Una poesia di Fulvio Sguerso: il nodo

Una poesia di Fulvio Sguerso
IL NODO
A Daniel Bec, in memoriam 

 
IL NODO

A  Daniel Bec, in memoriam

Je le confesse, je l’avoue, mais ancore n’y at-t-il point moyen de voir le dessous du jeu? (Pascal)

 

Che cosa lega la forma

di un corpo al raggio gelido di una stella,

una linea tracciata a matita 

su foglio bianco

dalla mano incerta di un pargolo

al segno preciso e netto,

cifra stilistica assoluta in margine

a un libro d’ore o a un codice 

leonardesco, o al tormentato diario

di un manierista fiorentino, 

la partitura dell’Arte della Fuga di J. S. Bach

a uno dei tuoi autoritratti a figura intera,

care immagini specchiate o dipinte,

volti familiari di  persone amiche

in paesaggi meridiani o notturni,

all’emergere e allo svanire dell’ombra

alla prima luce,

parole leggere come elitre

a quelle gravi come macine da mulino

tra amante e amato sotto la volta

azzurra o plumbea nell’aura

del crepuscolo serale o mattutino?

 

Che cosa lega il gioco illusorio

dei fenomeni, il variopinto velo

del mondo, al mistero che sta 

dietro lo schermo dei sensi,

agl’inganni della percezione del tempo

all’inesorabile fluire dell’acqua

o della sabbia nelle nostre fragili

clessidre?

 

E’ sempre la stessa domanda, 

destinata a rimanere aperta

e che ci pone, come sai, di fronte all’infinito

tutto o all’infinito nulla.

 

E’ l’eterna scommessa  del tuo amato Pascal

 

Infini rien

 

Tra questi due infiniti

annega, come cantò il Poeta,

il nostro pensiero

 

ma non mai l’attimo finito

in un infinito amore

 

 FULVIO SGUERSO

 

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