TELEVISIONE il libro di Carlo Freccero

   Recensione di Biagio Giordano

del libro del professor Carlo Freccero
“Televisione”

 Recensione per Trucioli savonesi del libro del professor Carlo Freccero,

“Televisione”

edizioni Bollati Boringhieri, Torino 2013, Euro 9

A cura diBiagio Giordano

  “La rilevazione dell’audience attraverso l’Auditel, introdotta dalla Tv commerciale, capovolge il rapporto tra emittente e pubblico, e crea una vera e propria rivoluzione copernicana. Non è più l’emittente a selezionare i programmi, ma il pubblico, con le sue scelte, e il fattore decisivo è dato dalla maggioranza dei consensi.” (Carlo Freccero)

Carlo Freccero, (Savona 1947), è stato recentemente Direttore di Rai 4. Nel corso della sua esperienza professionale ha percorso tutte le fasi della televisione: dalla Tv commerciale, con Canale 5, Rete 4, La Cinq, e Italia 1, al servizio pubblico, con France 2, France 3, e Rai 2, alla Tv satellitare, con Rai Sat, per approdare infine alla Tv digitale. Di rilievo anche il suo lavoro di insegnamento sulla comunicazione, con corsi tenuti alle Università di Roma 3, e di Genova, dove è docente di linguaggio televisivo e comunicazione. Numerosi i suoi interventi su riviste specializzate come Link.

Questo libro getta luce, come pochi altri hanno saputo fare, sulla storia della televisione italiana e sulle principali logiche, spesso interattive col sociale e la politica, che questo principe dei mass media mette in gioco sconvolgendo tradizioni e  forme di comportamento di massa un tempo inconsciamente più libere.

“Televisione” è un testo originale che si legge volentieri, soprattutto per il riuscito assemblaggio tra strumenti teorici di ricerca diversi e sempre ben pertinenti al motivo centrale, che configurano una scenario d’insieme di grande chiarezza espositiva in grado di mostrare finalmente in tutta la sua trasparenza una televisione altra: gelido strumento d’uso nelle mani del potere dalle mille forme: educative, commerciali, di servizio pubblico,  politiche, digitali.

E’ un libro questo del professor Carlo Freccero che racchiude criticamente le migliori formulazioni analitiche prodotte dalla cultura dedita allo studio dei media, un libro che ogni biblioteca, pubblica o privata, dedita alla storia del nostro paese dovrebbe avere.

La storia della televisione italiana è vista da una prospettiva inedita, interpretata con l’ausilio degli strumenti della scuola di Francoforte creati dai vari Adorno, Horkheimer, Marcuse; o significativi autori  sulla comunicazione come MacLuhan Marshal, Postman, Morin, Umberto Eco, Perniola, etc.

Il libro mette in luce tutte le connessioni di rilievo che il mezzo mediatico, tuttora in continua trasformazione, ha via via  messo in campo, condizionando dal 1953 in poi lo sviluppo democratico del nostro paese.  Basti pensare  a come, per certi aspetti, si è regrediti, sotto la spinta televisiva, da alcuni dettami costituzionali fondamentali, tra cui il rispetto dei diritti delle minoranze,  cosa che è andata a vantaggio di una ideologia del maggioritario intesa, con l’uso improprio dei poteri dei media, come fine sostanziale di ogni politica elettorale e di governo.

 I contenuti del libro sono in un certo senso i riflessi critici della vita professionale e culturale dell’autore, in esso non mancano, ai margini di una struttura fondamentalmente saggistica ricca di riferimenti teorici di notevole spessore,  forme di scrittura da intrattenimento, meno colte, segnate dall’emozione, frutto di empatie qua e là vissute dall’autore stesso nell’esperienza televisiva con grande pathos critico e sensibilità creativa dettata dall’inconscio. Un testo splendido quindi capace di dare agli argomenti saggistici preselezionati dall’autore, un andamento da racconto che ne agevola la lettura senza fa perdere nulla al lettore in termini di  rigore interpretativo. 

BIAGIO GIORDANO

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