Un Medico in Siria (Cronache sul posto):

Un Medico in Siria
(Cronache sul posto):

 
Un Medico in Siria (Cronache sul posto):
di Paolo Bongiovanni

 Questo è il resoconto di alcuni volontari che praticano il trattamento sulle vittime di un attacco di armi chimiche non convenzionali, come gas Sarin e Nervino, ad Aleppo in Siria il 18 settembre 2013, vi fu l’unico attacco documentato e confermato finora su quel territorio, l’unico poi fermato dalle disposizioni ONU con l’accordo firmato dal governo Siriano, che le mise definitivamente al bando.

Perchè lo posto oggi?


 Perchè se è vero che la Siria subisce costantemente bombardamenti chimici, è altresì vero che non siano quelli addotti ultimamente da certe parti politiche e militari, come ad esempio gli USA di Trump, mi spiego meglio, se le bombe al cloro sono di fatto considerate bombe chimiche, sono largamente usate e “accettate” di buon grado dall’estabilishment delle principali potenze mondiali, e come è noto purtroppo sono accettati come bombardamenti “convenzionali” da molte nazioni, come Israele primariamente su tutti, grande fornitore di armamenti ed elargitore di simili politiche di azione militare anche nel territorio Palestinese.

 

Le bombe al cloro sono di una semplicità incredibile, sia per la fruibilità del cloro che si ha nella nostra società, usato nella sanità, nella medicina, nell’igiene della casa, è un elemento inconfondibile ed imprescindibile della nostra vita quotidiana.

Ne parlavano gli antichi greci ed è presente anche nell’Antico Testamento, veniva usato nella valle dell’Indo quando in Europa non c’era nemmeno l’Impero Romano. 

 Pensiamo ad esempio alle nostre piscine, o alla depurazione antibatterica delle acque che vengono potabilizzate grazie a questo elemento chimico.

Eppure quando viene usato per scopi militari, diventa una temibile arma di distruzione di massa, semplice da trovare sul mercato e semplice da usare con diversi tipi di detonazione, pensiamo poi se fosse acquisito per scopi terroristici. 

Recentemente ancora il governo Siriano di Bashar al-Assad è stato incolpato di averne fatto uso in diversi bombardamenti e siamo nel 2017.

Si è addirittura cercato di incolparlo di usare armi non convenzionali, come gas Sarin e Nervini, mandando in rete video ridicoli, dove i soccorritori intervenivano a bonificare con manichette ed acqua, in ciabatte e bermuda senza guanti, stivali e apparecchiature di sicurezza adeguate soprattutto per la propria sopravvivenza.

Se fosse stato un attacco del genere sarebbero morti anche gli eventuali soccorritori, in quanto privi dei dispositivi adeguati per effettuare gli interventi (tute a copertura dell’intero corpo e soprattutto maschere antigas con filtri).
Restano però fisse nella memoria le  immagini dei bambini morenti, che soffocavano per aver inalato i vapori di cloro, altrettanto pericolosi e letali, questo è perciò indubbio, era comunque un attacco chimico, purtroppo “convenzionale”.

Per quanto si cerchi di rendere il Chlorine un’arma atta alla distruzione di massa, ogni tentativo è vano se ad usarla ancora oggi e in maniera esponenziale e massiva, sono due potenze mondiali come Usa e Russia, oltre ad Israele già citato. 

Il resoconto in oggetto è stato pubblicato in forma di intervista su una rivista in lingua inglese, (New York Review Of Books) dalla cui ho tradotto, proverò ora per cui a dargli una forma di racconto senza perdere il nesso logico voluto dal medico impegnato in essa. 

A redimerlo è il medico Siriano  Mohamad Katoub, impegnato ad Aleppo e in molti ospedali anche di fortuna, per assistere alle vittime dei bombardamenti:  

Cimitero di Aleppo

 Mentre presenziavo alla relazione per il siro-American Medical Society (SAMS) su come i nostri ospedali in Siria gestirono l’attacco del 4 aprile 2017 con le armi chimiche sulla città di Khan Shaykhun, mi colpì come si accomunarono le reazioni di ogni parte presente: 

1) I giornalisti fecero tutti le stesse domande.

2) Furono concentrate molte immagini dei bambini uccisi con le madri alla ricerca per i loro figli tra i corpi non identificati.

3) I leader occidentali minacciarono ritorsioni.

4) I media internazionali fecero un rumore enorme, ma senza alcuna azione efficace da parte della comunità internazionale.  

Tutto questo ritorna in mente oggi, dove i bombardamenti di Donald Trump sulle basi militari e gli aeroporti in Siria non sono più efficaci rispetto alle linee rosse disegnate da Barack Obama. 

I meccanismi delle Nazioni Unite sono morti e inattivi, la risoluzione del Consiglio di sicurezza n.2118, approvata nel settembre 2013, ha dichiarato che ai sensi del capitolo 7 della Carta delle Nazioni Unite, sarebbero state imposte misure punitive sul governo siriano in caso di ulteriore uso di armi chimiche. 

Da allora, centinaia di  bombardamenti più o meno chimici si sono verificati in Siria, uccidendo almeno 260 persone, e le Nazioni Unite non hanno fatto nulla. 

Si può raccontare una storia ancora fissa nella nostra memoria dalla notte dell’attacco chimico del 2013,  un incidente o una vittima che ha catturato la nostra attenzione più degli altri e cercherò di farlo.

Ogni anno, in questa data, i giornalisti vengono con le stesse domande circa l’attacco chimico che si è verificato nel Ghouta est, nella campagna di Damasco, come medico ho effettuato centinaia di interviste su di esso.

I giornalisti vogliono una storia da redigere, su un essere umano, sulla diversità della reazione agli attacchi chimici dalle armi convenzionali, ben oltre i numeri e le statistiche al fine di attrarre i lettori. 

Qui cercherò di spiegare le differenze speciali di trattamento di vittime di attacchi chimici, che richiedono diversi tipi di trattamenti specifici. 

Uno dei nostri ospedali

Primariamente c’è bisogno di un edificio ben ventilato, a differenza dei luoghi in cui lavoriamo, che sono quasi tutti sotto terra per evitare gli attacchi aerei sistematici del regime siriano in strutture sanitarie.

V’è il rischio di inalazione di gas o vapori chimici che sono stati assorbiti dagli abiti e dai corpi delle vittime, in quanto vi è  completa differenza tra i vari tipi di attacco proprio per la pericolosità dei materiali usati nei bombardamenti, come armi non convenzionali. 

 Una vittima di un attacco chimico è perciò differente da una vittima da esplosione di una normale bomba e ciò è abbastanza evidente. 

L’attacco in questione è avvenuto nelle prime ore del 21 agosto, in coincidenza con il compleanno di mia moglie, che è il 20 agosto stavamo parlando su Skype; eravamo a dieci chilometri di distanza tra Damasco e il Ghouta orientale sotto assedio continuo da parte del regime, non la vedevo da mesi. 

Cioè, eravamo una famiglia di tossicodipendenti Skype, è stato doloroso e lo è ancora per me ricordare quella notte.

Oggi, in occasione del terzo anniversario, vale a dire la quarta volta che ho raccontato la storia di quell’attacco chimico, non riesco più a portarmi indietro a quella notte di nuovo.  Fin dal 2013, ho smesso di festeggiare il compleanno di mia moglie perché sono stato impegnato a parlare del massacro, che Bashir al-Assad ha commesso la stessa notte.  

Le domande sono sempre incentrate sul sensazionalismo su quanti letti ci sono nei reparti di emergenza e su quante vittime furono ricevute quella notte.

A noi non ci interessano questi dati, ci interessa solo salvare le persone, molti amici sono tutti diventati membri del team medico, ci aiutano, offrono i loro veicoli e servizi. 

Il consiglio locale stima che la popolazione del Ghouta orientale, sia quantificabile in più di 500.000 persone. 

 Quando c’è una questione umanitaria il soggetto non è più una personale, le storie personali non finiscono, se si pensa da un punto di vista umanitario.

Si vedrà in ogni vittima un padre, un fratello o una sorella, le morti degli ultimi tre anni, questi numeri sono di grande importanza perché rappresentano esseri umani come noi.

Popolo siriano in fuga 

 Se avessimo avuto l’attrezzatura necessaria e i servizi adeguati, sarebbe sicuramente stato possibile salvare più vite umane ed avremmo avuto più successo nel trattamento delle stesse. Come si può lavorare senza elettricità e le comunicazioni, nonostante le buone intenzioni, ogni team medico impegnato è in una situazione diversa, anche le squadre più attrezzate. Credo che anche le squadre mediche di New York dopo l’11 settembre 2001 si ritrovarono nella stessa situazione.

Solo i medici si sentiranno consapevoli della propria “potenza”.

Avrei potuto salvare una vita più se non avessi parlato su Skype con la mia bella moglie Dima in quel momento?

Il privato ritardava la mia attenzione?

Lei odia il suo compleanno perché ci ricorda sempre del massacro.

Sarebbe stato possibile salvare più vite in condizioni difficili che dobbiamo affrontare in Ghouta se fossimo stati più attenti?

Vorrei che i giornalisti smettessero di fare queste domande perché il mondo, che non ha a cuore quello che è successo allora, non si cura di ciò che accadrà domani o dopodomani.

Coloro che sono veramente preoccupati per ciò che sta accadendo in Siria già conoscono tutti i dettagli necessari, ad esempio dei raid aerei sugli ospedali. 

 

 Mi auguro che coloro che non sono preoccupati per la Siria, coloro che credono che Obama o Trump, Erdogan o Putin ottengono la vittoria concentrandosi sulle armi chimiche, e sulla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’ONU 2013 che chiede la distruzione degli armamenti chimici, prima o poi aprano gli occhi.

 Nel 2015 ci sono stati più attacchi chimici in Siria che mai, spero che i politici e funzionari internazionali saranno interessati a sapere che il 77 per cento degli attacchi chimici ha avuto luogo dopo la risoluzione del Consiglio di sicurezza emessa il 13 dicembre 2013.

Un terzo di questi attacchi si è verificato dopo risoluzione Onu 2209 del 6 marzo 2015 , che criminalizza l’utilizzo di cloro come un gas velenoso.

Per coloro che dubitano su questi fatti posso affermare che sono avvenuti ben 161 bombardamenti chimici e sono stati documentati dal siro-American Medical Society e non sono esagerati.

Dai nostri metodi per la raccolta di informazioni su questi attacchi, risulta che su un totale di circa trecento bombardamenti in Siria dal 2013, la maggior parte di loro hanno avuto luogo nelle aree sotto il controllo delle fazioni dell’opposizione. 

Essi sono stati attuati in modo sistematico da parte delle forze del regime, il numero 161 è il numero di bombardamenti la cui documentazione è stata ritenuta per soddisfare gli standard di indagine delle Nazioni Unite.

Il 7 agosto, 2015, un “Joint Investigation Mechanism” è stato formato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per determinare la responsabilità per l’uso di armi chimiche in nove bombardamenti in Siria. 

 

 Non so come sono stati scelti questi casi, ma so che i nostri medici ad Aleppo avevano trattato tre morti e decine di feriti solo pochi giorni prima, e la comunità internazionale stava ancora posponendo, per ragioni politiche, il massacro del Ghouta che non era tra i nove attacchi, perché il comitato incaricato delle indagini addusse il pretesto che le armi utilizzate in esso erano state distrutte.

Hanno dimenticato che l’autore aveva ancora altre armi con sè.

Tornando ai numeri, io posso dire che ci sono sei milioni di profughi siriani che hanno lasciato il paese, più di 500.000 morti, più di 1,5 milioni di feriti, e più di 12 milioni di siriani che hanno bisogno di aiuto umanitario-metà di loro hanno perso la casa .

La domanda che nessuno può rispondere è:

Fino a quando?

Un vero e proprio cambiamento significa responsabilità, un vero e proprio cambiamento significa vedere colpevoli in carcere e fermare definitivamente questa macchina di morte.

Questo è ciò che i leader del mondo dovrebbero fare, a prescindere dalla burocrazia del Consiglio di sicurezza dell’ONU.

Diversi meccanismi sono stati creati per indagare sui crimini di guerra e violazioni dei diritti umanitari in Siria, decine di segnalazioni sono state scritte, ma non c’è stato ad oggi alcun tribunale, per contro ancora e solo bombardamenti, uso della forza e ancora vittime tra il popolo Siriano. 

Dal momento che ci sono ormai 180 attacchi chimici in Siria e il conteggio è confermato, si può immaginare quanti Siriani hanno festeggiato “compleanni chimici”.  

 

 Paolo Bongiovanni

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