Un invito di Giovannino Guareschi

IMPARIAMO  A  RIDERE
E’ un invito di Giovannino Guareschi
  a pag. 44  di “Italia Provvisoria” (Rizzoli 1947)

 
IMPARIAMO  A  RIDERE
E’ un invito di Giovannino Guareschi
  a pag. 44  di “Italia Provvisoria” (Rizzoli 1947)
 

Se, per fare un esempio, quelli della Lega Nord avessero il senso dell’umorismo, pronuncerebbero, tra grasse risate, non già il barzellettiere sconcio, vecchio e  penoso del “Ghepensimì”,  ma la  parola “Padania”.

 Infatti voler sostituire  l’Italia con la Padania è lo scopo primario e ridicolo del loro Statuto,  presupposto palese del loro movimento, per il quale, se del caso, il loro leader maximo, tiene pronte, a suo esilarante dire,  milioni di doppiette.

 Nessuna persona con un minino senso dell’humour sarebbe capace, come essi sono, di radunarsi, sotto l’egida di un personaggio storico di pura invenzione, ponendosi sul capo un caciuccio cornificato e affermandosi  “Celti”, antico popolo completamente scomparso, come i “ligures”, sterminati dagli antichi romani.

Le ascendenze felicemente  meticcie del cosiddetto popolo padano affondano le loro radici in oscure invasioni dal nord e dal sud, con qualche traccia africana residuata sui tipi della  Mandrogna.

 La mescolanza, nel corridoio di passo della nostra penisola, è così vasta che quando i fascisti parlarono di razza italiana (per adeguarsi al Nazismo) il  dato tragicomico  entrò come elemento sostanziale della nostra storia politica, fino allo sfascio della seconda guerra mondiale.

Anche nella questione della razza noi tireremo diritto”( Mussolini ai federali di Forlì– vedasi “La Nazione” 2 agosto 1938).

   I commenti si sprecarono per la frase del Duce, già usata precedentemente al  tempo della guerra abissina  per contrastare le sanzioni e assai equivoca, sotto l’apparente veste categorica di cui il personaggio usava ammantare le proprie parole d’ordine. Ipocritamente, poi, gli adulatori del fascismo affermavano che era esclusa l’imitazione degli altri movimenti razzisti  (segnatamente il nazismo), perché “La difesa italiana della razza non è sinonimo di antisemitismo come lo si intende abitualmente. Proclamando che gli ebrei non sono italiani, si vuole marcare una differenza, non stabilire una gerarchia. E’ dunque probabile che tutto consisterà nel limitare l’attività degli ebrei come viene in tutti i Paesi limitata l’attività degli stranieri che non possono avere accesso alle alte cariche dello Stato ed, in generale, agli alti funzionari degli Enti pubblici (  Sic!  Ibidem)”.

Bolsi epigoni di un fascismo minimale, i nord leghisti si stanno prodigando in posizioni ipocrite sulla questione libica. Le basi, l’aiuto logistico, la partecipazione politica, sta bene, ma no ai bombardamenti cui tutto quanto sopra è connesso. E pazienza se, nel frattempo, il dittatore libico fa lo sterminatore di Misurata e Bengasi.

 Essi  i bombardamenti li prefigurano, eventualmente e  vigliaccamente, solo contro migranti inermi su barcacce nel canale di Sicilia (ipse dixit Castelli, ex ministro berleghista!). Credono  così di salvarsi l’anima, come i fascisti per la questione ebraica, o hanno trovato un pretesto per sganciare l’ormai insostenibile Capoccia de Milàn ?

    E’ come se il secondo milite che passa il caricatore alla mitraglia non fosse ingaggiato nella stessa responsabilità di quello che preme il grilletto.

    Non vien da  ridere stante  la tragicità del fatto, ma la pretesa è tuttavia del tutto ridicola.

    Per tornare a Guareschi, a pagina 93 dell’opera citata, egli narra la disavventura di uno straniero che abitava vicino al Polo Nord. Questi, di nome Fijlaos , venuto a visitare l’Italia in un caldo aprile, scese da un aereo a Milano e, crogiolandosi al sole, disse un giorno al capocameriere Ambrogio BrambillaEh, voi meridionali siete ben fortunati!”. Il capocameriere lo guardò male : “Siamo a Milano e Milano è la capitale del settentrione”.

    Sceso a Firenze Fijlaos esclamò, mentre andava a spasso in carrozzella, “Beati voi meridionali!”  Non l’avesse mai detto, il cocchiere, scuro in volto, replicò: “Signore qui siamo a Firenze e, se i punti cardinali non sono una buggeratura, Firenze è nel settentrione”.   (Guareschi non lo poteva sapere ma questo è un cardine dello Statuto della Lega che pone la Toscana in…Padania).

    La stessa incredibile risposta il buon turista nordico ebbe a Roma e persino a Messina dove un facchino contrastò la sua solita frase affermando che si era al nord, perché anche la Sicilia ha un nord e un sud . Arrivato a Catania , evidentemente a nord di Capo Passero, non si lasciò più pescare : “ Beati voi del settentrione”, disse al parrucchiere. Quello, con viva indignazione rispose: “Signore mio : noi siamo meridionali e ce ne vantiamo!”

    Tornato indietro e raggiunta Napoli, tenuto conto del ragguardevole numero di chilometri fatti in direzione nord, disse al barcaiolo che lo portava a spasso per il golfo: “Voi settentrionali siete della gente privilegiata!”

    “Napoli é la capitale del meridione!” gridò arrabbiatissimo il barcaiolo, “E chi lo nega è un figlio di malafemmina!”

    Il signor Fijlaos non disse più niente ma, mentre stava scalando le pendici del Monte Bianco, la guida gli cominciò un discorso così: “Vede signore, a differenza di voi settentrionali, noi meridionali…”

    Tornato al suo paese, a chi gli chiedeva notizie del suo viaggio, egli rispondeva: “L’Italia è un paese complicato perché là i punti cardinali sono sei: un est,un ovest, due  nord e due sud.”

    “Diventiamo  più seri: impariamo a ridere.”

 

    BELLAMIGO

 

1 maggio 2011

 

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