SUICIDI PIANIFICATI

 SUICIDI PIANIFICATI

SUICIDI PIANIFICATI
Abbiamo un motivo in più per ringraziare il prof. Monti per i suoi illuminati mesi di governo, in particolare il Decreto Salva Italia, varato lo scorso dicembre. La salvezza dell’Italia è, al contrario, fortemente messa in dubbio dai mesi successivi al decreto, che hanno visto un’impennata di fallimenti e chiusure di piccole e medie imprese, e la conseguente scia di suicidi tra i disoccupati e i titolari.
Ma una ben più ampia platea di suicidi, o di gente disposta a tutto, non avendo più nulla da perdere, è prevista come ulteriore conseguenza di quel decreto. Il quale, infatti, prevede  la totale pignorabilità di stipendi e pensioni, una volta depositati sui conti correnti; deposito reso obbligatorio, sempre dal prof. Monti, per favorire le banche che lo hanno voluto al potere, sempre con la risibile scusa della “tracciabilità”.

Il codice civile prevedeva –e tuttora prevede, non essendo stato esplicitamente abrogato- che non sia pignorabile più di 1/5 di stipendi e pensioni, ossia dei cespiti per il mantenimento in vita di una persona. Oggi invece, una volta che stipendi e pensioni siano confluiti su un conto corrente, non sono più distinguibili dal resto dei soldi, cessano di avere la loro identità di origine, e quindi sono pignorabili in toto, come qualsiasi conto corrente di cui il magistrato abbia disposto l’esecuzione.

 

 E i pignoramenti per impossibilità di pagare i crescenti debiti (sia verso le fauci di Equitalia che di altri creditori, come banche e professionisti, in particolare avvocati, cui la legge –popolando essi in massa il Parlamento- ha concesso di emettere parcelle da capogiro)  crescono in maniera esponenziale, sempre grazie alla politica di “risanamento” voluta dall’UE ed attuata dal governo Monti.

Ora c’è da chiedersi: cosa si suppone che faccia una persona, magari con un carico familiare, cui viene a mancare di colpo l’unico suo reddito, trovandosi da un giorno all’altro alla fame? È lo stesso interrogativo che ci si continua a porre davanti all’altra “specialità” creata dal governo Monti: quella degli esodati. Col Decreto Salva Italia se ne crea una nuova variante, forse ancora più vasta.

 

A questo punto, urge una correzione da parte del governo prossimo venturo, qualunque sia il suo colore e orientamento, affinché abbia effettiva attuazione l’articolo del codice di procedura civile che limita a 1/5 la pignorabilità della fonte di sostentamento delle persone, sia essa uno stipendio, un salario, una pensione o un sussidio di disoccupazione o cassa integrazione.

Certo è un paradosso che un uomo come Monti, che si definisce cattolico, al pari di molti del suo schieramento politico vicini alla Chiesa, non abbiano degnato di alcuna attenzione le conseguenze di quanto sopra, ossia di gettare i debitori nella sacca della miseria e del possibile suicidio come unica via d’uscita; in totale dispregio non solo del codice civile, ma anche dell’invocazione del Pater Noster “rimetti a noi i nostri debiti…”. Monti ha dato il colpo di accelerazione finale al transito da una politica a tutela dei debitori a quella opposta, che un tempo vedeva i debitori diventare schiavi dei creditori.

Oggi, non essendo più lecita la schiavitù, si prospetta un’alternativa ancora più drastica: il suicidio o la rivolta violenta.  Col de profundis della “coesione sociale” di cui tutti i politici si riempiono la bocca.

 

Marco Giacinto Pellifroni                     21 aprile 2013


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