WELFARE E I TAGLI

WELFARE E TAGLI AI SERVIZI ESSENZIALI
PERCHE’ IL VOLONTARIATO NON CI STA  

WELFARE E TAGLI AI SERVIZI ESSENZIALI
PERCHE’ IL VOLONTARIATO NON CI STA  
 

Avevamo iniziato questo 2010 con le orecchie rintronate dalle parole del premier e dei suoi ministri con l’assicurazione che questo sarebbe stato l’anno della ripresa economica e con essa il ritorno di un po’ di benessere e di lavoro.

Noi, che per esperienza siamo diffidenti, eravamo scettici, però non ci aspettavamo di precipitare così in basso e che la situazione sociale ed economica diventasse così insostenibile nel giro di pochi mesi, tanto che il governo ha imposto agli italiani l’ennesima stretta: un balzello di oltre 23 miliardi di euro, con la favoletta di non mettere le mani nelle nostre tasche perché i miliardi sarebbero stati reperiti con la lotta alla spesa e con l’applicazione di tagli a Regioni, Province, Comuni e scuola, con la lotta all’evasione fiscale, con il ridicolo taglio alle spese dei ministeri e agli emolumenti dei parlamentari.

La realtà è sotto gli occhi di tutti. Gli italiani, quelli che vivono con il reddito da lavoro dipendente e che pagano le tasse fino all’ultimo euro, assieme a milioni di pensionati, si sono visti togliere servizi essenziali, si sono visti cacciare dai loro posti di lavoro. E quelli che ancora il lavoro ce l’hanno sono in mobilità con la prospettiva di perderlo come lo stanno perdendo migliaia e migliaia di precari, con il conseguente impoverimento all’estremo limite chi era già sulla soglia della povertà con la prospettiva che non si veda una via di uscita. Appare sempre più evidente come questo governo non sia stato capace o ha fatto troppo poco nel prevedere misure efficaci per affrontare questa maledetta crisi che sta mettendo a terra non solo lavoratori dipendenti e pensionati ma anche migliaia di imprese medie e piccole con la conseguenza di una contrazione dei consumi spaventosa che aumenterà ancora di più la precarietà di questa situazione.

Non siamo catastrofisti ad oltranza, a gennaio non abbiamo voluto esser delle “cassandre”, ma purtroppo la realtà non lascia spazio all’ottimismo, caso mai il contrario.

Ci si chiederà perché il volontariato dà un giudizio così negativo, lancia l’ennesimo grido di allarme, esprime forte preoccupazione.

Rispondiamo molto chiaramente: perché in questa situazione, oltre che ad assumere l’onore di aiutare le dilaganti nuove povertà che assillano tanti cittadini, dobbiamo preoccuparci delle voci più o meno larvate di ritrovarci a dover sostituire con il volontariato e i suoi volontari alcuni servizi essenziali che con i tagli non possono più essere erogati dagli enti preposti.

Sappiamo per esperienza che da sempre nei casi di tagli al welfare, di crisi, di difficoltà economiche o di calamità, il governo fa appello al volontariato, lo circuisce, lo blandisce con promesse, anche economiche.

Lo diciamo molto chiaramente. Non ci stiamo! Queste meline non ci incantano, diciamo subito che la nostra idea di sussidiarietà è ben diversa e che non siamo disponibili ad accollarci servizi essenziali che hanno bisogno di continuità e professionalità e che il volontariato non può assolutamente sostituire e che non sarebbe giusto lo facesse sostituendo personale dipendente.

Stiamo già facendo uno sforzo enorme per assicurare servizi integrativi sociosanitari, di trasporto sociale, di assistenza telefonica e domiciliare, servizi che, nella la nostra provincia, interessano migliaia di persone disagiate. Lo facciamo con passione, impegno, ma anche con sacrifici non indifferenti dei nostri volontari. Crediamo di fare già la nostra parte. E diciamo basta. Si pensi piuttosto a varare misure concrete che aiutino i cittadini italiani e le loro famiglie a mantenere il posto di lavoro, a sopravvivere decorosamente in questi momenti di grave difficoltà. Ciascuno faccia la sua parte. Il governo per primo.

Tomaso Minuto

                                * Direttore di SavonaAuserNotizie

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.