Violenza sui minori

Violenza sui minori

RIFLESSIONI SUL PRESENTE E SUL FUTURO
(Ventiquattresima parte)

 Con la pubblicazione odierna, continuiamo a richiamare l’attenzione dei nostri amici lettori sui complessi (e, spesse volte, difficili) rapporti che intercorrono tra le pubbliche istituzioni e la popolazione infantile ed, addirittura, tra adulti (genitoriali e non) ed i bambini (in età prescolare e didattica vera e propria). Riportiamo, in proposito, il seguente inserto comparso sul quotidiano “La stampa” (cronaca di Torino) in data 16 novembre 2016


Per esigenze di spazio ci limitiamo semplicemente a riproporre all’attenzione dei nostri amici lettori il seguente articolo collegato al titolo dell’allegato sopra riportato:

 
 

Aumentano i maltrattamenti e le modalità, più o meno consapevoli, con cui vengono perpetrati: una sfida per chi deve saper collegare indizi non sempre coerenti e decidere se il caso di turno va segnalato all’autorità giudiziaria. Una responsabilità nel presente e nel futuro, anche, dato l’iter che si mette in moto. Il dottor Antonio Urbino, direttore della Pediatria d’urgenza del Regina Margherita e responsabile dell’«Ambulatorio Bambi», si misura ogni giorno con questa sfida.

Il Piemonte è in linea con il resto d’Italia?

«Purtroppo sì. Esaminiamo quasi 200 casi l’anno: il 60 per cento vengono segnalati all’autorità giudiziaria, gli altri sono falsi allarmi. Il trend è in aumento, in base a quello che conosciamo».

Si riferisce al «sommerso»?

«Riusciamo a individuare solo una quota dei casi: talora da parte delle famiglie c’è una copertura, a volte collettiva. Questo è un problema: i danni subiti dai bambini di oggi si ripercuoteranno sugli adulti di domani, che a loro volta rischiano di diventare maltrattandi e abusandi».

Si tratta sempre di maltrattamenti intenzionali?

«Non sempre. Nel caso della “Sindrome da scuotimento” – con diagnosi in crescita, anche nella nostra regione – a volte la molla è l’esaurimento nervoso, se non la depressione, di cui soffrono i genitori: il bambino viene scosso violentemente come reazione al suo pianto inconsolabile».

Gli effetti?

«Gravi: dalle emorragie massive, con il 20 per cento di mortalità, a una quota importante di danni neurologici. Quest’anno abbiamo avuto anche un paio di casi di intossicazioni accidentali da hashish».

Hashish?

«È la versione aggiornata dell’intossicazione accidentale da tabacco: in casa un genitore, o comunque un adulto, fuma hashish, e il bambino ingerisce qualche frammento finito per terra. Invece è sicuramente intenzionale il “Chemical abuse”».

Di che si tratta?

«Bimbi di pochi mesi con quadri clinici critici dovuti ad un’intossicazione acuta da farmaci, talora psicofarmaci: di solito utilizzati per calmare il lattante che piange. Ci tocca vedere anche questo».

ALE. MON.

Giunti a questo punto, ci siamo permessi di rivolgerci alla memoria di Aldo Pastore, il quale, con l’intento di approfondire e di studiare ulteriormente questo fondamentale argomento, ci ha consegnato il seguente suo articolo, datato 21 dicembre 2007, è così intitolato

Violenza sui minori

Mi sono riletto, in questi giorni, un Articolo che avevo scritto per il Settimanale ” Il Letimbro”, nell’ormai lontano 1996.

Lo ripropongo, sia pure molto parzialmente, all’ attenzione dei lettori di “Trucioli Savonesi”, perché le considerazioni, in allora svolte, mi appaiono, tuttora, attuali e pertinenti:

“Esiste, anche nel nostro Paese, una condizione di violenza diffusa, di rozzezza di comportamenti, di abbrutimento culturale, che viene ad incidere negativamente sulla vita dei minori. 

Si dirà  che il mondo non ha mai risparmiato l’infanzia e ciò è, in qualche misura, vero; a ben guardare la storia dell’ uomo-bambino è stata scritta più da Erode che non da Babbo Natale; ma ciò che maggiormente stupisce, nel mondo di oggi, non è tanto l’attenuazione di ogni speranza di una evoluzione “in positivo” dei sentimenti della specie umana verso l’infanzia, quantola nostra crescente indifferenza, l’assuefazione a considerare la sopraffazione sui minori come un fatto assolutamente  normale e fisiologico.”

Esistono diversi esempi per dimostrare “in concreto” la veridicità delle considerazioni, sovra esposte; esaminiamoli dettagliatamente:

1.    Assistiamo ad un costante aumento dei NEONATI ABBANDONATI DOPO LA NASCITA; non esistono, in proposito, probanti e sicure statistiche, ma le notizie, riferite ai bimbi depositati nei cassonetti della spazzatura o gettati in mare o scagliati nei burroni, sono ben presenti nella memoria di tutti noi;

2.    In gran parte dell’ Europa, ma soprattutto, in Italia, sta diventando sempre più consistente il numero dei cosiddetti BAMBINI DI STRADA, vale a dire di MINORI IMMIGRATI NON ACCOMPAGNATI (secondo il termine tecnico, utilizzato dalle nostre Forze di Polizia).
Nell’ Unione Europea, il numero di questi bimbi si aggirerebbe attorno alle Centomila unità.
L’ Italia è al primo posto di questa classifica, davanti a Spagna, Inghilterra e Olanda; secondo le stime ANCI (Associazione Nazionale dei Comuni Italiani), elaborate nel Marzo 2007,i bambini ed i ragazzi soli nel nostro Paese sarebbero circa Quindicimila. I centri urbani più interessati sono quelli con oltre 15.000 abitanti, dove si concentra il 58% dei minori.
Ma, chi sono questi bambini?
Perchè vengono in Italia, dove li aspetta una vita paragonabile all’ Inferno?
La risposta a questi due fondamentali quesiti ci proviene da Francesco Milanese (Pubblico Tutore dei Minori della Regione Friuli – Venezia Giulia):

“Spesso, sono gli stessi genitori a mandarli nel nostro Paese, sfruttando le falle della Legge Bossi-Fini.

C’è il concreto pericolo che intere popolazioni scelgano di far migrare i loro figli, sperando di eludere le norme di ingresso; in altri termini, se gli adulti non riescono ad approdare in Italia, inviano, nel nostro Paese, i minori che non possono essere espulsi.

Ma, ad attendere bambini e ragazzi sul nostro territorio non vi è soltanto il LAVORO NERO; nella maggioranza dei casi vi è l’ACCATTONAGGIO; tanti, infine, diventano MANOVALANZA DELLA MALAVITA PER I PICCOLI REATI.”


3. Inoltre, nel contesto del FENOMENO ACCATTONAGGIO, lo sfruttamento e la conseguente violenza sui minori stanno assumendo forme sempre più sofisticate ed inquietanti; con grande frequenza, infatti, stiamo osservando, nelle nostre città, donne con dei bambini in braccio (o, accanto a loro) che chiedono l’elemosina.

E’ evidente che la MISERIA MINORILE ASSOCIATA AL VINCOLO MATERNO diventa uno stimolo psicologico di eccezionale rilievo, che obbliga (per così dire) ogni passante ad offrire il proprio contributo in danaro; l’utilizzo di questo elementare, ma sottilissimo risvolto emotivo porta a consistenti profitti economici.

Secondo i dati del Ministero dell’Interno, elaborati negli anni 2003-2005, “l’uso di minori, in attività di accattonaggio, garantisce rilevanti guadagni alle famiglie dei minori e movimenta enormi introiti per le organizzazioni criminali che lo gestiscono.”

Le stesse Forze di Polizia stimano il ricavo medio in 100 EURO AL GIORNO PER OGNI BAMBINO; secondo i dati, aggiornati all’ anno 2005, si sono verificate, in Italia, 455 segnalazioni per impiego di minori in attività di accattonaggio: di queste, 449 riguardano denunce; solo 6 casi hanno condotto ad arresti.

4. Sull’impiego dei MINORI NEL MONDO DELLA DROGA non voglio ripetermi; su questo tema ho già avuto modo di scrivere, anche in un recente passato; mi è sufficiente ricordare che sta aumentando (e non solo nel Sud dell’Italia) il numero dei minori forzatamente impiegati in questa attività: si tratta di bambini e ragazzi, anagraficamente piccoli, ma diventati abili conoscitori del triste mondo che debbono frequentare.  

5. Un cenno particolare va riservato alla condizione minorile e giovanile all’interno dei Servizi Scolastici del nostro Paese (dagli Asili Nido alle Scuole Medie Superiori); l’argomento è di notevole rilievo e, pertanto, mi riservo di ritornare su di esso, in una prossima puntata.

Nel contesto dell’odierno articolo (avente carattere generale e non specifico), mi limito a rilevare che il tema della violenza sui minori, in ambito scolastico, non può essere riservato soltanto all’ esame del FENOMENO DEL BULLISMO DEGLI ATTI DI PREPOTENZA VERBALE E FISICA (esercitati non soltanto dagli studenti, ma, addirittura, dagli insegnanti), ma deve riguardare, anche, l’ASSETTO ISTITUTIVO ED ORGANIZZATIVO DEL NOSTRO ATTUALE SISTEMA EDUCATIVO.

Porto, a titolo di esempio, il grave FENOMENO DELLA DISPERSIONE SCOLASTICA, vale a dire l’ABBANDONO DELLA SCUOLA, da parte di molti ragazzi e giovani.

In Italia, la Dispersione è ancora molto alta e ci colloca tra i primi Paesi Europei in questa negativa graduatoria; dai dati resi noti dal Ministero della Pubblica Istruzione, riguardanti l’anno scolastico 2004-2005, si scopre che più di 100.000 studenti hanno interrotto gli studi: 8.500 nella Scuola Media e 93.700 nella Scuola Superiore.

Occorre sottolineare, al riguardo, che la DISPERSIONE viene a riflettersi, successivamente, nelle PERCENTUALI DEI DIPLOMATI; in sintesi: tra bocciature ed abbandoni, quasi un terzo dei ragazzi italiani non consegue un Diploma Superiore; ne deriva da tutto questo che, nel nostro Paese, tra i ragazzi, compresi tra i 18 ed i 24 anni, ben il 21,9 % non si dedica più allo studio.

Tutto questo, a mio modo di vedere, porta il nome diVIOLENZA, per la semplice ragione che l’IMPEDIRE (O IL NON FAVORIRE) LA CRESCITA DELLA CULTURA E DEL SAPERE VIENE A CONFIGURARSI COME UN’ABNORME FORZATURA, DESTINATA A LIMITARE  LE POTENZIALITA’ FUTURE DEL SOGGETTO DISCRIMINATO, il quale sarà ridotto a svolgere, nella società del futuro, mediocri funzioni di pura marginalità.


6. Esiste, infine, la grave violenza del LAVORO MINORILE.

Come è noto, il fenomeno è assai diffuso, a livello planetario; l’ultimo rapporto dell’Associazione “SAVE THE CHILDREN” (risalente al Giugno 2007) ha messo in evidenza queste CIFRE:

  • 218 MILIONI: sono i minori, costretti a lavorare nel Mondo. La maggior concentrazione è localizzata in Asia e nell’ Area del Pacifico (122 Milioni), seguita dall’Africa Sub-sahariana (oltre 50 Milioni). Per il 70 %, i minori sono impiegati in Agricoltura.

  • 126 MILIONI: sono i bambini che svolgono attività pericolose (per contatto con sostanze tossiche – carico eccessivo di lavoro – mansioni pesanti)

  •   22.000: sono i minori che muoiono, ogni anno, sul lavoro.

Per quanto si riferisce allaSITUAZIONE ITALIANA,lestime dell’ ISTAT, riportate nel settembre 2005, davano questi DATI:

      ETA’               TOTALE

    7-10 ANNI            12.168      

  11-13 ANNI            66.047   

  14 ANNI               69.070
_____________________
TOTALE             147.285

 

LUOGHI DI LAVORO                                          TOTALE IN PERCENTUALE

CASA PROPRIA                                                 11,4  PER CENTO

CASA DI PARENTI O DI ALTRE PERSONE       9,6  PER CENTO

 NEGOZIO                                                          14,9 PER CENTO

 BAR-RISTORANTE-ALBERGO                        17,9 PER CENTO

CAMPAGNA                                                       14,1 PER CENTO

LABORATORIO – OFFICINA                                7,4 PER CENTO

 FABBRICA, CANTIERE                                    11,8 PER CENTO

MERCATO, STRADA                                           6,0 PER CENTO

 IN ALTRO LUOGO                                              6,9 PER CENTO

                                                                         100. 0 PER CENTO


Le motivazioni che hanno spinto (e spingono tuttora) molti Datori di Lavoro ad optare per i minori, rispetto alle persone adulte, sono ampiamente note:

“Dita veloci a stringere i nodi o raccogliere foglioline di the; un adulto non potrebbe fare altrettanto bene certi lavori minuziosi.” 

Tutto questo potrà anche essere vero, ma io propendo di più per l’interpretazione data a questo fenomeno da Josè Maria Sumpsi Vinas (Vice – Direttore Generale della FAO), che testualmente riporto:

“Nonostante i rischi, in tanti Paesi, per i Datori di Lavorè ancora CONVENIENTE  impiegare bambini, perché richiedono meno garanzie, sono più facilmente sfruttabili e, soprattutto, sono molto più economici degli adulti, perché fanno il loro stesso lavoro, ma sono pagati di meno.”

Ma, a queste sagge e condivisibili parole, io mi permetto di aggiungere ancora, una brevissima notazione:

“I BIMBI SONO FATTI PER ANDARE A SCUOLA E GIOCARE, FANTASTICANDO SUL PROPRIO FUTURO.”

E’ proprio questo fondamentale diritto che la Società odierna nega a molti minori; a questo punto, dovremmo, tutti, arrossire per la vergogna. 

  ALDO PASTORE    

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