Stupro di Caivano, fuori luogo le affermazioni del Ministro degli Interni: “… temi di … carattere culturale…”
Domenica 27 agosto nella Parrocchia di Don Patriciello a Caivano, presenti alla S. Messa erano ben pochi ad ascoltare l’omelia del sacerdote sulla terribile e vergognosa vicenda accaduta recentemente a Parco Verde nei confronti di due bambine stuprate ripetutamente, forse per mesi, dal branco.
“Nessuno può dire: io non c’entro”, ha tuonato il sacerdote dando risalto alla comoda scelta di girarsi dall’altra parte quando accadono misfatti simili.
Parco Verde, dove vicende del genere si ripetono da tanti anni, dove nel 2014 una bambina di 6 anni volò dall’ottavo piano, scaraventata dal compagno della madre perché si era ribellata alla sua ennesima violenza sessuale. Di questi abusi si vociferava nel Parco Verde ma nessuno aveva il coraggio di denunciare tanto che l’indagine sulla sua morte fu costellata da depistaggi e false dichiarazioni.
Parco Verde, la più grande piazza di spaccio d’Europa, dove l’infanzia non esiste ma viene usata anche come arma di ricatto contro i famigliari che non vogliono piegarsi alla volontà della malavita.
Non bisogna mai smettere di indignarsi di fronte a questi scempi; si parla tanto di minori abbandonati e questi bambini che vivono tali realtà ne fanno parte anche se non arrivano da altri Paesi.
Essi si trovano nelle mani di famiglie cosiddette “in difficoltà” ed in balia di organizzazioni malavitose che ne fanno quello che vogliono, li usano e poi li gettano come giocattoli rotti.
E i Governi, di volta in volta in carica, di fronte a queste vergogne si recano in quei luoghi a fare passerella e poi, puntualmente, quando cade il Governo, tutto questo viene dimenticato.
Le affermazioni del Ministro degli Interni appaiono così fuori luogo quando ha detto “non è colpa delle istituzioni e men che meno di questo Governo”. I “successi” di cui ha parlato sono invece il prodotto del lavoro delle Forze dell’Ordine che, con pochi mezzi e pochi uomini, tentano di porre un argine a questi orrori. “La domanda di droga è molto forte” e i fatti relativi allo stupro sono temi di sicurezza e di carattere culturale – ha continuato il Ministro.
Ma a chi compete la presenza di scuole, di strutture, di strumenti culturali per sradicare la non cultura, la violenza, lo spaccio? A chi se non allo Stato?Intanto le famiglie delle bambine stuprate hanno dovuto allontanarsi dalle loro case e Caivano è divenuto un deserto, nessuno si fa vedere per le strade, e qui vige il coprifuoco imposte da forze che non rappresentano certamente la legalità e lo Stato.
Fonti: La Stampa
Articolo pubblicato sul Blog “Alfieri dei Popoli” Diretto da Gabriella POLI