Totò. A cinquant’anni dalla morte

TOTO’
A cinquant’anni dalla morte

TOTO’
di Biagio Giordano
 
 A cinquant’anni dalla morte di Totò, non si può non ricordare la grandezza di questo attore comico, che fu oltre che interprete teatrale e cinematografico dotato, anche sceneggiatore, musicista, nonché mimo eccezionale in possesso tra l’altro di una facilità inventiva nel trovare le parole per le sue gag che ha del sorprendente. Uomo molto colto, sapeva usare, per certi aspetti minori, il linguaggio dirompente è astratto proveniente dall’arte surreale-dadaista più radicale.

Recitò tante commedie, molte per far ridere (sempre senza cadere nella volgarità, e con una ironia e signorilità di fondo soffusa) il popolo napoletano e del sud più disagiati compresi gli emigrati al nord, donando loro un passatempo che confortava e per qualche ora ridava fiducia al domani spesso incerto che li attendeva.


Si sono accorti delle sue grandi, ma rimaste per lungo tempo sottese, capacità drammatiche, grandi registi-autori come Mario Monicelli e Pier Paolo Pasolini con i quali Totò ha girato qualche film: indubbiamente di qualità e successo con delle atmosfere profondamente culturali-poetiche.

La sua etica e il suo genio divenuto via via del tutto originale rispetto alle influenze iniziali avute dai grandi comici internazionali della storia del cinema, si sono scontrati duramente con una certa critica cinematografica italiana, tanto potente quanto provinciale.

Biagio Giordano 

 
 

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