The lame duck (l’anatra azzoppata)

The lame duck (l’anatra azzoppata)

Il risultato del referendum non è stato una sorpresa, dato che la vittoria del NO era prevista da tempo; ciò che ha effettivamente sbalordito tutti sono state la dimensione della vittoria e l’affluenza dei votanti.

The lame duck (l’anatra azzoppata)

 Il risultato del referendum non è stato una sorpresa, dato che la vittoria del NO era prevista da tempo; ciò che ha effettivamente sbalordito tutti sono state la dimensione della vittoria e l’affluenza dei votanti.

Il numero dei cittadini che si sono presentati alle urne ha stupito i più acuti osservatori della politica e ha dimostrato, se ve n’era bisogno, che alla fine il Popolo è saggio e quando avverte un pericolo incombente accorre in massa.


 

Il tanto bistrattato Popolo, dopo il referendum sulla Brexit in Gran Bretagna e dopo la vittoria di Trump alle elezioni in USA, questa volta ha colpito – duramente – anche in Italia, per cui ora i cosiddetti poteri forti mondiali sono allarmatissimi da quello che, con disprezzo e a torto, definiscono il “populismo crescente”.

La riforma che ci voleva propinare il Sig. Renzi, che a parole voleva combattere tutti gli sprechi e rendere lo Stato più snello, in effetti costituiva un alibi del Presidente del Consiglio per  compromettere  la democrazia e diventare lui stesso “l’unico uomo” al comando del Paese, in grado di imporre  al Popolo italiano il proprio incontrastato arbitrio, rendendosi veicolo del volere dei poteri forti nazionali e transnazionali.

Le sollecitazioni mosse a favore del SI da tutte le cancellerie internazionali, prima fra tutte quella Tedesca, oltre a costituire un’intromissione illegittima, hanno dimostrato chiaramente come siamo considerati nel mondo che conta, giacché i nostri scalcinati governi degli ultimi anni ci hanno messi nella condizione di venire considerati  a livello di colonia o appendice di altri Stati, come ben rappresentato in modo esplicito da Marine LePen durante la visita di Hollande  e della Merkel al parlamento europeo per ciò che concerne l’attuale Francia – vedere: https://www.youtube.com/watch?v=71F14BpEePg

Hollande e Renzi rappresentano due sottoprodotti dell’odierna sinistra che, dopo avere abbandonato quelle classi operaie che i loro partiti hanno sempre preteso di rappresentare per mettersi a disposizione dei poteri forti, come le classiche mosche cocchiere si sono messi a cavalcare l’era del mondo futuro, al servizio dei loro nuovi padroni.


Ciò nonostante, il tanto denigrato Popolo ignorante – quello dei novelli sanculotti, come io lo definisco – malgrado la mobilitazione di tutti i mass media e nonostante le minacce di tempeste monetarie e di  presunti disastri economici,  non si è fatto infinocchiare e in massa si è precipitati ai seggi per fermare  il bulletto nostrano e la sua gestione mediatico-fallimentare del nostro povero e disgraziato Paese.

Una gestione tanto fallimentare che, al di là delle chiacchiere e delle balle che il Presidente del Consiglio ci ha raccontato, ha palesato  il pressapochismo e l’irresponsabilità con la quale egli ha gestito il bel Paese; difatti, nonostante l’enorme iniezione di miliardi di Euro da parte della Banca Centrale Europea, il basso costo del danaro che ha permesso un risparmio irripetibile sugli interessi del debito pubblico ed il basso costo del petrolio, lo sgoverno Renzi è riuscito a far crescere il debito pubblico di ulteriori 150 miliardi di Euro e, contemporaneamente, ad aumentare la povertà nel Paese.

 
La Banca Monte dei Paschi e Giuseppe Mussari

In tutti gli indicatori macroeconomici di questi ultimi anni la performance dell’Italia è stata il fanalino di coda dell’Europa, e mentre nel Paese la povertà e la miseria galoppavano, Renzi si permetteva di viaggiare sull’aereo presidenziale per fare una campagna elettorale  ossessiva e fastidiosa , distribuendo mance e mancette, trascurando consapevolmente di governare un Paese allo sbando, con un Popolo in sofferenza, con una protezione sociale sempre più blanda, e con un’invasione di migranti abusivi totalmente incontrollata, al punto che anche il Commissario UE con delega alla migrazione, Avramopoulos, ha definito essere non più accettabile.

Lo zoccolo duro della sinistra PD, da sempre formato in gran parte  da furbacchioni e pecoroni – dove i furbacchioni sono quelli che usufruiscono dei vantaggi distribuiti dal potere, dei quali ne abbiamo avuto dimostrazione durante la campagna referendaria con l’illuminante esempio del presidente della Regione Campania,  mentre i pecoroni pensano che il PD sia ancora lo stesso dei tempi di Berlinguer e si fanno regolarmente infinocchiare dalle frottole del segretario bulletto di turno – non è stato sufficiente a far vincere il referendum a Renzi col risultato che ora ci troviamo tutti nella palude nella quale l’ex Sindaco di Firenze ci ha lasciati e dalla quale pare che sarà dura uscirne.

 

La giusta soluzione non può essere che dare la parola al Popolo, ma adesso non si  può andare a elezioni stante la mancanza di una legge elettorale degna di questo nome, perché mentre  il Parlamento a maggioranza PD ha trovato il tempo per legiferare  su marjuana, jus-soli e matrimoni gay, alla fine si è dimenticato di dare al Paese una  legge elettorale legittima e condivisa, da applicare in caso di elezioni anticipate, come se la maggioranza avesse avuto il sentore che il NO potesse prevalere e quindi era meglio avere una valida scusa per evitare di affrontare il giudizio politico del Popolo.

Insomma, ci troviamo ora davanti ad un guazzabuglio istituzionale, creatosi per non voler affrontare il voto dei risparmiatori espropriati dei loro averi, delle famiglie italiane che da sempre hanno contribuito al benessere del Paese e che ora in difficoltà vengono abbandonate per aiutare chi si insinua nel nostro Paese solo per arraffare, e dei sempre più numerosi concittadini che si trovano al di sotto della soglia della povertà.

 

Un proverbio dice che al peggio non vi è limite; in effetti, il solo fatto che il Presidente del Consiglio abbia ripetutamente giurato di lasciare la politica qualora avesse perso al referendum, mentre immediatamente dopo la disfatta abbia iniziato subito ad organizzarsi per tornare nuovamente in scena, la dice lunga sulla serietà di questo modesto personaggio e di quanto egli sia pericoloso e inaffidabile per il nostro Paese.

Il Massimo baffetto nazionale del PD, che nella sua lunga carriera politica è riuscito ad impallinare Veltroni e Prodi, anche stavolta ha dato il suo fattivo contributo nell’azzoppare l’anatra –  come dicono nel gergo della politica americana.


 La conclusione del lavoro passa quindi al nostro Popolo con le prossime elezioni che, speriamo, avvengano quanto prima!

 

 SILVIO ROSSI  Consigliere LEGA NORD

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