Studio della Costituzione a scuola

Bandito da scuola il Diritto Costituzionale
Ecco gli insegnanti di storia e italiano di diritto tout-court

Bandito da scuola il Diritto Costituzionale
Ecco gli insegnanti di storia e italiano di diritto tout-court
 

Qualcuno si è accorto che è stata fatta un’indagine sullo studio della Costituzione a scuola? Eppure la ricerca c’è stata, realizzata da Proteo e dal Centro di studi e iniziative per la riforma dello stato (La Costituzione italiana: come è percepita e vissuta tra gli studenti delle scuole “secondarie” del paese”) e i risultati sono piuttosto interessanti:

in sintesi, gli studenti italiani conoscono abbastanza ma non ancora sufficientemente (e con forti differenza tra nord e sud) la nostra carta costituzionale, la sanno collocare mediamente bene nel contesto storico ma hanno ancora molti dubbi nel valutarne i contenuti più legati all’attualità e, soprattutto, nel cogliere il significato pratico degli enunciati costituzionali

 

La ragione o, almeno, una delle ragioni, è presto detta: la Costituzione è ancora in parte inattuata e, comunque, largamente contraddetta nella pratica, innanzitutto da coloro che dovrebbero attuarla e tutelarla: come si fa a parlare di separazione dei poteri (cioè: di democrazia) e poi ascoltare la proposta di istituire una commissione bicamerale parlamentare contro i “giudici di sinistra”?

Insomma: c’è bisogno di studiare di più e meglio la nostra Costituzione e di uniformare le parole ai fatti, di farla diventare materia centrale e, in qualche modo, nodale di ogni progetto di scuola per meglio difenderla, di considerarla finalmente propedeutica all’esercizio della sovranità e, quindi, di renderla riferimento costante di ogni disciplina. Non lo diciamo noi: è quello che enuncia il Ministero in tutte le circolari sull’argomento. E per dare attuazione a questo postulato, che si fa? Si elimina lo studio del diritto costituzionale dalle scuole secondarie! Si mandano graziosamente a casa i docenti specializzati in tale insegnamento e si affida la pseudomateria “Cittadinanza e Costituzione” – senza ore né voti – ai professori di storia e italiano che, in tutto il percorso universitario, mai hanno dovuto sostenere un esame non si dice di diritto costituzionale, ma di diritto tout-court. E, per essere sicuri che a nessuno venga comunque la tentazione d’insegnare tale disciplina, si riduce il monte-ore già esiguo da dedicare a storia. Questa è la realtà. Poi, possiamo raccontarci tutte le barzellette che vogliamo. Una delle più divertenti l’ha ideata il MIUR che (comunicato dell’11 novembre 2010) ha scritto: “Non possiamo (e nessuna legge l’ha mai previsto)… interpretare Cittadinanza e Costituzione come una disciplina tra le altre inserite nel curricolo. Il forte richiamo alle competenze ha spinto il Ministero a promuovere e sostenere iniziative per tradurre in “comportamenti” i numerosi percorsi di approfondimento della Costituzione”. Falso: a dire davanti a tv e giornali che la nuova materia avrebbe acuto dignità e valutazione autonoma era stato il ministro Gelmini in persona, il primo agosto del 2008. E umoristico: come si fa ad approfondire una materia – il diritto costituzionale, appunto – di cui si ignorano le basi? Fareste “approfondire” le equazioni di secondo grado a uno studente che non conosce i numeri naturali?

R.T.

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