Ravera laterizi di Ceriale, come Trucioli Savonesi ha scritto lo scorso anno (vedi archivio) ha chiuso in parte in battenti, lasciando purtroppo a casa anche dipendenti assunti da anni, oltre ad impoverire il tessuto commerciale della cittadina. La speranza e l’augurio che il copione non si debba ripetere almeno sulla spiaggia alassina. Un litorale che per anni ha rappresentato, secondo un detto comune, la gallina delle uova d’oro per centinaia di concessionari. Ovviamente i tempi sono cambiati, ma la lobby delle spiagge continua a far gola, seppure sotto altre forme e metodologie.
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