“Tu dare voto, vedere cammello”: il grande bazar dei referendum

“Tu dare voto, vedere cammello”: il grande bazar dei referendum
Dalla cittadinanza al lavoro, i partiti si muovono tra Sì tattici, No strategici e astensionismi d’astuzia. Il proverbio arabo diventa la chiave per leggere una campagna referendaria tutta italiana.

Nel mercato delle promesse e dei principi, i prossimi referendum abrogativi su cittadinanza e lavoro si trasformano in una fiera di posizioni tattiche, dove il proverbio arabo “*Tu dare soldi, vedere cammello*” sembra calzare a pennello: solo che qui, al posto del denaro, c’è il voto, e il cammello è una vaga speranza di coerenza politica.

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L’8 e il 9 giugno, gli italiani saranno chiamati a esprimersi su cinque quesiti. Uno riguarda la *cittadinanza* per i cittadini extra-UE, da ottenere dopo cinque anni anziché dieci; gli altri quattro mirano a smontare porzioni del *Jobs Act* e regolamenti sulla sicurezza sul lavoro. Eppure, più che una chiamata alla partecipazione democratica, il clima ricorda una contrattazione tra mercanti diffidenti: nessuno mostra davvero il cammello, tutti parlano del prezzo.

Il centrodestra e l’arte dell’invisibile
Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia hanno scelto la via dell’astensione. Una tattica che non dice “No”, ma lo insinua. In pratica: *non votare per far fallire il quorum*. È come se il venditore, piuttosto che mostrare l’animale, chiudesse la tenda e negasse il bazar. “Tu non dare niente, io non mostrare niente”. Una posizione compatta, coerente nella sua opacità, ma che tradisce la paura di un giudizio popolare troppo rumoroso.

Il PD e il cammello smontabile
Il Partito Democratico ha ufficialmente detto “Sì” a tutto, ma poi, come un cammello smontato pezzo per pezzo, *alcuni notabili hanno scelto Sì selettivi*: cittadinanza e sicurezza sul lavoro sì, Jobs Act no. L’effetto è quello di un animale a metà: una gobba c’è, l’altra no. Una linea di partito che è più una mappa dei distinguo che un sentiero sicuro.

I 5 Stelle e la libertà condizionata
Il Movimento 5 Stelle cavalca i referendum sul lavoro con un convinto “Sì”, ma lascia *libertà di voto sulla cittadinanza*. Giuseppe Conte si esprime a titolo personale, come a dire: “Io vedere cammello, voi fate come volete”. Un modo per stare nel caravanserraglio senza vendere troppo.

Azione e il cammello della discordia
Carlo Calenda, dopo una piroetta verbale degna del souk di Marrakech, ha deciso: *Sì alla cittadinanza, No al lavoro*. Azione si presenta con una moneta in tasca e un occhio sospettoso sul recinto. Il cammello? Solo quello che piace al leader.

Italia Viva e l’ippodromo delle scelte parziali
Matteo Renzi si fa banditore di un’asta politica: *Sì a cittadinanza, No a Jobs Act, libertà di voto sugli altri due*. Il suo cammello è modulare, personalizzabile. Un Ikea della politica: ciascuno si prenda quello che gli serve, e se manca un bullone… arrangiatevi.

Più Europa: due gobbe e tre dinieghi
Più Europa spinge per il Sì su cittadinanza e sicurezza sul lavoro, ma rifiuta gli altri tre quesiti. Due gobbe bastano per dire di aver visto un cammello, anche se a metà. Una posizione forse più coerente, ma destinata a passare inosservata tra le urla degli altri mercanti.

Nel bazar dei referendum, i cammelli sono pochi e le monete scarse. Il popolo, che dovrebbe “dare voto per vedere cambiamento”, rischia di dare fiducia per veder scomparire tutto in una nuvola di polvere.
E mentre i partiti giocano tra il dire e il non fare, il detto arabo ci ammonisce con la sua disarmante semplicità: la vera prova è nel mostrare ciò che si promette. Non prima. Non dopo. Ma adesso.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

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