VAE VICTIS!
L’episodio di Brenno, capo dei Galli, che umilia i Romani nel 390 a. C. aggiungendo il peso della sua spada sulla bilancia nell’atto di caricarla dell’oro preteso come prezzo della vittoria, esclamando il famoso Vae victis! (Guai ai vinti!) mi sembra compiere un odierno replay, con Trump nelle vesti di Brenno ai danni degli Ucraini.

L’irruzione di Trump nel conflitto russo-ucraino, trattandone i termini in solitaria con Putin per la sua cessazione a suo proprio vantaggio, sembra echeggiare l’arroganza di Brenno coi Romani
Gli Stati Uniti, dopo la II guerra mondiale, non hanno fatto che considerare il mondo una sorta di gigantesco bancomat, al quale attingere a loro totale arbitrio grazie all’imposizione del dollaro come unica moneta di riserva, supportato dallo strapotere militare e dall’azione della CIA nell’abbattere con colpi di Stato governi sgraditi, sostituendoli con governi fantocci.

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Ora che l’impero del dollaro è sul viale del tramonto, gli USA, come l’aquila che li rappresenta, stanno mostrando il rostro e gli artigli, terrorizzati dal dover rassegnarsi a vivere come il resto del mondo. Le vittime designate non sono le potenze straniere di comparabili dimensioni, come Russia, Cina e India, ma un’Ucraina in ginocchio e un’Unione Europea che non ha fatto che dimostrare come non sia affatto un’unione, ma un accrocco di nazioni troppo diverse tra loro in tutti i campi principali, da quello linguistico-culturale a quelli economico-finanziario e dell’autodifesa militare [VEDI]. Inoltre, è governata da un groviglio di burocrati, che si preoccupano zelantemente dell’unione dei tappi di plastica alle bottiglie o fantasticano di date future in cui effettuare rivoluzionari mutamenti energetici, come le auto elettriche, viste come green, quando tali solo a livello di inquinamento urbano, ma non come processi produttivi, a cominciare dall’estrazione delle terre rare.
La prova dell’inettitudine di coloro che da Bruxelles pretendono di governare 27 eterogenee nazioni, è stata portata platealmente alla luce dall’esclusione dell’UE dalle trattative per la cessazione delle ostilità in Ucraina, nonché dall’esclusione persino di quest’ultima. Ciò nonostante gli oltre € 400 miliardi di aiuti, stoltamente erogati per una guerra perduta sin dall’inizio e la cui destinazione è quanto mai torbida.
È pur vero che gli USA, sotto la guida di Biden, fecero altrettanto, ma in misura assai minore: vedi il grafico sottostante; senza dimenticare che buona parte degli aiuti americani furono erogati come prestiti, che caimani come BlackRock & Co non vorranno certo dare per persi. [VEDI]

Come si vede, gli Stati Uniti, come Stato, hanno erogato per aiuti all’Ucraina circa la metà dell’UE. Per arrivare ai $ 300 miliardi sbandierati da Trump si dovranno includere i prestiti, che l’Ucraina sarà chiamata a restituire, chissà se e chissà quando, viste le pretese trumpiane di attingere alle sue riserve naturali per $ 500 miliardi, oltre a porti, infrastrutture energetiche e quant’altro! [VEDI] Tra l’altro, l’entità reale dei depositi minerali ucraini è quanto mai aleatoria, se non addirittura un’altra bufala del “guitto” Zelensky.” [VEDI]
Una cosa è certa: l’avvoltoio di nome Trump vuol convertire l’Ucraina in un business, saccheggiandone le risorse minerarie di cui abbonda (una parte si trova nelle zone conquistate dai russi, a mo’ di “compenso” per i tanti soldati russi che vi hanno lasciato la vita). Il suo appetito è bulimico, chiedendo di venire risarcito dei miliardi inviati sia come Stato che come finanziarie, in ragione di $ 500 miliardi. Da quanto è trapelato dall’incontro di Riyad, sarebbero gli USA i commensali più famelici sulla pelle dell’Ucraina, speculando anche sulla sua ricostruzione, gravandola di una doppia sconfitta, militare ed economica.
L’assetto geopolitico e commerciale del mondo è in fase di drastico sconvolgimento; e persino il placido Mattarella si è sentito in dovere di azzardare un calcio al protocollo, paragonando Putin a Hitler, facendo infuriare la Russia, che subì 27 milioni di morti, proprio per sconfiggere Hitler. Più acutamente è stato fatto notare che siamo alla vigilia di una nuova Yalta, con la significativa assenza, però, del corrispondente odierno di Winston Churchill; ma con l’aggiunta, in sua vece, della Cina. Oggi come allora, si stanno delineando le sfere d’influenza, con l’Europa di nuovo relegata al ruolo di “osservatore”; mentre altri decidono del suo destino.

4 febbraio 1945. Conferenza di Yalta, dove i “3 Grandi” si divisero il mondo post-bellico in zone di influenza. Il 16 febbraio successivo ci fu il più devastante bombardamento a tappeto su Dresda: il colpo alla nuca della Germania, già agonizzante. [VEDI]
A Bruxelles, nelle alte sfere della politica, con Trump che sta progettando il progressivo abbandono dell’Europa, anche sotto il profilo militare, non si fa che parlare di riarmo e lievitazione delle spese per la difesa. Dopo anni di stagnazione e inflazione, viene da chiedersi se ce lo possiamo permettere, senza dovere ulteriormente intaccare quanto rimane del passato welfare; soprattutto l’Italia, che “vanta” il peggior potere d’acquisto pro capite.
Ma poi, arrivati a questo punto, difesa da chi? Dalla Russia, come durante la guerra fredda?
Mi azzardo a dire, specie dopo la politica europea degli ultimi anni, che sarebbe persino auspicabile l’allargamento alla Russia dell’Unione Europea, col centro direttivo a San Pietroburgo anziché a Bruxelles. La Russia ha dato dimostrazione delle sue capacità proprio nel conflitto con l’Ucraina, vessata da una ridda di sanzioni congiunte europee ed americane, sequestro dei suoi fondi esteri, inibizione all’accesso dei circuiti monetari, come Swift, rottura dei gasdotti europei, con relativa perdita di fondamentali afflussi di capitali, proprio durante l’impegno bellico che vede la sua avversaria Ucraina godere della massiccia assistenza, monetaria e di armamenti, da parte dell’Occidente. Nonostante tutti questi attacchi, la sagacia dei suoi governanti ha saputo tenervi testa e uscirne vincitrice sul campo, riportando, e persino superando, il potere d’acquisto dei suoi cittadini rispetto ai tempi prebellici.
Noi europei, sotto la guida di Bruxelles, o per meglio dire di Washington, abbiamo fatto il piacere a quest’ultima di rifilarci il loro gas al quintuplo di quello russo, portandoci all’indigenza energetica, mentre ci dissanguavamo economicamente a causa degli aiuti all’Ucraina e svuotavamo i nostri arsenali per trasferirli vanamente sul fronte per inseguire una vittoria impossibile.

Acquisti/prezzi di oro e corrispondente vendita di Treasuries americani da parte della Cina. Un raffronto che dice più di mille parole per spiegare l’agitazione di Trump, al venir meno del supporto cinese (e giapponese) al mostruoso debito pubblico americano. Altro che relitto del passato: l’oro è l’unica forma di protezione da ingerenze ostili straniere
L’Europa ha vissuto anni di prosperità grazie al sodalizio energetico con la Russia (“Eurussia”); mentre accadeva altrettanto oltre atlantico, grazie alle forniture cinesi, pagate con dollari fiat (“Chimerica”). Ebbene, ambedue i meccanismi si sono inceppati, col duplice risultato: a) di un’America alle prese con una Cina che, partita come semplice fornitore di merci a bassa tecnologia, ora è passata in condizioni di vantaggio, divenendone la principale concorrente mentre, richiamando in patria il frutto in dollari di quelle vendite, fa mancare ai signori americani il supporto monetario di base, in ciò emulata da altre nazioni, coalizzate nei BRICS, col risultato di costringere la Fed ad offrire tassi crescenti sui Treasuries, per attirare investitori sempre più esitanti, mentre il debito pubblico non fa che ingigantirsi; b) di un’Europa che scopre che lo zio Sam è in realtà uno ziastro, tutto teso nei suoi sforzi per ripristinare la Great America di un tempo, inseguendo sogni imperiali che il comportamento riservato da decenni al resto del mondo stanno gradualmente affossando, voltando decisamente le spalle agli USA e alla loro spocchia. Con l’eccezione dell’imbelle Europa, che oggi sembra un bambino che ha perso di vista la mamma, o che tale egli credeva essere, e che si accorge all’improvviso di dover diventare adulto e responsabile, se vuole sopravvivere in un mondo di bellicosa competizione tecnologica.

Il Buon Samaritano evangelico, che soccorre il ferito. Non diversamente ha fatto l’Europa con l’Ucraina, incurante di fare in realtà gli interessi dello zio Sam, a discapito dei propri
Marco Giacinto Pellifroni 23 febbraio 2025