Un romanzo di Erri De Luca

Il peso della farfalla  

Il peso della farfalla 

“Il peso della farfalla” è un romanzo scritto da Erri De Luca, scrittore napoletano contemporaneo. La vicenda narrata è ambientata in un paesaggio di montagna, tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno, e ha come protagonisti un cacciatore ed un camoscio, definito il “re dei camosci” perché era il più vecchio tra questi animali. Nel libro non si delinea una vera e propria storia con un filo conduttore, bensì vengono descritte delle scene di caccia, mettendone al centro il protagonista.

Erri De Luca dipinge il cacciatore attribuendogli un lato umano e facendogli provare dei sentimenti per gli animali uccisi. Ne è un esempio la scena in cui il cacciatore spara ad uno stambecco, pentendosene subito, dopo avere visto che l’animale ucciso era di sesso femminile e stava accudendo un cucciolo.

            Le scene di caccia narrate sono lo sfondo del tema principale del libro. Infatti, l’obiettivo del cacciatore è quello di uccidere il “re dei camosci”, il più vecchio dei camosci, la cui particolarità era quella di attirare una farfalla bianca che si posava sul suo corno sinistro. La figura della farfalla ha un ruolo rilevante nel racconto: posandosi sul corno sinistro del camoscio, infatti, rende difficile per il cacciatore riuscire ad uccidere l’animale. Inoltre la vista della farfalla causerà la morte del cacciatore che, mentre finalmente riesce ad uccidere e a sollevare il camoscio, la vede posarsi sul corno sinistro dell’animale ucciso. Si può quindi affermare che la farfalla ha un “peso” molto importante nel racconto.

            La particolarità più evidente del racconto riguarda lo stile di scrittura, molto ispirato all’epica classica e, in particolare, all’Iliade di Omero. Lo stile di scrittura appare infatti ricco di figure retoriche, tra cui metafore, paragoni e similitudini. Oltretutto, vi è anche una prolessi alla fine del romanzo, in cui viene direttamente narrato l’intervento di un boscaiolo, in primavera, per seppellire i cadaveri dei protagonisti. Inoltre le vicende non vengono narrate da un solo punto di vista, ma vengono viste sia dagli occhi del cacciatore, sia dagli occhi del re dei camosci e, alla fine del racconto, anche dagli occhi del boscaiolo. Un altro parallelismo con l’epica classica riguarda la presenza di un fenomeno, ipotizzabile come soprannaturale: la presenza di una farfalla nella stagione invernale, infatti, è estremamente rara nelle nostre latitudini. Infine, gli eventi che si susseguono nella vicenda ricordano molto quelli dell’Iliade: ad esempio, lo “scontro finale” tra il cacciatore ed il re dei camosci può essere paragonato allo scontro finale tra Achille ed Ettore. Anche il comportamento degli altri camosci, alla vista della carcassa dell’animale ucciso, riproduce un evento dell’Iliade: essi, infatti, si avvicinano al re dei camosci secondo uno schema ben preciso, pur di onorare la bestia uccisa. Ciò può essere paragonato al funerale di Ettore nell’Iliade. Questo evento dimostra che gli animali provano sentimenti esattamente come gli uomini.

Alessio Ganci

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