TRASFORMARE IL SANO IN MALATO
Da USL ad ASL
Da sani a pazienti a clienti
Sulla tendenza, tutta moderna, a trasformare qualunque disturbo in un’occasione per considerare una persona come un paziente e curarlo come tale farmacologicamente, avevo già parlato in un mio precedente articolo, dove prendevo spunto dalla denuncia di Ivan Illich, esplicata nel suo “Nemesi medica. L’espropriazione della salute”. Ribadisco qui i punti salienti di quella denuncia, estrapolandoli dai commenti al libro da parte di un Centro di Psicologia Giuridica [VEDI]:
- La corporazione medica è diventata una grave minaccia per la salute;
- La medicina provoca essa stessa la malattia (iatrogenesi) e produce di continuo nuovi bisogni terapeutici, mentre le cure mediche, lungi dal guarire l’individuo dalla malattia, funzionano a loro volta da agenti patogeni.
La denuncia di Illich, del 1976, si è rivelata anche una profezia, visto quanto la situazione attuale sia da allora peggiorata, come del resto tutti i parametri ambientali e sociali.

Qui sopra l’intervista al prof Furlan, che ha dedicato la sua vita alla professione psichiatrica, avendo perciò avuto modo di vedere la sua graduale deriva e il suo trasformarsi in mero business [VEDI]
Oggi però voglio restringere l’analisi della situazione sanitaria all’ambito della salute mentale, parlando per bocca di un “addetto ai lavori”, quale è il prof. Pier Maria Furlan, già Ordinario di Psichiatria dell’Università di Torino, Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e delle Tossicodipendenze, operante in campo psichiatrico da 50 anni (e recentemente scomparso). Procedo quindi estrapolando le sue affermazioni da un’intervista video (vedi immagine sopra), che consiglio di guardare per intero. In pratica, si tratta di un ripudio della psichiatria, così com’è oggi diventata, da parte di un navigato psichiatra; un po’, se mi è concesso il paragone, come è successo a me, dottore in Chimica Industriale, nei confronti della chimica, che, assieme alla fisica, anziché mezzi di reale progresso, sono diventate tra le maggiori minacce che incombono sul pianeta.

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Ora cito testualmente, in forma antologica [mie postille tra parentesi quadre]:
- Il maggiore difetto della psichiatria è l’eccessiva medicalizzazione;
- Contesto la situazione psichiatrica italiana, che si sta vendendo alla corrente invasione della depressione in malattia;
- Il curare il sano è diventato ormai appannaggio delle case farmaceutiche, che hanno quadruplicato i loro budget curando il sano [trasformandolo in malato reale];
- Quando io ero studente o specializzando, le depressioni gravi erano lo 0,5% della popolazione. Adesso arriviamo a dichiarare che il 50-60% delle persone passa attraverso una malattia depressiva. No, non è una malattia, è uno stato d’animo fisiologico, drammatico, legato alla nostra condizione umana, ma non va reificato come malattia;
- È grottesco che il 25% degli americani prenda degli antidepressivi; si lotta contro il fumo, ma non contro l’assunzione degli antidepressivi, come se non modificassero il nostro funzionamento. E non sappiamo neppure perché agiscono;
- C’è anche la complicità dello psichiatra, che trasforma questa sintomatologia depressiva in una malattia, mentre è una conseguenza sociale. [Ormai su ogni comportamento deviato si applica l’etichetta patologica: chi gioca d’azzardo è malato di ludopatia, chi eccede nel bere è un etilista, chi è dipendente dalle sigarette è un tabagista. Insomma, tutti malati, da curare da altrettanti specialisti con farmaci dedicati];
- Allora io mi chiedo, ma come, aumenta il numero degli psichiatri, aumenta il numero dei farmaci, aumentano le terapie, ma aumenta la depressione. Allora noi a cosa serviamo, se invece di calare, la depressione sta aumentando? Significa quindi che non è qualcosa di competenza esclusivamente psichiatrica, mentre si trascurano quanti sono veramente malati psichiatrici;
- La sindrome sui minori? È un vero e proprio delitto che i disturbi comportamentali vengano curati con gli anfetaminici. Non gli dai il caffè, gli alcoolici, il tabacco e poi gli dai il Rivotril? Mio figlio è irrequieto? Mandiamolo dallo psichiatra e diamogli il Rivotril. Teniamo i bambini seduti in un banco per 5-6 ore al giorno, quando la Montessori diceva che i banchi sono un’idiozia, Dobbiamo cambiare la visione della scuola;

Riporto da un foglio illustrativo: La dose iniziale per neonati e bambini fino a 10 anni di età… [VEDI]
- Tu non stai dando un farmaco curativo, bensì un farmaco sintomatico. Ai miei studenti lo dico da sempre: la psichiatria non ha farmaci terapeutici, non sono antibiotici; sono sintomatici. Certo, il sintomo può servire, per prescrivere l’aspirina. Io sfido qualunque psichiatra a spiegarmi il meccanismo serotonico. Semplicemente: quando uno ha mal di testa prende l’asprina? -Sì. -Il mal di testa passa? – Sì. -Quindi il mal di testa è dovuto a carenza di aspirina? –No. -La depressione è dovuta a carenza di serotonina? -No;
- Quanto sono efficaci gli psicofarmaci? Un controllo dei documenti del Nat’l Institute of Mental Health, che sovvenziona le ricerche, ha rivelato che tutti i documenti che negano o riducono di molto la reale efficacia degli psicofarmaci restano in un cassetto, mentre si pubblicano quelli che esprimono giudizi positivi;
- Stiamo parlando di giri d’affari di miliardi di dollari…
Un altro tassello del quadro, a dir poco sconfortante, dell’odierna psichiatria, lo fornisce il prof. Lorini, altro navigato psichiatra
che si sofferma sulla disumanità degli ormai famigerati TSO (Trattamento Sanitario Obbligatorio), con l’appoggio “in vivo” del racconto di Fabio [VEDI], il cui fratello ha avuto la vita rovinata dagli psichiatri e dai ripetuti, disinvolti TSO.
Aggiungo qui miei personali commenti e casistiche. Posso giustamente capire la funzione dello psicoterapeuta che ti fornisce un aiuto morale con le parole, anziché con farmaci ad alto rischio. Una funzione recentemente attribuita anche allo studio della filosofia. Io stesso, in anni ormai lontani, ho tratto giovamento da entrambi, dopo essere precipitato in profonda depressione per un evento luttuoso che mi aveva toccato molto da vicino. Il supporto collaterale farmacologico (Xanax) fu di ulteriore ausilio, grazie ai dosaggi molto ridotti, che non mi procurarono assuefazione una volta terminata la psicoterapia. Non altrettanto felice fu in mio incontro con il Prozac, ossia con la fluoxetina (di cui parla Fedez, vedi un chiusura), che avevo assunto, prima di affidarmi alla psicoterapia. Dopo 3 notti insonni, la testa sembrò scoppiarmi e dovetti recarmi d’urgenza al Pronto Soccorso. E la chiamavano la “pillola della felicità”! In conclusione, il rapporto umano può essere coadiuvato da ragionevoli dosi di farmaci, ma mai esserne completamente sostituito; come invece accaduto a mio conoscente, diagnosticato come bipolare e curato per 10 anni con farmaci che, anziché portare alla guarigione, ne peggiorarono la patologia. Finché, disgustato da farmaci soltanto peggiorativi della salute, decise di scalarli gradualmente tutti. Una sfida con sé stesso basata su questo ragionamento: se devo star male assumendo farmaci, preferisco star male astenendomene. Chiaramente, all’inizio, fu un vero calvario, e tuttora ci sono sporadiche ricadute ma sembra che, fatto un bilancio, ci siano più giorni di sole che giorni di nuvole. Concludo lasciando spazio sull’argomento, dopo due psichiatri, a due cantanti particolari: Marracash e Fedez

Questa canzone di Marracash, “Gli sbandati hanno perso”, esprime in musica la situazione di tanti giovani “fuori di testa” per un mix di ragioni, tra cui il disinvolto uso di droghe e psicofarmaci, nell’ambito di una società che combatte le prime ma accoglie i secondi, classificandoli come cure

Con “Battito” (Sanremo 2025), Fedez trasporta nel mondo musicale la sua battaglia personale contro la depressione, sintetizzata in questa frase: “Dottore che cosa mi ha dato? Socialmente accettato, anestetizzato da un metodo legalizzato”
Marco Giacinto Pellifroni 09 marzo 2025