USA, la tassa della discordia: 250 dollari per entrare con un visto non-immigrante

Mentre si parla di attrarre talenti, turisti e investimenti, gli Stati Uniti di Donald Trump alzano un altro muro, stavolta invisibile ma pesante: una nuova tassa da 250 dollari per chi entra nel Paese con un visto non-immigrante. Il provvedimento, contenuto nel cosiddetto “Big Beautiful Bill”, è stato approvato nelle scorse settimane e promette di far discutere.

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Colpiti sarebbero turisti, viaggiatori d’affari e studenti internazionali, cioè proprio quelle categorie che alimentano l’economia, le università e il sistema congressuale americano. La legge non specifica quando la nuova tassa entrerà in vigore, ma prevede un possibile rimborso solo se si rispettano scrupolosamente i termini del visto.

A questo si aggiunge il recente aumento della “Form I-94 fee”, passata da 6 a 24 dollari: un altro balzello che contribuisce a rendere l’accesso agli USA più oneroso e meno accogliente.

Un segnale scoraggiante per chi guarda agli Stati Uniti come meta di studio, ricerca o business. E forse un boomerang per un Paese che, almeno a parole, punta ancora sulla “grande bellezza” della sua attrattiva globale.

R.T.

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