Valuta di guerra

VALUTA DI GUERRA

VALUTA DI GUERRA

Volentieri prendo in prestito dall’amico Fulvio Sguerso questa calzante citazione latina: Necessitas non habet legem, sed ipsa sibi facit legem (la necessità non conosce legge, ma diventa legge essa stessa).

Uno Stato coloniale come il nostro si trova senza i soldi necessari a fronteggiare un’emergenza senza precedenti. Ma, essendo occupato da pavidi conigli, non osa dire ad un’UE lontana anni luce dai nostri problemi che ce ne fottiamo di tutti i lacci e laccioli di cui hanno disseminato la nostra strada e pertanto

 OBBLIGHIAMO LA BANCA D’ITALIA A STAMPARE VALUTA DI GUERRA

Fac-simile di banconota in euro, da limitare al territorio italiano. Il valore diverso ne indica la diversa origine e la natura emergenziale. Ovvero usando euro normali con stampigliatura, come quella AMG-FTT per indicare il Territorio “Libero” di Trieste (ma scritto in inglese: American Military Gov’t-Free Territory of Trieste

 

Gli americani lo fecero, dopo lo sbarco in Sicilia ai primi di luglio1943, stampando a più non posso le famigerate AM-Lire, per sovvenzionare a spese nostre la loro campagna di guerra e mettendo ancor più alla fame una nazione già piegata dalla guerra civile e dai devastanti bombardamenti “alleati”. [VEDI]

 


Un pezzo di 100 AM-Lire (American Military Currency) fatte circolare in Italia, dal luglio 1943 al giugno 1950, con valore legale imposto dalle forze di occupazione

 

La lezione delle AM-Lire sarebbe quanto mai attuale, in questo nuovo clima di guerra, se non altro per rammentarci quanto stiamo ancora pagando per la nostra sconfitta e la successiva denominazione dell’Italia in occupied territory. Pochi sanno che, quando le AM-Lire cessarono di avere valore legale (o per meglio dire coatto da forze d’occupazione), nel 1950, quelle tuttora circolanti dovettero essere rimborsate (!) dalla Banca d’Italia contro lire correnti, mediante la cessione di equipollenti Titoli di Stato. Prima di allora, gli USA avevano fatto shopping in lungo e in largo (emblematico l’”acquisto” della sede dell’ambasciata di Roma) appropriandosi di beni italiani contro pezzi di carta straccia.

AM-Lire e dollari gialli innescarono una inflazione galoppante; e c’era da aspettarselo, considerato che ne furono emessi, già nei primi mesi del 1944, oltre a quelli già circolanti con la prima emissione, per altri 155 miliardi di lire [VEDI]: importo superiore alla massa monetaria di emissione italiana. Nella situazione odierna, immissione di euro emergenziali, preventivabili in 50-60 miliardi di euro, avrebbero un impatto molto contenuto, intorno al 3% del Pil. Ma rispetto all’equivalente prestito che il governo implora dall’UE, sforando i parametri di Maastricht, avrebbe il vantaggio di NON aumentare il debito pubblico e non richiedere alcun interesse. Di più, rappresenterebbe un precedente al quale rifarsi per una graduale estensione di future emissioni, non più a perdere, come in questo caso, ma a fronte della ricchezza prodotta. 

 


Dollari col sigillo giallo, anziché verde, stampati negli USA ad hoc per il successivo corso forzoso, e sopravvalutato, nell’Italia occupata: £it 100, anziché £it 19 per $ 1 fake

 

Racconto tutto questo per mostrare la genesi di un modo di fare moneta sulla pelle della gente, obbligandola ad accettarla per buona. Un sistema, quello delle AM Lire, che si è poi installato in tutta Europa, diventando la norma economico-finanziaria indiscussa che stiamo tuttora vivendo, con uno Stato espropriato della propria sovranità, monetaria in primis, e, come corollario, inabilitato a decidere la propria spesa pubblica, insomma a fare politica monetaria propria.

Ed è in momenti come questo che tale impedimento mostra tutta la sua perversità. Son più di 20 anni che i governi tagliano ogni intervento di spesa che vada a vantaggio della popolazione, in particolare nella sanità, lasciata a malapena sopravvivere ed oggi allo stremo, tanto da dover costringere i medici a decidere chi possa vivere e chi debba morire.

A questo punto, un governo degno del nome dovrebbe prendere in mano il controllo della nazione, convocare il governatore di Bankitalia o, se recalcitrante, il direttore dell’Istituto Poligrafico dello Stato e ordinargli di stampare tutti gli euro che servono per fronteggiare la situazione, distribuendoli per alleviare la catena di fallimenti e di morti che i soldi negati provocherebbero. E parlo, contro il coro di elogi della moneta elettronica, di moneta cartacea, che più trasmette il senso del valore, specie quando dobbiamo spenderla.

Invece, cosa si invoca, anche da parte dei “sovranisti” riconosciuti, come Lega e FdI? Si chiede di ricevere soldi in prestito, si chiede di rinviare i pagamenti di bollette, tasse e contributi. Rinviare! Non hanno capito che considerare i soldi dello Stato come debito equivale a stringere sempre più il cappio al collo di tutti noi? E nei rapporti coi privati, ad es. gli affitti, di casa o negozio, si è alla mercé dei proprietari dei muri?

 


Immagine simbolo del movimento Occupy Wall Street del 2012, replicato a livello globale, ma poi spentosi di fronte all’indifferenza nichilistica delle masse. Lezione: non basta protestare, bisogna anche accompagnare alle parole l’azione. L’attivismo di Greenpeace è un buon esempio, ma non basta…

 

Che i nostri governanti siano imbelli o collusi con i poteri transnazionali, che vivono parassitando il mondo produttivo, è ormai noto a chi ancora riesce a ragionare con la propria testa. Ma siamo così anche noi italiani, sfruttati e beffati facendo conto sulla nostra incapacità di riscossa? O siamo invece capaci di fare ciò che dovrebbe fare il governo?  Dobbiamo forse aspettare di vedere i morti in strada per 

 

OCCUPARE LA BANCA D’ITALIA E STAMPARE MONETA SALVAGENTE?

 

La situazione con un popolo segregato in casa è ideale per due opposte direzioni: 

a) varo del MES per soffocare ogni residuo anelito di libertà politica e monetaria e completare l’opera di anestesia cerebrale in cui ci hanno sin qui tenuti con la dipendenza dai consumi superflui, dalle notizie dei media, da uno stile di vita dedito agli eccessi in ogni campo, dalla droga per tutte le tasche;

b) moti e riscossa popolare. Se non ora quando? Guardiamo ai moti milanesi del 1848:  posero le basi per la prima guerra d’indipendenza e il successivo Risorgimento.

 


Le 5 Giornate di Milano (18-22 marzo 1848), contro il dominio austriaco. Quando dicono che gli italiani non sanno fare insurrezioni…

 


Le 4 giornate di Napoli (27-30 settembre 1943), che spianarono la strada all’avanzata americana, facendole trovare una città già sgombra dalle truppe tedesche. Anche se poi la fame costrinse molte “signorine” a concedersi ai nuovi occupanti per $ 1 (fake)

 

Se l’ardore patriottico che spinse a combattere contro l’Austria non avrà una sua eco nel combattere il flagello predatorio neoliberista, anche colle armi in pugno, come fecero i nostri antenati, vorrà dire che siamo diventati una nazione di pecore; e allora sarà giusto che ci trattino come uno stupido gregge, da tosare e da mungere. Ma allora, smettiamola di fare rievocazioni, col proconsole del Colle in testa, di passati eroismi, se non ne siamo più capaci e sono solo sterili ricordi da museo. Oggi più che mai abbiamo bisogno di un nuovo Risorgimento, di una nuova Resistenza.

E il Vaticano, e tutti quei buonisti che ci hanno sinora denigrato 

– tacciandoci di fascismo e complottismo; 

– parlandoci di umanità per i clandestini e merda per gli italiani; 

– osannando l’euro, l’Unione Europea e il globalismo a senso unico, aprendo porti e confini: i primi oggi evitati per volontà degli scafisti (!), i secondi chiusi in uscita dagli Stati confinanti; 

– giustificando l’austerity perché vivevamo “al di sopra delle nostre possibilità”,

– strisciando davanti ai padroni stranieri che non han fatto che impoverirci, 

cosa dicono adesso che non siamo neppure più in grado di curarci, grazie al loro credo neoliberista di tagli al welfare su tutti i fronti, con quello sanitario sull’orlo del collasso? La smetteranno di parlare di spettri nazi-fascisti, quando il totalitarismo finanziario è chiaro e lampante anche a un bambino?

 Marco Giacinto Pellifroni  15 marzo 2020

 

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.