Vado Ligure ricorda Roero e De Litta

Vado Ligure ricorda Mario Roero ed
Ernesto De Litta detto “Selce

Vado Ligure ricorda Mario Roero ed

Ernesto De Litta detto “Selce

 Si è tenuta, alla presenza del sindaco e del vicesindaco di Vado Ligure, del primo cittadino di Quiliano Nicola Isetta, dei rappresentanti delle associazioni del territorio e di alcuni cittadini, la celebrazione del ricordo di Mario Roero, giovane studente di anni 14 ucciso dal bombardamento navale del 6 ottobre 1940 in via Sabazia ed Ernesto De Litta detto “Selce”, ucciso dai fascisti dalla Rsi il 9 ottobre 1944 a Valleggia, dopo aver subito torture indicibili nei locali dove oggi sorgono le scuole elementari.

 


 

“Dò il benvenuto a tutti e voglio dire che la nostra comunità, in quei giorni difficili, ha scelto da che parte stare appoggiando i partigiani”, dichiara Monica Giuliano, “e le rivendicazioni degli operai delle fabbriche erano legittime. La comunità di Porto Vado ed i suoi giovani hanno lottato per i loro ideali tanto che De Litta non ha ceduto nemmeno sotto tortura; questo coraggio è figlio dei loro genitori che non si sono mai arresi. Ringrazio l’Anpi per le iniziative che svolge senza dimenticare le altre realtà come i volontari antincendio, la Croce Rossa e gli alpini; occorre rinnovare i racconti per non dimenticare cosa è stato affinchè non succeda mai più”.

 


 

Stessa emozione da parte del primo cittadino di Quiliano :”Ringrazio per l’invito e voglio dire che mi piace molto la sinergia con Vado Ligure su questi temi; la lapide presso il cimitero di Valleggia che ricorda il partigiano De Litta è molto importante e ci fa riflettere. Le responsabilità di tutti noi devono essere reali per fare in modo che tutto questo non accada mai più”.

“Ringrazio i presenti dicendo che a Vado, tra i partigiani, erano presenti molti giovani ma anche uomini che non si sono presentati ai bandi tedeschi”, afferma Giuseppe De Grandi, partigiano, noto come “Tuono”, “e ci era stato detto di farci amici i militari ma siamo stato traditi da un gruppo di loro. De Litta viene fermato, perquisito, arrestato, interrogato e torturato ma non cede ed un parroco si è adoperato per salvarlo ma dopo due giorni è stato fucilato davanti al cimitero di Valleggia; quando Clelia Corradini è stata catturata ed uccisa la voglia di giustizia era tanta fu proprio De Litta a dire che i partigiani non erano come i fascisti e di lasciar perdere”.

 


 

“Io farò il punto storico sul bombardamento”, sottolinea Simone Falco, segretario Anpi di Vado Ligure, “e la medaglia d’argento al valor militare di Vado Ligure è dedicata al sacrificio di tutti coloro che hanno dato la vita per la nostra libertà. Il fascismo ha portato l’Italia in guerra e il 10 febbraio 1947 De Gasperi ha presentato l’Italia ai Paesi vincitori del conflitto come una nazione che si è riscattata dal fascismo; la Gran Bretagna ha resistito all’invasione nazista e Churchill ha chiesto al suo popolo sangue, sudore e lacrime mentre la Francia, nonostante fosse invasa, si è difesa molto bene. La Seconda Guerra Mondiale fu una guerra totale non facendo distinzione tra soldati e civili con la volontà, da parte dei nazisti, di sterminare rom ed ebrei; il 22 giugno 1941 con l’attacco all’Unione Sovietica si volevano annientare i popoli slavi e tra il 1942 ed il 1943 i bombardamenti alleati per indebolire i vertici dello Stato  e costringere l’Italia ad una resa senza condizioni fecero molte vittime civili. Nel 1943 ci furono i primi scioperi e anche gli industriali capirono che la situazione era disperata; il 25 luglio dello stesso anno il Gran Consiglio sfiduciò il Duce che venne fatto arrestare dal re mentre l’8 settembre ci fu l’armistizio in seguito al quale il re fuggì a Brindisi lasciando l’esercito senza ordini. Dopo l’armistizio i tedeschi occuparono il nostro Paese e la prima brigata partigiana nacque verso la fine del 1943; il 1 marzo 1944 ci furono alcuni scioperi per chiedere la fine della guerra, latte per i bambini e carbone per riscaldarsi ma molti scioperanti vennero arrestati e deportati. Da alcuni decenni l’Europa è unita ed è in grado di garantire la pace tra i popoli”.

 


 

“Ringrazio gli intervenuti dicendo che le cose dette ricordano i fatti e le persone che accompagnano la memoria e la vicinanza si costruisce con la memoria; mio padre fu deportato e penso che il gesto di De Litta è da ricordare poichè è morto per un ideale. Bisogna trovare il tempo per conoscere il passato e le cause degli eventi che ci precedono visto che la memoria raccoglie storie, persone e comunità; il popolo è il vero sovrano della nazione e chi ha la responsabilità sociale, civile e politica serve il popolo e non se ne serve. Il primo bombardamento su Vado, avvenuto il 14 giugno 1940, ad opera della terza squadra navale francese, inizia alle 4.26; vengono colpiti molti edifici senza alcuna resistenza da parte dell’Italia, che mostra le sue evidenti lacune, e alle 5 finisce tutto. Mi sono commosso a sentire parlare della storia di De Litta e voglio dire che i giovani di oggi, come quelli di allora, sono capaci di atti sinceri e volendo bene a lui voglio bene a tutti i ragazzi dei nostri tempi.

 


 

La responsabilità storica comune è la conseguenza del regime e l’illusione di una superiorità, unita alla propaganda falsa e deviante sui giornali dell’epoca, è stata usata a scopo di aggressione; non bisogna mai delegare ed occorre ricordare il sacrificio di questi ragazzi per non renderlo vano. Bisogna dire no ad ogni tipo di guerra che uccide e distrugge valorizzando l’impegno civile come custodia della memoria e ascoltare la testimonianza di persone come la Senatrice a vita Liliana Segre; eventi come questo devono essere realizzati continuamente coinvolgendo sempre di più i nostra ragazzi”, conclude Alessandro Clavarino, dirigente dell’ufficio III ambito territoriale di Savona del Ministero della Pubblica Istruzione.

 

 

  SELENA BORGNA 

 

 

 

 

 

 

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