Verso un esercito europeo? Luci e ombre di un progetto ambizioso
Da tempo si discute, in ambito europeo, della possibilità di creare un esercito comune. L’idea, rilanciata a più riprese da Francia e Germania, è tornata al centro del dibattito anche in seguito alle tensioni geopolitiche recenti: la guerra in Ucraina, l’instabilità in Medio Oriente, e le incertezze legate alla NATO e agli Stati Uniti. Ma l’Europa è davvero pronta per una forza armata unitaria? Vediamo i motivi a favore e quelli contrari, mettendoli a confronto.
I motivi a favore di un esercito europeo
Maggiore autonomia strategica
Un esercito europeo renderebbe l’UE meno dipendente dagli Stati Uniti e dalla NATO per la propria difesa, soprattutto in un contesto globale sempre più multipolare.

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Efficienza e razionalizzazione
Oggi i Paesi UE spendono moltissimo in difesa, spesso in modo ridondante. Un esercito comune eviterebbe sprechi, integrando risorse, comandi e mezzi militari.
Presenza internazionale più forte
L’Europa potrebbe contare di più sulla scena internazionale, intervenendo in modo coordinato nelle crisi globali, con una sola voce e un solo esercito.
Difesa collettiva dei valori europei
Un esercito europeo potrebbe diventare uno strumento per difendere i valori fondanti dell’Unione: diritti, democrazia, pace. Non solo una forza militare, ma anche un presidio civile.
Sviluppo tecnologico e industriale
L’integrazione militare favorirebbe investimenti comuni in ricerca, innovazione e industria della difesa, rilanciando anche l’economia.
I motivi contrari alla creazione di un esercito europeo
Sovranità nazionale
Per molti Stati membri, la difesa è un pilastro della sovranità. Cedere poteri militari a Bruxelles è visto come un passo troppo rischioso e politicamente delicato.
Differenze politiche e strategiche
Gli Stati UE non condividono sempre le stesse priorità o visioni geopolitiche. Come decidere, ad esempio, se intervenire in un conflitto? Chi ha l’ultima parola?
Costi iniziali elevati
Creare una struttura militare comune richiederebbe enormi investimenti iniziali: comandi, logistica, formazione, armamenti… non tutti i Paesi sono disposti o in grado di contribuire.
Doppioni con la NATO
Un esercito europeo potrebbe sovrapporsi alle strutture della NATO, generando confusione o perfino competizione. Senza contare che alcuni Stati UE non vogliono indebolire il legame atlantico.
Rischio di strumentalizzazione politica
C’è il timore che un esercito europeo possa essere usato in modo poco trasparente da élite politiche o economiche, o persino impiegato per reprimere disordini interni.
Un sogno necessario o una chimera pericolosa?
L’idea di un esercito europeo si muove tra ambizione e diffidenza. È un progetto che tocca il cuore della costruzione europea: la sovranità, l’identità, la sicurezza. Se da un lato promette autonomia, forza e coesione, dall’altro solleva interrogativi profondi sulla democrazia, la strategia e l’equilibrio tra Stati.
La domanda resta aperta: l’Europa è pronta ad armarsi… unita?
ITALO ARMENTI