Una Cassandra virtuale

Una Cassandra virtuale

Una Cassandra virtuale
 

 

 Le tecnologie informatiche, il computer, Internet, sono soltanto strumenti tecnici, tuttavia il loro valore non è affatto neutro, ma dipende dall’utilizzo che se ne fa. Ad esempio, un robot potrebbe rivelarsi utile, ma se viene impiegato per sostituire e, quindi, licenziare un operaio, non è affatto utile, anzi! Idem nel caso della didattica digitale: in linea teorica ed astratta, nel futuro un solo insegnante potrebbe svolgere il compito di decine di suoi colleghi e rapportarsi on-line con centinaia di studenti. Questo è un esito potenziale, ma probabile, a cui si corre il rischio di approdare in virtù dei fenomeni di dematerializzazione del lavoro e della scuola. Rammento che agli operai, prima di espellerli dai luoghi della produzione nel corso delle grandi ristrutturazioni di fabbrica attuate negli anni ’80 e ’90, spiegarono che la cibernetica, i robot e l’automazione industriale avrebbero integrato il lavoro umano, invece lo hanno soppiantato su larga scala. E così, milioni di operai nel mondo si sono ritrovati per strada, senza più un posto di lavoro. Ebbene, in un altro modello di società, magari alternativo rispetto al capitalismo, tale processo storico avrebbe costituito magari un fattore di emancipazione dal lavoro manuale, ma in un sistema capitalistico, in cui se non hai uno straccio di lavoro non campi (e molti non vivono bene manco lavorando), i processi storici di automazione della produzione hanno generato effetti di disoccupazione e miseria di massa, per milioni di operai e lavoratori. Esiste il rischio potenziale che anche con le tecnologie digitali applicate su ampia scala nel mondo della scuola, una quota notevole del personale docente non “servirà” più e rischierà di essere licenziata, come è già accaduto per altre categorie di lavoratori. Non mi aggrada e non mi si addice il ruolo della Cassandra di turno, ma occorre provare a ragionare in una prospettiva futura e non solo in un’ottica presente ed immediata. Per la serie: “io l’avevo detto!”. Tra l’altro, è una frase che mi è sempre risultata antipatica. Tuttavia, l’ipotesi è alquanto probabile, benché appaia inquietante 

 

    LUCIO GAROFALO

 

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