Un contributo sui “fondamentali” del centro-sinistra….

UN CONTRIBUTO SUI “FONDAMENTALI” DEL CENTRO-SINISTRA E ALLA TRIBUNA APERTA DA BRUNO SPAGNOLETTI: NO SPRECHI, CORRUZIONE, EVASIONE PER IL RINASCIMENTO DEL PAESE!

UN CONTRIBUTO SUI “FONDAMENTALI” DEL CENTRO-SINISTRA E ALLA TRIBUNA APERTA DA BRUNO SPAGNOLETTI: NO SPRECHI,
CORRUZIONE, EVASIONE PER IL RINASCIMENTO DEL PAESE!
Il nostro Paese ha bisogno di ricostruire la Politica, nelle sue tre parti fondamentali: la Destra, la Sinistra e i cittadini.

Le prime due sono le dimensioni della politica in formazioni costituite (partiti) mentre la terza è quella parte la società civile che non si riconosce nei partiti, evitandoli con liste civiche o addirittura con l’astensione.

Per semplificare il ragionamento, presupponiamo che il Centro non possa esimersi dal dover scegliere tra le due opzioni di fondo, Destra e Sinistra: la prima guidata dall’interesse dei singoli e la seconda dall’interesse generale.

Ambedue gli schieramenti, saranno alle prese con l’equilibrio tra privato e pubblico, ma in forme, proporzioni e modi differenti; mentre del Centro possiamo tralasciare di parlare: si è liquefatto!


Galli della Loggia, il mese scorso su Corsera analizzava “La Destra che l’Italia non ha” lamentando l’assenza dei conservatori; nonostante larga parte la società italiana appaia conservatrice, ispirata ad antico e consolidato pessimismo, innestato su un fondo smaliziato fino al cinismo.

 Dunque, dice Galli della Loggia, “un conservatorismo nullista, solo negativo, inutilizzabile politicamente se non per bloccare i riformatori e i progressisti, per fermare la Sinistra”.

 Secondo Galli della Loggia anche la cultura politica conservatrice non può che essere una cultura orientata allo Stato: allo Stato come garante da un lato dell’interesse generale (che alla fine è sempre l’interesse dei più deboli), e dall’altro dell’obbligo dell’adempimento da parte di tutti dei doveri verso questo interesse;

E, tanto per cominciare, pagando le tasse.   

Tutela dell’interesse generale significa fare funzionare la Pubblica Amministrazione, dal livello centrale al livello locale, in un esercizio virtuoso della pianificazione e controllo, in modo da evitare il rischio di cedere “ai porci comodi della società civile sotto l’egida delle oligarchie locali quando non della malavita organizzata”.

La conclusione, per Galli della Loggia, è che la Destra italiana non si sia dimostrata capace di mostrarsi conservatrice in senso alto, ispirato al ruolo di autorità e sovranità di uno Stato che sa fare funzionare la macchina amministrativa centrale e locale, per veicolare e utilizzare bene le risorse assegnate agli scopi che una società evoluta si prefigge per una vita sociale equilibrata.  

Il guaio è che pure la Sinistra italiana ha mancato questa missione! Guaio ancor maggiore giacché il funzionamento della macchina amministrativa è la conditio sine qua non per raggiungere gli scopi di una politica sociale che la Sinistra stessa dovrebbe porre  tra i “fondamentali” per il suo successo.

Chi di noi ha potuto vivere 30-40 anni da elettore conosce bene gli sforzi compiuti da Destra e Sinistra per competere sul terreno delle proposte intese a migliorare e perfezionare il Welfare del nostro Paese, come pure l’integrazione Nord-Sud e tanti altri meritevoli obiettivi.


Ma se guardiamo agli sforzi per migliorare davvero la macchina della Pubblica Amministrazione facciamo fatica a individuare dei momenti di svolta: abbiamo avuto delle pietre miliari nel miglioramento dell’efficienza della macchina statale, inclusa l’amministrazione della giustizia?

Tornano alla memoria le ricorrenti battaglie corporative dei pubblici dipendenti per difendere il rinnovo dei loro contratti, interminabili campagne di scioperi nel trasporto pubblico locale, guerre sul “fronte del porto” per difendere i diritti a prescindere da qualsiasi confronto con il resto dell’Europa, fino alle battaglie di Alitalia per contrastarne il risanamento a spese del bilancio pubblico. Per non parlare degli sprechi nella sanità e nelle municipalizzate in generale, nonostante sforzi per tenerli sotto controllo, ma senza risolverli del tutto. 

Rivedendo alla moviola l’evolvere di questi fenomeni, possiamo dire che la Sinistra (o la parte progressista del Paese) li ha saputi gestire con coerenza che non fosse la difesa di alcune corporazioni, caste e attenzione ai singoli gruppi di potere, anziché nell’interesse generale?

Il caso del Comune di Roma e della gestione di ATAC nel trasporto pubblico è davvero indicativo e emblematico.  E non credo si possa dire che la degenerazione sia iniziata “solo” con la giunta Alemanno. 

 

Il caso Marino di questi giorni ci dice che questo sindaco ha tolto il coperchio dalla pentola senza rendersi conto di tutto quanto sarebbe conseguito e – soprattutto – senza domandarsi se avesse la capacità di governare la barca dopo la burrasca da lui sollevata.

Dunque onore a Marino che – senza troppi calcoli di convenienza – ha affrontato la burrasca senza essere buon capitano di mare. Ma ora non si rimetta il coperchio sulla pentola……


Possiamo dire quindi che la Sinistra abbia dimostrato un know how diverso nel governo degli enti locali? 

La crisi alle recenti amministrative – non solo in Liguria – dimostra che il PD ne sia uscito male, non in termini di voti, ma di giudizio sottostante, derivante da quanto i cittadini non hanno visto nella pratica gestione degli enti locali negli ultimi decenni.

Per questo dobbiamo riconoscere una duplice sfida: raccogliere le risorse (facendo pagare le tasse a tutti) e gestire la macchina della pubblica amministrazione (a sua volta necessaria per gestire la fiscalità).

Il bilancio dello Stato e delle Amministrazioni è condizionato inesorabilmente da questa duplice sfida.

Vincenzo Visco su Repubblica dà la cifra del ben pensare di un grande protagonista della politica come lui e come di tanti altri: capaci di indicare cosa occorre fare, ma limitati nell’esplicitare quali sono gli ostacoli sulla strada indicata e soprattutto il modo per superarli.

Visco si sofferma sulle differenze d’impostazione tra Destra e Sinistra: quest’ultima più orientata alla progressività dell’imposizione e meno tollerante verso l’evasione fiscale. Ma non arriva ancora a sostenere con forza che la soluzione dei problemi di bilancio e del conseguente indebitamento dell’Italia non sta nella redistribuzione del carico fiscale in termini nominali, gravando i ceti a più alto reddito, ma nella lotta agli sprechi (10 miliardi), alla corruzione (60 miliardi) e all’evasione (91 miliardi certificati nel 2013).

Sprechi e corruzione sono equamente diffusi a livello centrale e locale, mentre l’evasione è prevalentemente fenomeno di livello centrale, almeno sotto il profilo della normativa e degli strumenti, risorse, determinazione per praticarla fino in fondo: tredici miliardi recuperati su 91 evasi sono pochi, tenuto conto che l’evasione italiana è tre volte quella spagnola, due volte quella inglese e di un terzo superiore a quella tedesca.

Sarebbe stato interessante che Visco avesse sviluppato, nella sua lettera a Repubblica, un’analisi di quanto hanno operato le amministrazioni di sinistra a livello locale in materia di lotta agli sprechi e di corruzione.

Il coperchio sollevato da Marino e dalla magistratura su Mafia Capitale ci fa vedere quante siano le opportunità per mettere sotto controllo le attività delle cooperative prosperate nel sociale a danno dell’immagine della Sinistra. 

Guardiamoci dal mettere le mani avanti dicendo che il resto dell’Italia non è Roma Capitale….. dimenticando  gli scandali nel PD lombardo e gli avvicendamenti forzati in Expo fino a Cantone.


Una volta fatte emergere queste considerazioni, rimane da affrontare il nodo della rifondazione del PD a livello territoriale, perché questa è la reale sfida strategica, purtroppo con poco tempo per realizzarla.

Sarebbe utile cominciare da subito ad approfondire le ragioni per cui a livello locale si è rinunciato troppo a indagare il malfunzionamento amministrativo di Regioni e Comuni in cui la Sinistra ha governato. 

Anche nel caso in cui si ricreassero condizioni favorevoli al rilancio della Sinistra sul territorio, non si potrà eludere il tema di una diversa presa di possesso delle amministrazioni: non di seggi o poltrone; ma come laboratorio di riforma operativa (non solo normativa) delle strutture in modo da gestire i bilanci senza aumentare la pressione fiscale.


Per fare questo occorre riportare al primo posto la missione delle Amministrazioni locali: fornire servizi di qualità al minor costo possibile.

Le Amministrazioni locali non sono fatte per erogare stipendi, ma innanzitutto servizi!

E’ distorcente gestire la riorganizzazione delle Province mirando innanzitutto alla questione occupazionale, quando l’obiettivo è di fare il possibile per razionalizzare tali enti, rispetto a Regioni e Comuni.

“Noi non vogliamo combattere la ricchezza, ma la povertà”, dice Renzi; ed io aggiungerei che noi dobbiamo  combattere gli sprechi, la corruzione e l’evasione! E su questo la Sinistra si è dimostrata impreparata, inadeguata o comunque timida per paura di perdere voti.

Forse nei decenni passati si è pensato troppo ad analizzare la società nelle sue articolazioni e nei conflitti tra queste; trascurando che bisognava guardare “dentro” ciascuna pezzo; a partire dalla Sinistra stessa, per rivedere e riformare i “fondamentali” che portano ancora a tollerare – se non praticare – spreco, corruzione e evasione, ben oltre l’analisi di Visco.

E’ da qui che potrebbe cominciare il recupero di una parte della società civile rifugiatasi nell’astensionismo e nella disaffezione della politica: anche del Centro-Sinistra!

GIOVANNI FERRERO

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