VILLA ZANELLI. La fenice Liberty di Savona torna a splendere

Quando un argomento diventa di dominio pubblico attraverso l’ampia risonanza offerta da un social popolare come Facebook, vuol dire che si sta parlando di un fenomeno diffuso. Nel 2015 la neonata pagina “The world Art Nouveau” pubblicava la foto realizzata dall’artista Daan Oude Elferink di villa Zanelli a Savona ridotta in uno squallido stato di degrado.

Foto di Daan Oude Elferink,

Quasi mezzo milione di persone raggiunte in un quarto d’ora hanno scatenato sul post pubblicato da Emanuele Bardazzi un fiume di commenti negativi tanto da spingere l’associazione Italia Liberty, che curava la pagina, a pubblicare un comunicato stampa per sollecitare un restauro di quell’edificio tramite una raccolta fondi. Il giorno seguente lo scandalo di uno dei gioielli Liberty più ragguardevoli del Paese di proprietà pubblica e in stato di deplorevole abbandono finì su tutte le copertine dei quotidiani liguri e la notizia trovò eco anche in qualche programma televisivo.
La mia proposta di adibire la villa, una volta riportata all’antico splendore, a Museo del Liberty, primo in Italia, non suscitò adeguato interesse a Savona ma di lì a poco il tema rimbalzò dal Lago Maggiore a Palermo fino a trovare sul lago d’Iseo, a Sarnico, una concreta possibilità di attuazione e finalmente nell’amena cittadina lombarda si apriranno le porte del primo museo incentrato su questo stile nei primi giorni dell’Art Nouveau week, domenica 9 luglio.

Andrea Speziali durante una visita alla villa Zanelli

Grande merito va riconosciuto al sindaco Bertazzoli che ha saputo trovare i fondi per istituire il museo tanto desiderato, proprio a Sarnico, notoriamente votata al Liberty per la presenza di pregevoli edifici progettati da #GiuseppeSommaruga per la committenza Faccanoni.
Per tornare all’eco mediatica suscitata dalle penose immagini di villa Zanelli abbandonata, va sottolineato che in pochi anni si produssero effetti sorprendenti: villa Zanelli venne ritirata dal mercato immobiliare, dove era in vendita per circa 5 milioni di euro, e il Comune di Savona per l’anno 2020 ricevette il premio “Best Liberty a riconoscimento dell’impegno versato nella promozione della cultura locale e difesa del territorio. Di lì a poco vennero stanziati circa sei milioni di euro per la ristrutturazione della villa e così a breve la perla del Liberty sarà restituita alla città in tutto il suo fulgore.
Savona è l’area ideale per ammirare capolavori del periodo Liberty a cavallo tra la fine dell’800 e i primi del ‘900. Ancora oggi vi sono conservate opere architettoniche caratterizzate da sinuose e raffinate linee Liberty. Massimo Bianco, uno dei soci di “Italia Liberty” già da diversi anni guida le passeggiate di quanti vogliono ammirare dentro e fuori quei palazzi “eleganti” orgoglio della città come Casa delle Piane, Casa dei Gatti o Palazzo dei Pavoni.
#VillaZanelli è censita nel database degli edifici e opere d’arte Art Nouveau tra mille altre dimore che l’associazione ITALIA LIBERTY ha e continua a individuare sul Paese.
Molti di questi edifici censiti non sono più fruibili e ne rimane traccia da fotografie, progetti e documenti storici d’archivio.
Villa Zanelli è senza dubbio uno degli edifici in stile Liberty più significativi della Liguria. Si trova nel comune di Savona, lungo la spiaggia del quartiere di Legino al numero 71. Attualmente la dimora è in stato di restauro e, salvo sorprese, potrà essere pronta per l’inaugurazione nella settimana del Liberty: Art Nouveau week , dall’8 al 14 luglio 2023.
L’imponente dimora che affaccia sul mare venne edificata tra il 1905 e il 1908 dal capitano Nicolò Zanelli che ne affidò la progettazione all’architetto Pietro Fenoglio (Torino 1865 – Corio 1927) e a Gottardo Gussoni (nato a Torino nel 1869 e deceduto a Villastellone nel 1951), seguendo i canoni del nuovo stile per l’Italia moderna: Il Liberty.

Il bene oggi è sotto i riflettori mediatici tanto quanto lo sono Giovanni Toti e tutto lo staff di A.R.T.E. Genova, proprietario della villa, ai quali va riconosciuto il merito di aver dato attuazione al progetto di restauro tanto atteso.
L’immobile appartenne alla famiglia Zanelli fino al 1933, anno in cui fu venduta al comune di Milano, che la trasformò in campeggio e colonia internazionale. Tale funzione rimase fino al 1961, a parte la parentesi della seconda guerra mondiale, durante la quale fu usata come ospedale da campo. Dal 1961 al 1967 fu ancora colonia.

Nel 1967 vi si insedia l’Istituto A.N.F.Fa.S. al quale si affianca una sezione dell’USL. Fino ai primi mesi del 1998 resta alla USL in qualità di centro per la cura dei cardiopatici, ma il degrado nel quale ormai versa a causa della scarsa manutenzione, che culmina col crollo di parte del soffitto nell’atrio del primo piano, fa sì che la villa venga abbandonata e chiusa definitivamente dalla Regione, a cui tuttora appartiene.

Nonostante i molti cambiamenti di destinazione d’uso e gli inevitabili adattamenti interni dell’edificio ad uso pubblico, originariamente concepito per uso privato, esso conserva i caratteri originari sia dal punto di vista strutturale che decorativo. In origine le strutture erano intonacate di bianco, al fine di fare risaltare le decorazioni, i vetri cattedrali ed il complesso gioco dei ferri battuti.

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Di questi ultimi restano soltanto le ringhiere interne e quelle del cancello d’ingresso. La costruzione appare rovinata dalle pesanti ridipinture in giallo ed anche dalla crescita della città che ha in parte distrutto l’originale contesto verdeggiante in cui sorgeva la villa. Il restauro di natura conservativa seguendo le norme dettate dalla Soprintendenza dei Beni Culturali mostra sotto agli intonaci tracce di decorazioni floreali alle pareti. Durante i lavori di restauro è stato riprodotta con la tecnica dell’affresco una parte decorativa sul soffitto che in origine vantava i bassorilievi andati persi con le molteplici infiltrazioni d’acqua; stessa sorte è toccata anche all’affresco sul soffitto nella prima sala sulla destra nell’ingresso principale di cui rimane traccia solo nelle foto dell’epoca e nella memoria di chi ha vissuto l’edificio.

Rispetto alla pubblicazione “Savona Liberty. Villa Zanelli e altre architetture” (Risguardi 2016) sono riuscito a trovare nuovi documenti come gli inediti disegni progettuali che mi sono stati mostrati da un’erede del capitano Zanelli che li conserva con grande cura. Prospetti e planimetrie confermano le mie tesi sul progettista, ovvero Fenoglio, che si avvalse di altre collaborazioni. Ora è in ballo la trattativa per esporre quei disegni, belli quanto un’opera d’arte, al Museo del Liberty di prossima apertura. Se da un lato la scoperta merita un nuovo capitolo all’interno del libro per completezza delle informazioni, dall’altro è giusto rendere omaggio a tutti gli autori che hanno messo la loro creatività a servizio del cantiere dell’edificio come il pittore Andrea Marchisio (1850-1927), che dal 1909 insegnò la disciplina di Figura all’Accademia Albertina di Torino e a Savona si trovò coinvolto per le pitture interne della villa assieme a Francesco Chiapasco. Manca all’appello l’artista Plinio Nomellini che seppure invitato non prese parte al gruppo di pittura.
Emerge anche il nome di Giuseppe Pichetto (1850-1922) che eseguì la raffinata ringhiera in ferro battuto per lo scalone d’ingresso.

La villa venne edificata dalla ditta “F.lli Musso e Papotti” che avviarono il cantiere nell’ottobre del 1906. L’impresa, che vantava la collaborazione dell’abile stuccatore Francesco Papotti, era capitanata da Carlo Musso. Proprio in questo arco di tempo si strinse un forte sodalizio tra Musso e Fenoglio, il quale era solito affidare alla sua ditta i lavori di realizzazione degli apparati decorativi di molti edifici di sua progettazione.
La dimora savonese come altri numerosi esempi al suo interno ha in forma minore rispetto all’esterno elementi decorativi Liberty oltre ad una sovrapposizione fantastica di ambienti di gusto eclettico, Neorinascimento, Luigi XVI, Impero, quello stesso stile che Carlo Musso definisce moderno.
All’opera decorativa di villa Zanelli partecipano i fratelli Catella, azienda tutt’ora operativa e capitanata da Mario e Emanuele Catella, che confermano alla luce dei documenti rinvenuti che i loro eredi fornirono gli elementi decorativi in pietra come i capitelli in marmo giallo per il portico lato mare su modello di Carlo Musso.

Il successo delle decorazioni di Musso per villa Zanelli procuró nuovi committenti anche in Romagna, dove all’Hotel Belvedere Mare di Rimini si scorgono tuttora i medesimi calchi cementizi dei bassorilievi proposti nella dimora savonese.
La villa conserva decorazioni appartenenti al mondo esoterico come il manufatto in ferro battuto posto sul terrazzo della facciata lato monte con elementi che conducono al mondo dell’alchimia e anche le piante e la disposizione del giardino avevano in origine un valore simbolico. La composizione originaria della villa secondo i primi bozzetti di Fenoglio era assai diversa da quello che è oggi la Zanelli. L’elemento decorativo delle rose è ripetuto per tutto il perimetro della villa in segno di amore verso la sudamericana Rose, di cui Nicolò si innamorò perdutamente tanto da dedicargli questa dimora.

La Villa restaurata (foto IVG)

Dalla preziosa documentazione esistente e consultabile presso le Collezioni Storiche del Politecnico di Torino (DIST-LSBC, Musso Clemente) emerge che Carlo Musso (7 settembre 1907 Torino, ivi morto il 25 settembre 1968) non è solamente, oltre a Fenoglio, l’autore dei bozzetti per la decorazione a stucco dei diversi ambienti della villa, ma si pone come vero e proprio coordinatore dell’esecuzione dell’intervento di decorazione, per cui media con la committenza, ingaggia le maestranze e ne assume anche la gestione economica. Questo è ciò che hanno evidenziato le studiose Erminia Airenti e Enrica Bodrato che di recente hanno dedicato una pregevole pubblicazione alla storia della villa a cui ho deciso di ricollegarmi per una mia pubblicazione esaustiva nel documentare anche le fasi salienti dei lavori di restauro.

Leggi anche… Villa Zanelli a Savona risorge come una fenice

Andrea Speziali da FB

Prossimamente altri articoli sul liberty,  Villa Zanelli e un’ intervista ad Andrea Speziali

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