THE GREAT ALBENGA’S SHAME

THE GREAT ALBENGA’S SHAME
THE BAD MANAGERSHIP OF THE   INVISIBLE MANAGERS

THE GREAT ALBENGA’S SHAME
THE BAD MANAGERSHIP OF THE INVISIBLE MANAGERS 

Gennaio 2012: operai in lotta, aziende in chiusura, cassa integrazione, disoccupazione galoppante, razzismo criminogeno leghista in piena eruttazione, in particolare dalla provincia Grandimperial. La sindachessa d’Albenga difende assessore nazistoide, “genuino”. Del resto aveva digerito e avallato, quindi, anche le gesta dell’assessore Ciangherotti, quello che spedì la spazzatura a Napoli  e che, ora, solidarizza con Mauro Aicardi auspicante l’invio degli immigrati ai forni.  

 La bestemmia contro l’Umanità non può essere mitigata dalla probabile viscerale ignoranza di chi la pronuncia: i forni lavoravano moltissimo al primo arrivo dei treni di deportazione per l’incerenimento dei bambini, in quanto massa improduttiva .Centinaia di migliaia. Lo sapeva Aicardi?

 Assessori di tal fatta si licenziano. Non si lasciano al loro posto, in offesa alla città di Albenga e alla memoria dei suoi martiri civili.

 La verità? sgretolamento di ogni parvenza di dignità e compartecipazione alle abiette posizioni della vergogna nazionale costituita dalla Lega nord per l’indipendenza della Padania, con alta finanza in…Tanzania. Altro che Baviera e Svizzera .

Brava Sindachessa Siculo Padana!  bell’inizio per una città dove i fucilati dai nazifascisti hanno corredato la foce del Centa,  dove la Resistenza ha avuto uomini, fatti e luoghi di alto profilo. Perché non propone un monumento a Luciano Luberti, il ‘boia di Albenga’? Aicardi potrebbe celebrarlo con argomenti a lui cari e che il boia conosceva bene, egli si sarebbe divertito moltissimo ad infornare marocchini, ebrei e zingari.

  Tralasciando, per ora, le miserabili e obbrobriose esternazioni leghistiche  nostrane e passando all’attualità della crisi, ci chiediamo: ma perché  FINCANTIERI , IVECO IRISBUS, OMSA, PANSAC, ecc. ecc., queste cospicue società private, per carità, licenziano, smobilitano, riducono, non riescono a uscire dal tunnel, tagliano, magari prefalliscono, sbattono sul terreno pubblico  i problemi derivati dal loro impatto sociale ed economico, non riuscendo a risolvere privatamente un bel nulla ?  Perché aziende costruttrici delle più belle navi del mondo, di macchine sofisticate e di prim’ordine, si trovano prive di commesse e scaricano  migliaia di lavoratori, maestranze preziose per competenza e valore, sul lastrico? Perché produzioni prestigiose e servizi di prima grandezza diventano improvvisamente (si fa per dire)  ingestibili anche se tra i soci compare un azionariato pubblico che, ovviamente, si comporta all’interno della società come qualsiasi altro privato? 

Mauro Aicardi

 

Eraldo Ciangherotti

 

 Forse perché costano meno i lavoratori coreani e i committenti vanno dunque lì, per risparmiare?

 E come mai che questi fenomeni in Germania non si verificano? Gli operai che lavorano in Germania costano meno dei nostri?  Evidentemente no, però nel Consiglio di Amministrazione ci sono le rappresentanze sindacali, guarda caso.

         Ma è vero o no che  le commesse si conquistano attraverso proposte manageriali valide sotto vari aspetti che vedono in primis la qualità del prodotto, i tempi, la capacità di concorrere che non è solo quella del prezzo più basso? Certo, lo sanno anche i venditori di cravatte.

Ma tutte queste società private, per carità, liberalizzate, non si discute, da chi sono governate? Chi sono i responsabili delle campagne acquisti e vendite, dei programmi produttivi, delle progettazioni strategiche, della propaganda sul mercato?

 Chi sono i soggetti che hanno deciso di ridurre,  di dislocare, di licenziare, spostare i capitali ecc. ecc.?  Chi li ha eletti? Chi li ha nominati? Ogni tanto esce un nome, soprattutto quando si tratta delle liquidazioni, laddove avviene che un manager  di una società in dissesto si auto liquidi, ciò nonostante, qualche milione di euro (soldi privati?!), anziché essere processato per incapacità gestionale e condannato a pagarli i milioni di euro.

   I media raramente si addentrano nel mondo manageriale ( sarà ora di farlo) per denunciare l’incapacità degli amministratori delegati a capire il mercato, a piazzare il prodotto, ad innovare nei sistemi produttivi, a proporre novità sostanziali usando dei progressi della scienza e della tecnica. Basti pensare allo sviluppo delle macchine a trazione elettrica, alla strategia delle energie alternative (no, a Savona, per fare un esempio, la produzione di energia si potenzia col…carbone, vedasi Tirreno Power).

    La visione manageriale che ci è proposta spesso, nell’ambito di una storia industriale di imprescindibile priorità, è quella della FIAT, che ha sempre  pompato  soldi e vantaggi dallo Stato italiano, dove sembra che tutto dipenda da un signore somigliante ad un bigotto prete in borghese le cui scarne parole battono  il chiodo  degli orari e del costo del lavoro, per dare la colpa di tutto ai Sindacati. Egli vuo’ fa’ l’americano e ha spiazzato (da solo ?) la grande azienda italiana alla conquista salvataggio della Chrysler, annunciando il grande freddo per l’Italia protetto, malgrado la presenza descamisada del Presidente USA,  dal suo solito ed accollato maglione siberiano. Non si sa mai. Anche la ministro Fornero ci ha capito poco e ha dichiarato di volerci vedere chiaro.

     Ma non sarà il caso,  ribadiamo, visto che poi tutta questa privatezza liberista si ripercuote sulla  necessità di continui interventi pubblici, di andare ad acclarare (ma veramente, non alla Scajola)  chi sono questi soggetti che hanno portato la nostra grande industria a perdere nella tanto decantata concorrenza dimostrandosi così incapaci e comunque inadeguati? Mandandoli dunque a fare un altro mestiere? Ma come? quando una squadra di  calcio va male il primo a pagare è il manager allenatore, invece quando va male una grande industria pagano solo i giocatori? Cioè gli operai e i tecnici?

    Altro che liquidazioni  milionarie (euro!) , andare a coltivare l’orto e a gestire le case comprate, affittandole secondo legge ai residenti, andare a lavorare di braccia egregi managers  sconfitti dalla concorrenza e incapaci di affrontarla, incapaci di progettare novità, amministratori dei facili percorsi, mettiamo a governare le difficoltà i giovani che hanno in mano scienza a capacità. E a voi, pensioncina sociale che con il resto ci sono da risarcire le aziende che avete rovinato.

    Facciamo l’esempio della PANSAC (Venezia: produzione di pellicole per il settore della gomma plastica): il Commissario Giudiziale deve cercare di capire con quali gruppi –che per anni hanno comprato dalla PANSAC – è possibile ristabilire un rapporto di collaborazione (La Repubblica– 3/1/2012 p.7). Suggeriamo che cerchi anche di  capire per colpa di quali managers questo rapporto si è spezzato.

   Intanto tra le iniziative liberistiche che ammorbano il nostro Paese si presenta anche quella del gioco libero su Winga TV : “Mettiti comodo, al casinò ti porta Winga!” Pensare che la Brambilla voleva aprire un Casinò in ogni Comune, roba da ridere , qui si può aprire in ogni …casa!

Pubblicità per giocare denaro, il dramma peggiore che può investire un essere umano. Come se niente fosse, così, con pagine intere  sui maggiori quotidiani

nazionali.

E perché non si potrebbe fare lo stesso con la prostituzione e la droga leggera? un’intera pagina :

 “Vieni da noi, in Padania, bunga bunga assicurato, con fumatina offerta, prezzi da partito popolare, utilizzatori finali con difesa legale incorporata”, e una sedicente nipote di qualche capo di Stato fotografata in tanga;  anche l’occhio, si sa,  vuole la sua parte.

                                                            Stefano Carrara Sutour

 

                                      (p.c.c.    BELLAMIGO)

15 gennaio 2012   

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