Una storiella medioevale

Una storiella medioevale

Per la Chiesa dell’XI secolo la donna  è solo un oggetto

Una storiella medioevale
Per la Chiesa dell’XI secolo la donna  è solo un oggetto

“ … incontrò una ragazza in una vigna. La trovò di suo gusto perché attratto dalla sua lubrica giovinezza e le parlò cortesemente “d’amore lascivo”, mentre andava di fatto a qualche “avance”. La ragazza lo trattò male, perché lo rifiutò: “se perdessi la mia verginità finirei dannata”. Gervasio cadde proprio dalle nuvole … ma perché questa figliola gli resisteva?

Non c’era alcun dubbio. Costei non era “normale”, sicuramente appartenente a qualche setta di “puri”. Il buon Gervasio provò a farla ragionare, ma la ragazza aveva le idee chiare e si ostinò nella sua posizione.”.

A Gervasio non restò che denunciarla. Al processo inquisitorio la prova fu ritenuta incontrovertibile e la ragazza fu bruciata viva. Non senza qualche moto di pietas da parte della gente d’allora, per cui le esecuzioni erano momenti di “socializzazione”.

La storiella non è di mia invenzione ma tratta da Georges Duby, (I peccati delle donne nel Medioevo, Laterza, Bari, 1997, p. 52) uno dei Medievisti Francesi di maggiore spessore. Ovviamente lo Storico cita la fonte il “Chronicon Anglicanum” scritto da Rodolfo di Goggeshall e chi incontra questa ragazza nella storiella è il pio Gervasio di Tilbury, commensale del Arcivescovo di Reims. Il “Chronicon Anglicanum” (tanto per controllare la veridicità storica) è reperibile nella lingua originale su una biblioteca numerica in Rete e chiunque può avere l’emozione di “avere in mano” la copia autentica del volume che giace, ben conservato, in una biblioteca statunitense. Comunque, ai miei eventuali  benevoli commentatori posso risparmiare la fatica della ricerca mettendo a loro disposizione le due pagine (122 e 123 del documento digitalizzato) corrispondenti alle pagine 92 e 93 del testo relative alla storiella narrata e al processo. La morale della storia? Per la Chiesa dell’XI secolo la donna, origine del male sulla terra e che le Scritture sottomettono all’uomo, è solo un oggetto offerto senza resistenza agli appetiti maschili, perché sempre colpevole di suscitare pulsioni sessuali.

Salvatore Ganci

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