Ufficio Verifiche Impianti Termici

 
Ci ha scritto l’Ufficio Verifiche Impianti Termici del Comune
 “Abbiamo lo sgradevole compito istituzionale di effettuare le verifiche degli impianti termici presenti sul territorio comunale”
CON LA RISPOSTA DI MASSIMO MACCIO’

Ci ha scritto l’Ufficio Verifiche Impianti Termici del Comune di Savona
“…Abbiamo lo sgradevole compito istituzionale di effettuare le verifiche degli impianti termici presenti sul territorio comunale”

Gentile Signor Macciò,

con la presente nota l’Ufficio Verifiche Impianti Termici del Comune di Savona intende informare Lei e, attraverso il Vostro utile spazio di riflessione “Trucioli Savonesi” l’intera cittadinanza, di tutte le inesattezze e indicazioni errate contenute nel… Suo intervento ..datato 11 marzo 2012;

infatti il taglio palesemente critico nei confronti di presunte illegalità compiute dal Comune (ancora più “colpevolmente” scaricate su “innocenti” cittadini) è costruito su affermazioni scorrette sotto diversi aspetti e, giocando sul facile sentimento anti-istituzionale ultimamente molto diffuso, rischia di screditare l’operato del nostro ufficio che al contrario svolge un servizio utile alla cittadinanza relativamente alla sicurezza, alla riduzione dell’inquinamento e anche, perché no, consente un piccolo risparmio in termini di consumo di combustibile utilizzato negli impianti termici.

In termini generali questo ufficio ha lo sgradevole compito istituzionale di effettuare le verifiche degli impianti termici presenti sul territorio comunale, compito che già di per sé  è appena tollerato dalla maggior parte della cittadinanza come un “male necessario” (un po’ alla stregua dell’operato dei nostri colleghi vigili urbani); a ciò si aggiunga che tali verifiche si svolgono in un ambito normativo che definire caotico e, a volte, contraddittorio appare come un eufemismo.
Nonostante tali presupposti il Comune si è dotato di uno specifico regolamento (liberamente consultabile sul nostro sito www.comune.savona.it) e con ogni mezzo è disponibile ad aiutare i cittadini nel districarsi in questa “giungla” normativa (sportello per il cittadino, sito internet, numero verde, e-mail, depliant informativi, manifesti murali, ecc. ecc.).
Venendo al caso specifico citato nel Suo articolo, La informo che il Comune, per mezzo della ditta che effettua le verifiche (a suo tempo individuata a seguito di gara d’appalto), deve obbligatoriamente ai sensi della normativa vigente fare un controllo a 360° sull’impianto, comprendente anche l’esame di tutta documentazione prevista a corredo di un impianto termico, tra cui il progetto.
La prima inesattezza dell’articolo è affermare che senza il progetto l’amministrazione non avrebbe concesso l’agibilità: in realtà il documento necessario è la dichiarazione di conformità dell’impianto; tale distinzione è oltretutto logica: nel caso del progetto si tratta di un documento che precede la realizzazione dei lavori, mentre la conformità viene rilasciata dall’idraulico solo a lavori terminati, che sono concretamente oggetto dell’agibilità.
Purtroppo però un’altra normativa vigente (per esattezza la legge 10/1991),  indipendente e non sovrapponibile alle norme che regolamentano l’agibilità, obbliga il cittadino a consegnare in Comune copia del suddetto progetto prima dell’esecuzione dei lavori, oltre a conservarne una da esibire in occasione delle nostre verifiche.

Su questo aspetto il compito di questo ufficio, oltre a tutti gli innumerevoli altri svolti e condensati in appena 15-20 minuti di visita, è quindi sia di verificare l’esistenza di una copia del progetto “in loco” (senza entrare nel merito della correttezza del progetto stesso, incombenza spettante ad altri uffici competenti) e sia di controllare che tale progetto sia stato a suo tempo consegnato in Comune prima dell’inizio dell’esecuzione dei lavori (condizione indispensabile perché tale documento acquisisca efficacia giuridica).

 Pertanto il nostro ufficio, nonostante Lei abbia un opinione diversa, sa perfettamente cosa chiedere ai cittadini e quali sono le norme che regolano il nostro operato.

Un’altra inesattezza è quella relativa alle sanzioni da comminare: l’aver solertemente riportato uno stralcio del nostro depliant informativo (peraltro senza neanche citare la fonte) genera scorrettamente molta confusione tra gli utenti; infatti per chiunque legga l’italiano correntemente appare chiaro che ci si riferisce al: “…mancato rispetto delle norme di manutenzione e di esercizio…” di un impianto e non al caso in oggetto che attiene specificatamente all’esame della parte documentale dell’impianto e non al suo funzionamento, sul quale non è stato fatto alcun rilievo negativo.

Naturalmente la sanzione è comunque prevista dal Comune per sanare la mancanza del progetto, ed è comminata dagli uffici urbanistici nella misura minima prevista dalla relativa norma (516 euro), unitamente alla presentazione di un “Progetto a sanatoria” che sostituisca quello originale mancante.

Un’ultima inesattezza, che ribalta completamente quello che invece di fatto è un servizio reso al cittadino, è di accusare il Comune che il documento “perduto” (fatta salva l’effettiva responsabilità ed inefficienza dell’ufficio che ha in carico la pratica relativa) corrisponda al pagamento da parte del cittadino delle conseguenze relative; in questo caso allora si potrebbe davvero parlare di un “paradosso” che assumerebbe le valenze “tragicomiche” da Lei citate, anche se senza “sceneggiate”, dato che nessuno di noi dipendenti comunali fa l’attore di professione.

All’opposto il fatto che il Comune debba per legge conservare copia del progetto a suo tempo consegnato ha costituito e continua a costituire per molti utenti un’autentica “ciambella di salvataggio”.

Infatti, come sopra spiegato e ai sensi delle vigenti normative, l’utente deve esibire ad ogni visita all’ente di verifica il progetto unitamente all’attestazione dell’avvenuta consegna in Comune; pertanto il cittadino che, per qualsiasi motivazione, non si ritrovasse in tali condizioni può tentare, con una semplice e gratuita richiesta di accesso agli atti da fare entro il termine previsto di 90 giorni (tre mesi), di recuperare l’eventuale copia conservata nell’archivio comunale, tornando così in perfetta regola (non dimenticando però di acquisirne una copia da tenere a casa per le future verifiche!).

Quindi la tanto sbandierata inefficienza del Comune ha in questo caso al massimo vanificato una delle diverse possibilità a disposizione del cittadino inadempiente per mettersi in regola (questo ufficio consiglia inoltre di rivolgersi nei vari e differenti casi anche al progettista stesso, all’idraulico che ha installato l’impianto, al costruttore in caso di nuovo edificio, ai precedenti proprietari, ecc.).

In conclusione ci permettiamo di consigliare a Lei, signor Macciò e a tutti i cittadini savonesi che desiderassero delle spiegazioni su tutte le problematiche inerenti agli impianti termici, di rivolgersi a questo ufficio dove il personale è disponibile a rispondere a tutti i quesiti posti, provando a farlo con efficienza, competenza e cortesia (come peraltro dovrebbe essere per ogni servizio erogato da un ente pubblico); l’ufficio, sito al primo piano del palazzo comunale, è aperto il lunedì e il venerdì dalle 10 alle 12 e il giovedì dalle 15 alle 17, il numero verde gratuito 800.90.45.01 è a disposizione martedì e giovedì dalle 10 alle 12 ed infine la nostra e-mail è: impianti.termici@comune.savona.it 

Cordiali saluti a Lei e a tutti i lettori di “Trucioli Savonesi”. 

Savona, 14 marzo 2012 

Luca Menozzi

Ufficio Verifiche Impianti Termici

Settore Qualità e Dotazioni Urbane

Comune di Savona

RISPONDE MASSIMO MACCIO’
Progetto smarrito, caro Comune di Savona
ho ricevuto la deliziosa lettera di Menozzi
Fatemi sapere, siete efficienti o inefficienti?   

Il signor Menozzi ha scritto una deliziosa lettera in risposta al… mio intervento relativo al progetto di un impianto termico che nessuno riesce più a trovare.

 

La lettera è deliziosa innanzitutto, perché – sia detto senza alcuna ironia –  è estremamente cortese ed educata, come dovrebbe essere ogni comunicazione della pubblica amministrazione; poi perché chi l’ha scritta mi imputa, cortesemente ed educatamente, alcune  inesattezze e affermazioni scorrette, fra le quali quella di  non aver esposto le mie problematiche  direttamente all’ufficio verifiche e impianti termici del Comune di Savona.

A questo rilievo è facile rispondere: il sottoscritto, infatti, ha avuto a suo tempo un amabile colloquio con il responsabile dell’ufficio Sergio Altamura, al quale ha illustrato chiaramente la propria opinione (e dal quale ha appreso l’esistenza delle sanzioni) e ha poi passato molte e faticose giornate presso gli uffici del Comune (le richieste di accesso agli atti ne fanno fede) alla ricerca di quel sospirato progetto che alla fine, però, è risultato introvabile.

Le altre inesattezze sono leggermente più complicate da descrivere ma tenterò, spero cortesemente ed educatamente, di rispondere anche ad esse.

L’articolo 28 della legge 10/91 dispone che il proprietario dell’edificio, o chi ne ha titolo, deve depositare in comune, in doppia copia, insieme alla denuncia dell’inizio dei lavori, il progetto delle opere e che in assenza di tale documentazione il sindaco deve ordinare la sospensione dei lavori (e, quindi, nella sostanza, non concedere l’agibilità) “sino al compimento del suddetto adempimento” : non è successo nulla di simile, e l’agibilità è stata pacificamente concessa a gennaio del 2002.

 Non solo: nella dichiarazione di conformità è chiaramente indicato dal titolare dell’impresa che il progetto degli impianti termici era stato prodotto in allegato. Se il geometra in questione non avesse allegato il progetto, avrebbe dichiarato al Comune il falso e il Comune avrebbe dovuto e potuto facilmente accorgersene.

Invece il Comune non ha avuto nulla da eccepire, evidentemente perché il documento era stato presentato. Ma se il documento è arrivato negli uffici municipali, la legge 241/90 e il decreto-legge 35/2005 (convertito nella Legge 14 maggio 2005, n. 80) tagliano la testa al toro: il Comune può tranquillamente espletare tutti i controlli senza richiedere ai cittadini documenti che l’amministrazione ha già, e che dovrebbe aver conservato. Poi, uno può discutere fino a domani di jus superveniens, di ambiti di applicazione e di altre faccende del genere: resta il fatto che Comune non è stato in grado di tirar fuori un progetto a suo tempo presentato ai suoi uffici.

Sarà piuttosto difficile, poi, controllare che il progetto sia stato a suo tempo consegnato in Comune prima dell’inizio dell’esecuzione dei lavori, visto che nell’ultima lettera, a firma del peraltro cortesissimo dr. Pietro Borreani, la stessa amministrazione comunale ha dovuto ammettere di non riuscire a trovare il famigerato progetto.

 Naturalmente, può capitare a tutti di perdere un documento, e nessuno getta la croce addosso al Comune per questo: ma far scontare al cittadino le conseguenze dello smarrimento sembra francamente troppo. Poi, certo, una copia del progetto deve essere trattenuta dal proprietario ed esibita ad ogni visita di controllo ma, visto che vi era un congruo periodo di tempo per portare tale documento in visione agli uffici comunali, che cosa sarebbe successo se io avessi fatto cercare al Comune il progetto prima della scadenza del termine?

Interessante è anche la contestazione relativa alle sanzioni: che queste esistano, lo ha detto a suo tempo Altamura e lo conferma Menozzi nella sua lettera. L’importo indicato da Menozzi, per inciso, è superiore al minimo da me riportato – a titolo puramente esemplificativo – nello stralcio del dépliant informativo “Caldo Amico” del Comune.

Deliziosissimo è poi l’appunto relativo alle “sceneggiate” che io avrei imputato a qualche  funzionario comunale. Qui, in effetti, sono stato un po’ troppo sintetico: avrei dovuto specificare che il 5 gennaio del 2011, dieci minuti dopo aver depositato  il progetto in sanatoria, ho presentato all’Ufficio Protocollo (questo sì, molto efficiente) una richiesta di accesso agli atti per avere il vecchio progetto – in modo che anche il Comune si rendesse conto ufficialmente che esso non era presente nei propri uffici – e mi sono sentito rispondere (per iscritto, ci sono le lettere) che, volendo, avrei potuto consultare… il progetto in sanatoria: quello che avevo consegnato dieci minuti prima della richiesta!

Peraltro, sono d’accordo con Menozzi: nessuno dei dipendenti del Comune fa l’attore di professione,  la quasi generalità degli addetti dell’amministrazione è capace e competente, e chi ha firmato la lettera probabilmente non aveva intenzione di fare una sceneggiata dilatoria. Resta il fatto che:

– il progetto era stato presentato ( lo dice la dichiarazione di conformità);

– il Comune doveva quindi avere tale progetto nei propri archivi;

– il sottoscritto, dopo aver inutilmente cercato il dannato documento negli uffici comunali, ha dovuto presentare un nuovo progetto in sanatoria per evitare la multa;

– nel momento in cui il sottoscritto ha nuovamente chiesto al Comune di dargli copia del progetto fantasma l’amministrazione ha dovuto dichiarare di non riuscire a trovarlo (lo dice la lettera del novembre 2011).

Peraltro, errare è umano, soprattutto da parte mia: sono dispostissimo a scusarmi con Menozzi e con l’amministrazione nel momento in cui l’ufficio verifiche Impianti Termici mi farà avere copia conforme del progetto che io ho, a suo tempo, richiesto. In caso contrario, però, sarò costretto a concludere di aver verificato con mano “la tanto sbandierata inefficienza del Comune [che] ha in questo caso al massimo (“al massimo”?) vanificato una delle diverse possibilità a disposizione del cittadino inadempiente per mettersi in regola”.

 

Ossia, che il Comune, in questo caso, è stato inefficiente. Mi facciano sapere. 

 

Massimo Macciò

18 marzo 2012

 

 

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