Toga rossa alla riscossa?

La giustizia italiana tra ideologia, sovranismo giuridico e interferenze politiche
Le recenti tensioni tra magistratura e governo riaccendono il dibattito sulla separazione dei poteri e sul sovranismo legale


1. Una giustizia allo sfascio da decenni*

PUBBLICITA’

Il sistema giudiziario italiano soffre da tempo di problemi strutturali che ostacolano il suo funzionamento. L’eccessiva durata dei processi, la mancanza di certezza della pena e frequenti scandali hanno minato la credibilità della giustizia agli occhi dei cittadini. Ci si trova di fronte a una macchina che non solo è lenta, ma spesso inaffidabile, creando un senso di ingiustizia generalizzato e una frustrazione diffusa nella società. Questo scenario ha fornito un terreno fertile per chi, a destra e a sinistra, cerca di cavalcare il malcontento con slogan giustizialisti.

2. Ideologie in frantumi, giustizialismo opportunistica

In un vuoto ideologico sempre più marcato, sia a destra che a sinistra, la giustizia è diventata uno strumento per strumentalizzare la rabbia pubblica. Destra e sinistra, incapaci di proporre visioni coerenti, agitano spesso lo spettro del giustizialismo per raccogliere consensi. Da una parte, si accusano le “toghe rosse” di interferire politicamente; dall’altra, si denuncia il lassismo giudiziario. In entrambi i casi, l’obiettivo è guadagnare consenso, sacrificando però la coerenza ideologica e la stabilità istituzionale.

3. Lo spirito della toga rossa domina la scena

La magistratura italiana, spesso percepita come dominata da un “anima” progressista, ha visto crescere il sospetto da parte della destra, che teme una preponderanza delle “toghe rosse”. Queste accuse trovano terreno fertile nella recente battaglia del governo per riaffermare la primazia del diritto nazionale su quello europeo. La Lega, in particolare, propone modifiche costituzionali per ridimensionare l’influenza dell’UE. Tali manovre hanno contribuito a inasprire il clima, spingendo i magistrati a rispondere con fermezza e a riaffermare l’indipendenza del loro ruolo.

4. Egalitaria la sinistra, giustiziera nei fatti

La sinistra, pur dichiarandosi paladina dell’uguaglianza, ha dimostrato una notevole propensione all’uso della giustizia come strumento politico. Accuse, processi mediatici e inchieste giudiziarie hanno scandito i ritmi della politica italiana, spesso decapitando leader e amministrazioni con impatti devastanti sulle carriere e sulle vite personali degli accusati. Tale approccio ha permesso alla sinistra di guadagnare terreno anche in assenza di programmi concreti, ma ha alimentato il sospetto che la giustizia venga strumentalizzata.

5. La destra tra retorica della legalità e permissivismo di fatto

Al contempo, la destra italiana si presenta come paladina della legalità, richiedendo rigore e applicazione ferrea delle leggi, almeno in teoria. Nella pratica, tuttavia, si osserva un permissivismo selettivo, con tentativi di aggirare vincoli legali e costituzionali. Il recente “sovranismo giuridico”, che spinge per anteporre il diritto italiano a quello comunitario, è sintomatico di un orientamento che vede la legge come uno strumento da piegare alle necessità del momento politico.

6. Montesquieu si rivolta nella tomba

L’indipendenza dei poteri, su cui si basa la democrazia moderna, è minacciata dall’ingerenza politica sulla giustizia. La spinta della destra italiana a ridisegnare i rapporti tra le istituzioni, sostenendo il primato del governo sulle altre sfere del potere, solleva serie preoccupazioni. Montesquieu, promotore della divisione dei poteri, troverebbe motivo di ribellione nella piega autoritaria che rischia di soffocare l’equilibrio istituzionale.

Antonio Rossello       CENTRO XXV APRILE

Condividi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.