Storia giudiziaria ligure
E internet sentenzia: la dottoressa è stata vittima… |
E internet sentenzia: la dottoressa è stata vittima… |
Genova – Navigando sul sito del Consiglio Superiore della Magistratura www.csm.it/ Pari opportunità, abbiamo letto in ritardo la notizia (21 gennaio 2010) relativa all’intervento del Cpom, per una storia che avrebbe per scenario una sede giudiziaria ligure. Nelle quasi quattro pagine dattiloscritte si ricorda, tra l’altro, che dei fatti accaduti “è venuta a conoscenza anche la stampa locale, che dava risalto alla vicenda, indicando nominativamente i magistrati coinvolti, in tal modo amplificando la portata dei fatti e causando notevole lesione alla dignità personale e professionale della dott.sa….Peraltro, il….vale a dire proprio nella stessa data originariamente fissata dal CPOM per l’audizione della dott.ssa….è stata pubblicata dal quotidiano….. edizione di….una lettera a firma del dott. ….nella quale egli – in virtù di un rapporto privilegiato con gli organi di stampa – forniva pubblicamente una versione dei fatti a sé favorevole ed ulteriormente pregiudizievole nei confronti della dott.ssa…affermando in particolare….” |
Forse è il caso di leggere integralmente il documento (vedi testo completo…) che, a scanso di nuove querele, è senza contradditorio. Una sorte di “sentenza-motivazione”, a senso unico, con frasi tipo: “…comportamenti idonei a ledere la dignità di donna magistrato…vittima di indebite pressioni ed aggressioni…condotte censurabili del dott…ostacolarla in vari modi…persino denigrarla per il lavoro svolto…denigrava e tentava in ogni modo di isolare la dott.ssa…madre di due bambini…(si sapeva solo di uno ndr)… causando notevole lesione alla dignità personale e professionale della dott. ssa…vittima di attenzioni inopportune…fino ad assumere i caratteri del sopruso…”. Un linguaggio accusatorio più esplicito di così! Tutto messo in rete, in modo che ogni cittadino, lettore-navigatore italiano, possa essere informato di cosa può accadere nel mondo degli operatori di giustizia. In un palazzo di giustizia. In Liguria. Ha una logica mettere sotto “accusa” i giornali locali, se si tiene conto che la notizia di un caso “imperiese”, con i primi particolari inediti, venne anticipata dal periodico “La Riviera” e non è difficile risalire al suo editore, al direttore che ha dato il “buco” agli altri cronisti. Compresi i bravi colleghi che seguono da anni la cronaca giudiziaria per i due più diffusi quotidiani. Altri ottimi giornalisti, diciamo anche “fratelli massoni” di lunga e provata esperienza, scriverebbero come è accaduto: “…Certo è che a distanza di quattro giorni dall’articolo nessuno di costoro ha preso pubblicamente le distanze dalla fuga di notizie…”. Già, fuga di notizie. Proprio cosi. |
Un vecchio adagio ricorda “la prima gallina che canta è quella che ha fatto l’uovo”. Si è scritto di un notissimo imprenditore imperiese – un’impietosa pagina di Repubblica del 17 gennaio 2010, definisce il “re dei rifiuti, vicinissimo al senatore sicialiano Marcello Dell’Utri”- che il 12 novembre 2009 su “Sanremo news” invitava il Pm…ad autosospendersi a seguito della vicenda relativa ad un invio di sms piccanti…sul telefonino della collega. “E’ il mio pensiero personale – sottolineava l’uomo d’affari – da libero cittadino e da persona che si schiera dalla parte delle donne…”. |
Il giorno prima sempre “Sanremo News” aveva dato notizia: “Come evidenziato stamani sul settimanale “La Riviera”….l’imprenditore….avrebbe denunciato alla Procura di Torino, il Pm di Imperia….dopo aver raccolto le prove che avrebbe violato il segreto istruttorio, passando alcune notizie ad un non meglio precisato giornalista”. Non è facile, nel panorama economico imperiese, trovare un “big” che da una parte diventa l’alfiere dei sacrosanti diritti della donna e dall’altra fa sapere, via mass media, dell’esistenza di un magistrato che dovrà rispondere di violazione al codice penale a causa dell’opera di un cronista troppo diligente. Il Cpom, nella circostanziata ed implacabile narrazione, poteva inserire che l’11 dicembre 2009, via internet, Riviera24.it, ha reso noto: “….dopo le clamorose anticipazioni de “La Riviera”….due parlamentari del Pdl, il campano Nicola Formichella (braccio destro del senatore Marcello Dell’Utri, fondatore e presidente dei Circoli …, e l’editorialista de Il Giornale, Giancarlo Leher, deputato della Campania, hanno presentato un’interrogazione parlamentare urgente al ministro della Giustizia, Angelino Alfano…Oggetto, secondo quanto anticipato dal giornale La Riviera, la vicenda del pubblico ministero…coinvolto in un…ai danni della collega….che nei mesi scorsi l’ha denunciato…”. E su “Sanremo News”, del 17 marzo 2010, viene dato per scontato ed accertato trattarsi di una “vicenda a sfondo boccaccesco” (sic!). Più chiaro di così! Al punto che neppure i parlamentari imperiesi e liguri si sono preoccupati della tutela della cultura “garantista”, richiamata in tutte le salse e strada maestra del “pensiero ufficiale” del centro destra e del centro sinistra. Per tutti i garantisti liguri, a quanto pare, hanno provveduto due scrupolosi deputati della Campania. In “missione speciale”, di soccorso, in quel di Imperia. Mai accaduto prima d’ora in questa terra di Liguria pur ricca di traversie e scontri tra giudici. Cosa può significare? Quali auspici? No ai linciaggi sommari? Del tipo, prima ti demolisco, ti distruggo, poi accerteremo i fatti. Da civiltà giuridica. Mettendo insieme l’intero puzzle, con date, inchieste, indagini, avvisi di garanzia, divulgazione a mezzo stampa, querele, controquerele, tassello dopo tassello, persona dopo persona, a qualcuno potrebbe venire il voltastomaco. O il panico. Povera Italia! Redazione Trucioli
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